
Nel fine settimana le cronache ci raccontano di tre storie poco edificanti ma il rugby ha un’arma potente per combatterli, mai abbastanza sottolineata: una sorta di riprovazione sociale
I fatti. Ecco uno stralcio di un articolo di OnRugby pubblicato ieri (che qui potete leggere per intero): “Momenti concitati durante Primavera-Gran Sasso, gara valida per il Girone 4 del campionato Serie A. Al minuto ’25 della ripresa si accende una rissa sotto i pali ospiti (sembra per un colpo proibito ai danni di un giocatore della Primavera): quattro i cartellini estratti, un rosso e due gialli per il Gran Sasso e un giallo per la Primavera. Nell’occasione alcuni supporter lato Primavera entrano sul terreno di gioco. (…)
Nel corso del match del campionato Serie B tra Amatori Parma e Florentia, un giocatore dei parmensi viene colpito frontalmente al volto da un pugno all’altezza della metà campo, nei pressi di un punto d’incontro dove stava per intervenire. Resta a terra privo di sensi e dopo un quarto d’ora di primi soccorsi viene portato in ospedale”. Questo OnRugby.
C’è, purtroppo, pure un terzo episodio in U18, portato alla luce da un post su facebook dell’ASD Appia Rugby, che qui riporto: “Il rugby deve rimanere un sport da scaricatori di porto ma giocato da gentiluomini. Brutto episodio a Paganica nella partita di Categoria Under 18 giocata tra gli Abruzzesi e la nostra franchigia. Bruttissimo clima dall’inizio, pressione continua dalle tribune sull’arbitro da parte di persone adulte con tuta e divisa della squadra locale. L’arbitro fatica a tenere il controllo della gara. A 5 minuti dalla fine la situazione degenera un nostro giocatore viene colpito più volte mentre è a terra, alcuni compagni di squadra intervengono in protezione, a quel punto una decina di adulti in divisa sociale entra in campo. Il nostro fotografo accreditato ha immortalato la scena e le foto saranno a disposizione del Giudice Sportivo. L’arbitro ritiene che non ci siano le condizioni per proseguire e sospende la gara.
Chi scrive è convinto che uno dei mali che affliggono il rugby sia l’ipocrisia, è giusto che quello che accade sul campo rimanga sul campo, ma l’invasione di campo in questi termini va stigmatizzata con fermezza. Il campo del Paganica ha solo uno steccato, come del resto accade nel Regno Unito, la differenza tra noi e la Gran Bretagna è che quello steccato da loro è un limite anche eticamente invalicabile. Dobbiamo lavorare culturalmente perché lo diventi anche da noi”.
Nella giornata di domenica in tutta Italia si sono giocate centinaia di partite, certe cose possono succedere. E’ una questione brutalmente numerica. L’importante è non fare finta di nulla, liquidare il tutto con un’alzata di spalle girarsi dall’altra parte, dire appunto “sono cose che capitano”. Le sanzioni per società e giocatori responabili devono essere esemplari, le invasioni di campo sono semplicemente intollerabili.
Quando si parla di rugby è tutto un fiorire di paroloni come “valori”, si sbandiera il terzo tempo eccetera. Tutto vero, per carità, ci sono gli uni e c’è anche l’altro, ma non è che lo sport della palla ovale sia l’unico depositario di certi comportamenti integerrimi. Non siamo migliori di altri e ogni insieme di persone conta al suo interno un certo numeri di stronzi, scusate l’espressione oxfordiana. Bene il rispetto dell’avversario e per l’arbitro, bene i valori ma la vera ricchezza del rugby, mai abbastanza messa in rilevanza, è la presenza di una sorta di riprovazione sociale verso chi viola certe regole. Chi si comporta in un certo modo sa di rompere un codice e generalmente non trova sponde neppure nell’ambiente a lui più vicino. E’ una cosa che funziona molto più di mille discorsi mandati a memoria e che va assolutamente preservata, con il bastone e con la carota.
Sono dell’opinione che la radiazione sia la giusta risposta a chi non sa stare al suo posto
in definitiva il rugby è uno sport di disciplina, se chi dovrebbe insegnarla non sa neanche dove sia di casa allora cosa possiamo aspettarci dalle nuove leve cresciute sotto questo tipo di esempio?
il discorso è lo stesso della radiazione chiesta per Bordoli, sennò c’era il rischio che tra qualche anno questo personaggio accompagnasse i bambini
chi non sa comportarsi nel rugby non deve stare nel rugby
Denuncia penale contro le vigliaccate, soprattutto contro squadre che costantemente ripetono gli stessi errori
Fosse per me, chi si è reso responsabile (o “complice”) di certi episodi, vedrebbe un campo da rugby solo in cartolina
Sembra, leggendo OR, che gli episodi coinvolgano sempre determinate squadre e determinate persone che portano avanti “stoicamente” i loro “valori”. E’ mai possibile che le società tesseranti, gli arbitri, gli avversari non sappiamo dire “No, noi non giochiamo contro chi non sa stare ai comportamenti civili di base”. Non dico di sapere le regole del gioco, ma caspita, nemmeno andare per i campi a prendere a cedri le persone penso possa essere ammesso pure dai propri compagni di squadra.
il rugby marketing, terzo tempo e sportività, esiste solo negli spot della nazionale.
Schifezze sugli spalti si vedono anche al minirugby e salendo di livello se ne vedono di tutti i colori in campo e fuori.
Non credo sia facile estirpare certi comportamenti, resta il fatto che mi aspetto pene esemplari per giocatori e società.
Mi porrei anche qualche domanda sul doping…
Accuse molto generiche..a meno che non citi episodi in particolare..io nei concentramenti di minirugby ma anche nelle categorie superiori non ho mai visto roba del genere..manco nei più sentiti derby delle mie parti..solo una volta è successo un episodio simile in una partita U18, ma il tizio che ha invaso il campo è stato bandito a vita da tutti i campi e gesto unanimemente condannato a partire proprio dalla sua società di appartenenza..
Comunque indegni sti soggetti, banditi a vita!
L’articolo parla di fatti particolarmente gravi, mi riferivo solo alla differenza tra i Valori che si sbandierano e la realtà dei fatti.
Quando sento dire che il rugby è “diverso” mi viene l’orticaria e sono particolarmente d’accordo con la chiusura dell’articolo, il rugby è diverso dove le persone non danno alibi a certi comportamenti.
Mi riferivo a “schifezze in campo..” etc..
il rugby è diverso, ma in troppi lo vorrebbero più simile al calcio, contorno compreso..
Personalmente, anni fa durante un concentramento di minirugby, mentre da dirigente ero bordo campo e stavo accucciato ad accudire un mio ragazzino che si era fatto male mentre aveva fatto meta, sono stato aggredito e spinto per terra dall’allenatore/educatore dell’altra squadra solo perchè avevo esultato e gridato META mentre lui riteneva fosse uscito dalla riga immaginaria fatta dai conetti. Inutile dire che abbiamo fatto un reclamo al comitato regionale e per anni non abbiamo voluto più incontrare quella società che, tra l’altro, era ed è la più vicina al nostro campo.
Siamo tornati solo dopo anni con la U16 nei gironi territoriali.
Il giudizio giusto lo hanno dato quelli dell’ ASD Appia Rugby :”Chi scrive è convinto che uno dei mali che affliggono il rugby sia l’ipocrisia, è giusto che quello che accade sul campo rimanga sul campo, ma l’invasione di campo in questi termini va stigmatizzata con fermezza. Il campo del Paganica ha solo uno steccato, come del resto accade nel Regno Unito, la differenza tra noi e la Gran Bretagna è che quello steccato da loro è un limite anche eticamente invalicabile. Dobbiamo lavorare culturalmente perché lo diventi anche da noi”, il “Italiani no buoni pe’ Rugby!!” di mallettiana memoria, parte (anche) da qui!!!!
Bhè si, dispiace veramente leggere dell’invasione ( notizia tra l’altro non certa ) ma i problemi più grossi “anche questa volta” sono successi dentro il campo e qui purtroppo, all’interno del movimento, non trovo lo stesso “fervore” nel condannare.
sante parole Hro
le ultime cinque sei righe, Paolo, sono molto molto belle…
Leggendo quello che succede in questi giorni nel calcio a Roma sponda Lazio verrebbe da dire che gli episodi citati nell’articolo sono l’eccezione che non fa la regola. Però è anche vero che non si deve mai perdere di vista niente di quanto accade intorno a noi perché a furia di eccezioni la regola viene distrutta e poi sono cavoli amari recuperare il tutto. Quindi ben vengano le segnalazioni, gli articoli e i commenti sui vari blog perché servono a tenere alta la guardia. Personalmente non mi piace demonizzare un’area territoriale o una città tuttavia spero che le società intervengano immediatamente con provvedimenti e prese di posizione inequivocabili. Meglio perdere un giocatore, qualche tifoso e prendersi qualche giornata di squalifica facendo si che quella staccionata di legno rimanga tale e continui ad indicare che ad una partita di rugby si può assistere senza sentirsi in gabbia come degli animali pericolosi.
Il rugby è uno sport di tradizione. Chi entra, non solo in campo, ma anche in tribuna, a bordo campo, in club house, ovunque, deve sapere come ci si comporta e, se non lo sa, deve essere pronta e chiara la spiegazione di chi rappresenta il club.
Chi non capisce e non si comporta di conseguenza, va preso per un orecchio e cacciato via.
Queste sono le basi, senza principi e valori ben chiari e condivisi è meglio chiudere baracca e burattini.
Durante i concentramenti dei bambini, dalle mie parti, ogni comportamento scorretto, in campo e fuori, viene immediatamente segnalato e alla società “balorda” viene intimato di darsi una regolata, subito.
Queste sono le direttive che arrivano dall’alto e sono condivise da tutti gli operatori.