Cardiff è amara per il Benetton: i Blues vincono 57 a 20. L’Eccellenza si colora di Fiamme Oro e San Donà

reggio-mogliano-2017

Niente da fare all’Arms Park per i veneti che rimangono in partita solo per un tempo. Nel nostro massimo campionato italiano i cremisi fermano Viadana, il San Donà fa suo il derby con Rovigo. Bene Mogliano, Calvisano e Petrarca.

GUINNESS PRO12: CARDIFF BLUES – BENETTON TREVISO 57-20
Partita che rimane in equilibrio per un tempo, con le squadre che vanno al riposo sul 17 a 13 per i padroni di casa, seconda frazione che invece parla praticamente solo gallese: alla fine sono 8 le mete dei padroni di casa, solo due quelle dei veneti.

Cardiff Blues: 15 Matthew Morgan, 14 Alex Cuthbert, 13 Willis Halaholo, 12 Steve Shingler, 11 Blaine Scully, 10 Gareth Anscombe, 9 Lloyd Williams (c), 8 Nick Williams, 7 Sion Bennett, 6 Macauley Cook, 5 Jarrad Hoeata, 4 George Earle, 3 Taufa’ao Filise, 2 Kristian Dacey, 1 Rhys Gill
Riserve: 16 Matthew Rees, 17 Corey Domachowski, 18 Scott Andrews, 19 James Down, 20 Kirby Myhill, 21 Tomos Williams, 22 Garyn Smith, 23 Tom James
Mete: Nick Williams (4), Blaine Scully (37), Steve Shingler (41), Sion Bennett (45), Kristian Dacey (49), Willis Halaholo (55), Matthew Morgan (63), Alex Cuthbert (78)
Conversioni: Steve Shingler (5, 38,41, 45, 49, 55,64)
Punizioni: Steve Shingler (32)

Benetton Treviso: 15 Luca Sperandio, 14 Michael Tagicakibau, 13 Tommaso Iannone, 12 Tommaso Allan, 11 Angelo Esposito, 10 Ian McKinley, 9 Tito Tebaldi, 8 Robert Barbieri, 7 Francesco Minto, 6 Marco Lazzaroni, 5 Dean Budd (c), 4 Teofilo Paulo, 3 Tiziano Pasquali, 2 Luca Bigi, 1 Federico Zani
Riserve: 16 Davide Giazzon, 17 Matteo Zanusso, 18 Jody Rossetto, 19 Jean Francois Montauriol, 20 Guglielmo Zanini, 21 Giorgio Bronzini, 22 Andrea Pratichetti, 23 David Odiete
Mete: Ian McKinley (35), Angelo Esposito (53)
Conversioni: Tito Tebaldi (36, 54)
Punizioni: Tito Tebaldi (8,15)

 

ECCELLENZA, I RISULTATI DELLA GIORNATA NUMERO 11
La partita più attesa della giornata la fanno loro le Fiamme Oro che regolano in casa il Viadana in una gara che in prospettiva play-off potrebbe pesare non poco. San Donà batte Rovigo nel derby veneto me Calvisano e Petrarca non hanno problemi rispettivamente contro Lyons e Lazio. Il Mogliano infine va a vincere in casa della Rugby Reggio.

Fiamme Oro-Viadana: 26-15
Calvisano-Lyons Piacenza: 32-7
San Donà-Rovigo: 30-22
Rugby Reggio-Mogliano: 11-22
Petrarca-Lazio: 49-14

Classifica
Calvisano 53; Petrarca 42; Rovigo 39; San Donà 26; Viadana 24; Fiamme Oro, Mogliano 22; Reggio 17; Lazio 14; Piacenza 11

 

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19 pensieri su “Cardiff è amara per il Benetton: i Blues vincono 57 a 20. L’Eccellenza si colora di Fiamme Oro e San Donà”

  1. Strepitoso risultato di San Donà, che fa il colpaccio e regola Rovigo.
    Petrarca alla fine che in 40′ usa lo strapotere in mischia e mette a posto la partita.
    Della partita di Cardiff poco da dire, sia perchè non la si vedeva (solo diretta twitter dei Blues, che comunque non era nemmeno paragonabile a quella che ci regalò Gloucester) sia perchè, si, insomma, niente di nuovo sotto il sole.

    1. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è la “call”, o il totale della tariffa caricata sui nostri due eroi, ma quelli che aspettano i Nostri domenica prossima.

  2. Un altro tranquillo weekend di asfaltate per il rugby italiano e tra una settimana si va a Twickenham. L’alto livello non c’è più ormai, è solo una parola vuota priva di ogni riscontro concreto con la realtà. Due sconfitte in Galles, 27 punti con 3 mete all’attivo contro 99 punti e 14 mete subite. La cosa che lascia sgomenti è che siamo alla quarta stagione consecutiva di disastri, pagati 12 ml di euro annuali per la FIR, mentre la base riceve appena 900mila euro l’anno di sostegno. La nazionale è tornata ai livelli delle prime 4-5 edizioni del 6N, peccato solo che siamo alla partecipazione numero 18 al torneo. Le franchigie stanno facendo nettamente peggio rispetto alle prime 3 stagioni celtiche, in particolar modo Treviso, che aveva accumulato 9 successi il primo e 11 il secondo anno: numeri inimmaginabili oggi, sembrano passati anni luce da allora ed invece sono solo 4 anni. I quarantelli in trasferta sono una costante, mentre in casa è diventato un successo già il solo riuscire ad ottenere il punto di bonus difensivo o impedire quello offensivo agli avversari. La base fa sempre più fatica ad alimentare l’alto livello, la piramide continua ad avere fondamenta troppo ristrette e quelli che emergono arrivano ai vertici con lacune tecniche, sia individuali che di reparto, evidenti e pagano dazio al confronto coi pari età del resto d’Europa. E’ tutto un sistema sbagliato, da rifondare profondamente. Si possono avere pure mille O’Shea e Aboud, se i posti di responsabilità tecnica ed amministrativa continuano a rimanere ostaggio di coloro che hanno condotto a questa situazione di macerie, non cambierà mai nulla. Ci si continua ad affidare a personaggi provenienti dall’epoca del dilettantismo e che continuano ad avere quella manetalità e ad utilizzare quei metodi di lavoro, in quest’epoca dove invece son fondamentali gli aggiornamenti continui e le professionalità avanzate. La nazionale ha lo staff ora, ma chi li forma ‘sti ragazzi con cui si trovano e si troveranno a lavorare? Terminata la generazione dei Lo Cicero, BergaMauro, Ongaro, Bortolami, Perugini, BergaMirco, Castrogiovanni, Canale, Masi – tutti esordienti tra il 1999 ed il 2003 e tutti con importanti esperienze estere – che assieme a Parisse ne hanno costituito l’asse portante del periodo 2007-2013, i nodi son venuti al pettine e sono emerse evidenti le lacune del sistema che avrebbe dovuto prepararne i ricambi nel corso degli ultimi 10-12 anni. I ragazzi ci mettono impegno ed orgoglio, ma non è colpa loro (anzi ne son vittime) se chi ne ha dovuto curare la crescita non era all’altezza del compito richiesto, mentre il resto d’Europa è cresciuto nelle competenze con ritmo doppio rispetto al nostro. Le nostre prime scelte non reggono il confronto con i migliori dei partner europei e spesso le seconde scelte bastano per assicurar loro il successo sulle nostre squadre. Siamo al disastro totale, tecnico ed economico.

    1. Chiaro che i giocatori di adesso sono il risultato delle scelte di 10 anni fa (vi dice qualcosa il progetto statura?). Adesso siamo ad un bivio: o molliamo tutto oppure lavoriamo sui giovanissimi di oggi. I risultati ormai si vedranno, se tutto andrà bene, tra 5/6 anni. Fino a quel giorno dovremo rassegnarci a queste figuracce. Abbiamo, però, il tempo? Gli altri ci aspetteranno o ci butteranno fuori?
      La cosa grave è che i responsabili di questa situazione sono ancora lì.
      Mi viene poi da chiedere: ma dove è finito Gavazzi? Da quando è stato eletto è sparito…

      1. È così, pazienza e andiamo avanti, ci dobbiamo passare attraverso, ora abbiamo staff completo ed eccellente, almeno. Avremo le nostre soddisfazioni più avanti. Il Presidente penso non compaia perché ha qualche rogna e teme gliene chiedano conto, penso io. Ad esempio, oltre ai citati, brillanti risultati delle celtiche e della Nazionale, un buco grande così nelle casse FIR, da ripianare secondo cadenze ben stringenti, vedi “il nero rugby” dell’ altro giorno e il totale dissesto delle Zebre, la cui esistenza e partecipazione al Pro 12 è totalmente insicura. E i soldi, se non li mette la FIR, e non li ha, non li mette nessuno. Diciotto anni, oggettivamente, di sperpero.

    2. Giovanni, come al solito attraverso i numeri dici tutta la realtà. E, se posso aggiungere un’assurdità, la cosa che alla fine mi irrita di più è che mai-mai-mai c’è un sussulto d’orgoglio. Settimana dopo settimana la tariffa aumenta… gli altri sentono il sangue e i nostri hanno sempre meno armi per reagire..

  3. A fronte delle geremiadi e della descrizione dell’Apocalisse, un sorridente e sereno Conor, dispensatore di autografi agli ignari passeggeri del ” Titanic”.

  4. Impossibile commentare una partita non vista, la speranza per treviso e’ che questo giro sia veramente l’anno zero di una ricostruzione e che si inizi a raccogliere qualche frutto di questa ricsotruzione la prossima stagione…e che non sia la prossima un’altra ricostruzione sule macerie di questa stagione.
    Certo si potrebb discutere che in pre-stagione molti, anzi troppi erano convinti di essere gia’ pronti per chissa’ che campionato…sopravvautata Treviso, sottovalutata la competizione, o forse entrambe…ma vabbeh.

    Crowley e soci dovranno tirare le somme su chi puo’ stare a questo livello e chi no, fare delle scelte su con chi andare avanti e lavorare in quel senso.

    Per le Zebre invece…non saprei enanche che dire, Paolo l’altro giorno ha parlato di una situazione finanziaria ancora da chiarire…ecco si chiarisca quella e poi si vedra’ su cosa si puo’ lavorare.

    Certo e’ che COS che e’ un bravo allenatore puo’ essere sereno e sorridente, ma costruire una nazionale sugli uomini di due squadre che se si esclude lo scontro diretto hanno vinto una partita ciascuna contro gli avversari celtici e che ormai quando va bene ne prendono 30 (quando va bene!) non e’ un lavoro semplice…

    1. Media punti concessi per partita
      Treviso 34.13 punti a partita
      Zebre 34.76 punti a partita
      senza derby
      35.71 Treviso
      35.75 le Zebre

      Media punti fatti per partita
      Treviso 14.53
      Zebre 13.23
      senza derby
      Treviso 13.92
      Zebre 13.33

      1. A rugby siamo loffi però in aritmetica abbiamo dei preparatori che neanche a Leida…
        Ci si chiede il tracollo di ieri pomeriggio nel second half. Banale: il water boy della nazionale aveva controllato gli score e capito al volo che servivano 40 punti sul groppone per pareggiare Zebronia e livellare il livello (scusate la cacofonia).
        Ah beati i bei tempi in cui l’importante era vincere!

  5. Insomma, O’S sarebbe un incrocio tra la vecchia di Hänsel e Gretel e l’infermiera dello studio medico Mengele.

  6. Non fatico a credere che O’Shea sia sereno e sorridente: mal che gli vada, tra due anni e mezzo saluta e se ne va. Per l’alto livello italiano invece, la data di scadenza di tale sfacelo non è purtroppo prevedibile.

  7. Se è vero che i risultati di oggi sono il frutto di un movimento che non è cresciuto da 15 anni a questa parte, non è superficiale pensare che il gap possa essere recuperato in qualche mese?
    Se la considerazione che gli staff , prima ancora dei giocatori fossero insufficienti non vogliamo lasciare a Treviso ( l’unica delle due celtiche che ha un minimo di staff) 1/2 anni di lavoro?

  8. Anche 3 o 4 stagioni di lavoro. Sono appena 4 anni che le nostre due rappresentanti arrivano puntualmente ultima e penultima, con un totale punti in classifica inferiore a quello della terz’ultima ed una valanga di mete subite. Cosa vuoi che siano altri 4 anni, anzi si fa a tempo a cambiare un altro paio di sedi alle Zebre, in giro per la penisola.

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