Placcaggi alti e concussion nel Tinello di Vittorio Munari. Quella filosofia che World Rugby non fa…

E’ uno dei problemi più dibattuti in tutta Ovalia, il cuore del tema “salute degli atleti”. Ma forse è anche il cuore della domanda cruciale del rugby moderno: ovvero, cosa vogliamo che sia e cosa vogliamo che diventi questo sport?
Palla a Vittorio!

4 pensieri su “Placcaggi alti e concussion nel Tinello di Vittorio Munari. Quella filosofia che World Rugby non fa…”

  1. oro colato!
    avevo già espresso le mie opinioni in vari articoli in diversi blog, qui compreso, sui nuovi superappassionati cinesi che trovano l’union complicato,sull’espansione del rugby al di fuori delle 15/20 nazioni storiche, su placcaggi, cambi di regolamento etc etc, portando anche alcuni esempi come munari (NFL, ad es); la World Rugby deve decidere dove andare, ma se prende una certa strada, deve capire che ammazza il rugby vero e si troverà in mano uno spettacolino giocato da pochi che farà soldi, ma rimarrà un “gioco gladiatorio” e niente più, con tanti manzi da macellare e basta.
    oppure abbassa un po’ le pretese, cerca di farlo ridiventare umano, eliminando le regole che permettono lo spettacolo a discapito del combattimento più lento, e, probabilmente, crescerà molto ma molto di più e non si lascerà il deserto alle spalle

  2. Buongiorno e buone ferie
    Quello che dice Vittorio è come al solito corretto e condivisibile
    Ci troveremo a breve a rinnegare l’union in favore del seven

  3. Ci ho pensato a lungo e, secondo me, una delle cause dei placcaggi alti é stato permettere il passaggio da terra. In questo modo, se placco basso e il mio avversario va con le ginocchia (o tutto il corpo) a terra, puó comunque riciclare il pallone con comodo e, anzi, in qualche modo favorisco il suo movimento ad andare oltre la linea del vantaggio/placcaggio/collisione.
    All’epoca, come giocatore mi é piaciuto moltissimo poter passare da terra, ma a posteriori mi rendo conto che cosí forzo i difensori ad andare alti per impedire ricicli, col risultato che si finisce a fare a capocciate sempre e comunque, con conseguenti traumi cranici, che ci sono sempre stati in questo sport, ma non cosí frequenti.

    1. è sicuramente una delle ragioni, in linea di massima tutti i cambiamenti creati per velocizzare e non interrompere il gioco, hanno portato le difese ad adattarsi e a rendere più violento e pericoloso lo scontro, per impedire all’attaccante di poter gestire liberamente tempi e ritmi di gioco, e l’attaccante studia metodi per poter essere meno “interrotto”, quindi entrate dritto per dritto o con uno solo o con un piccolo gruppo di incursori a seconda di quale sia la tua strategia, per mettere la difesa sul piede retrocedente etc etc, il problema è lo snaturare l’union per copiare le cose più spettacolari di league, seven e ten, che sono sport assimilabili, ma diversi

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