Una lunga stagione celtica: diverse luci e un po’ di ombre per Benetton Treviso e Zebre

Mentre nel fine settimana il Pro14 assegna il titolo (Leinster e Scarlets a giocarselo) noi leggiamo qualche numero con cui il 2017/2018 va in archivio per le due squadre italiane. Una stagione con diversi record, come in tanti hanno giustamente sottolineato, ma alcuni aspetti sono stati tralasciati. E senza quelli il quadro non è completo

L’adagio popolare dice che il diavolo si nasconde nei dettagli. Succede anche nel rugby. Prendete ad esempio la stagione 2017/2018 delle nostre due franchigie celtiche, sono diversi i numeri positivi: undici vittorie per il Benetton Treviso, 7 per le Zebre (record per entrambe), 51 mete fatte per i veneti e una in meno per i bianconeri anche se tutte e due hanno un saldo negativo con 55 marcature pesanti incassate dagli uomini di Crowley e ben 78 dagli emiliani. Il gap dei punti tra fatti e subiti dice -36 per Treviso e -185 per le Zebre, due segni negativi ma per i biancoverdi è il miglior risultato di sempre ed è tutto un altro mondo rispetto ai (rispettivamente) -348 e -455 di maggio 2017.
Numeri che non sono discutibili e che non voglio assolutamente discutere, così come i buoni risultati ottenuti in alcuni specifiche classifiche. Un esempio su tutti: Marcello Violi è il secondo calciatore del torneo con l’87.50% di realizzazioni a pari merito con Sam Hidalgo-Clyne, che però ha calciato di più.

Numeri dicevamo, che però certificano anche il fatto altrettanto inattaccabile che il Benetton Treviso è comunque arrivato 5° su 7 squadre nella sua conference mentre le Zebre sono arrivate ultime. Con le classifiche – è vero – ci si può “giocare” e sottolineare ad esempio il fatto che non solo le distanze delle italiane dalle altre sono comunque inferiori rispetto agli anni passati ma che ad esempio gli Ospreys hanno potuto giocare (e perdere) lo spareggio con Ulster per andare in Champions Cup chiudendo la regular season con 11 punti in meno di Treviso, al quale quell’obiettivo è invece sfuggito. Allo stesso tempo il Benetton aveva però nella sua conference le due squadre che si sono rivelate in assoluto e di gran lunga meno attrezzate del torneo, ovvero Newport Dragons e Southern Kings. Le Zebre, per fare un esempio, sono arrivate ultime nel loro girone ma tutti i numeri – a partire dai punti racimolati – si sono comportate decisamente meglio delle due franchigie in questione.

Luci e ombre dicevamo, e non possiamo sorvolare né sulle prime né sulle seconde. Passi avanti? Decisamente sì, innegabili, ma allo stesso tempo non si può sottolineare che per la prima volta l’anno prossimo non ci saranno squadre italiane in Champions Cup, cosa che avviene alla prima stagione in cui per accedere al massimo torneo continentale per club contava solo il merito sportivo. Insomma, alla prima occasione in cui non avevamo almeno un posto garantito per regolamento siamo rimasti fuori. Poi partecipare a una competizione più alla portata delle nostre franchigie sarà anche un vantaggio per il processo di crescita, almeno sul periodo medio-lungo. Magari sarà così, probabile. Però questa è un’altra faccenda.

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9 pensieri su “Una lunga stagione celtica: diverse luci e un po’ di ombre per Benetton Treviso e Zebre”

  1. Buondì.
    Mi dà quasi l’idea, nel leggere quanto esponi che, mentre stavi per concluderlo, tu abbia dovuto fermarti per un impegno improvviso.
    Intendo dire che non riesco a capire dove volevi arrivare.

  2. L’anno prossimo sarà davvero importante, soprattuto per Treviso; l’intervista rilasciata ieri da Pavanello è stata davvero interessante ed ha aggiunto spunti nuovi alla discussione.
    -La rosa sarà di 45+6 e se tutti renderanno a dovere sembra davvero un buon numero.
    -Si sta implementando lo staff tecnico.
    -Si stanno riducendo le distanze con le avversarie riguardo la cura dei particolari.
    -La campagna acquisti sta procedendo con metodo e logica, lavorando all’inserimento graduale dei giovani. Poi starà ai nuovi mostrare se hanno lo stoffa gusta.
    Basterà? Le altre sembrano aver iniziato una corsa ai rinforzi importante.
    La mia modesta opinione è che sarebbe bello vedere un incremento generale della qualità del campionato e Treviso ancora lì, a giocarsela ai livelli di quest’anno.

    1. il livello del prossimo anno sulla carta non sarà basso come quello di quest anno, ma Treviso sta lavorando bene e sono sulla buona strada

      1. Concordo in pieno…anche secondo me il livello l’anno prossimo sarà più alto ed è per questo che se l’anno prossimo il Benetton ripetesse in termini di risultati quello di quest’anno a me andrebbe già bene calcolando che nella rosa ci sono altri giovani inseriti. Mentre nelle Zebre mi aspetto qualcosa di meglio perché è nelle corde dei giocatori e dell’allenatore.

  3. In generale mi sembra che tutti schifino la challenge e non capisco il motivo. Sinceramente mi sarebbe piaciuto vedere il Benetton in finale con Gloucester a Bilbao. Per quanto visto in campionato si sarebbe potuto giocare la vittoria tranquillamente. Vincere la challenge porterebbe sicuramente molta visibilità e soldi e a questo proposito sarebbe interessante capire quanto. Insomma personalmente credo che giocare in challenge e puntare decisamente a vincere possa essere molto più vantaggioso che giocare in champions senza la speranza concreta di passare il turno.

    1. Ecco, non so se sia una sindrome “Europa League”, però credo che la partecipazione alla Challenge Cup dell’anno prossimo sia un’occasione da non perdere. Quest’anno si è visto che Treviso ha onorato la prova e ci sono le possibilità di fare bene. Già centrare la partecipazione sarebbe un risultato storico. Ricordo che prima della Celtic Treviso partecipò ad una sola Challenge Cup, finendo eliminata solo per differenza punti dal Newcastle di Jonny Wilkinson. Le Zebre hanno comunque portato a casa delle vittorie e una buona prestazione in casa contro Gloucester.

  4. Non sono molto d’accordo (o convinto) sulla chiusa. Era palese che le nostre squadre in Champions soffrissero le pene dell’inferno da anni (solo quest’anno Treviso ha offerto prestazioni sopra la media precedente, pur senza vincerne una), quindi non credo nessuno si stupisse che una volta tolto il posto assicurato le nostre avrebbero 99 su 100 mancato l’accesso. Complimenti a Treviso che c’è andata vicino comunque, ma il nostro livello è questo al momento. Che poi dopo anni di Pro14 e di 6N si sia ancora qui, vero, frustrante, ma altro discorso (o meglio, “bigger picture”).
    Non ne faccio un discorso de “la Challenge è più al nostro livello e meglio per la crescita”, è che davvero la vedevo molto difficile che qualcuno centrasse la qualificazione, ma sono convinto che la strada sia quella giusta per andarvi sempre più vicino di anno in anno.

  5. La strada è quella giusta se ad indicarla c’è gente all’altezza

    Anche a me l’intervista a Pavanello è piaciuta molto, belle risposte e sopratutto la grossa sensazione che sia tutta farina del suo sacco, niente frasi di rito

    Penso che la presenza di staff tecnicamente all’altezza possa permettere alle franchigie di accorciare ulteriormente la distanza, e poi in Challenge si vedrà
    Da vedere se questi staff tecnicamente all’altezza possano lavorare e sviluppare in santa pace il loro lavoro

  6. diciamo che i primi dati che hai passato sono i più indicativi, le due conference sparigliano decisamente il giudizio sulla classifica, con gente che si incontra 2 o 3 volte al contrario di altri etc etc, lascerei satare.
    anno positivo, visto che molti ci aspettavano in fondo staccati ed a zero, sepolti di punti in coppa, alla fine ci siamo giocati la champions e ci siamo dimostrati, con tanti limiti, all’altezza di tutte le competizioni che abbiamo affrontato, senza affondare, nel conto totale, una buona costruzione delle squadre (le zebre, soprattutto, devono trovare almeno una trentina di giocatori che tengano il campo) e potrebbe essere l’inizio di un buon percorso, al di fuori che l’anno prox si faccia meglio, tanto quanto o peggio (ma in questo caso poco) di quest’anno, tenere il campo con tutte è già, per noi, un risultato, nel breve periodo.
    discorso coppe: la champins, al momento, è fuori dalla nostra portata, potremmo entrarci in un paio d’anni a fare la comprimaria, se continuiamo così, poi chissà (anche certe risorse finanziarie fanno la loro, oltre ai fenomeni di casa), per la seconda coppa non riesco a capire perché snobbarla, per noi giocarci almeno i quarti sarebbe un gran risultato anche politico e, sulla partita secca, vedi mai che si vada anche un passettino avanti, ci servirebbe come l’acqua nel deserto dal punto di vista di credibilità nazionale ed internazionale, in fondo prima di pensare di essere ai vertici del pro14 con costanza la strada potrebbe essere ancora lunga, farsi un po’ di trucco sfidando squadre meno corazzate, in un minicampionato di 6 partite, potrebbe essere una bella idea

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