Rugby e sponsor: Edison dice addio alla FIR, Cariparma traballa

Maglia Macron azzurra

Subito la notizia: il 31 dicembre prossimo venturo vede la conclusione del contratto di sponsorizzazione in essere tra Edison e Cariparma con la nazionale azzurra di rugby. Per quanto riguarda l’azienda energetica si tratta di una fine corsa visto che l’accordo non verrà rinnovato mentre per quanto riguarda l’istituto di credito c’è qualche possibilità che rimanga ancora nel novero dei sostenitori della FIR.
Sono notizie raccolte da questo blog che non hanno il crisma dell’ufficialità ma più fonti di prima mano hanno confermato la cosa: la federazione d’altronde non commenta mai in via ufficiale questo genere di notizie, basti ricordare solo qualche mese fa l’assoluto riserbo che ha circondato l’addio di Adidas e l’arrivo di Macron quale nuovo sponsor tecnico, un vero e proprio segreto di Pulcinella ma la policy della FIR – rispettabilissima, s’intende – è quella di mantenere il silenzio. Lo stesso dicasi per le aziende coinvolte.

Questa la situazione. Edison: l’azienda vive un momento particolare, di cambiamenti, e avrebbe deciso di lasciare decadere il grosso delle sue sponsorizzazioni sportive, compresa quella del rugby e il contratto con FIR non verrà quindi rinnovato, a meno di clamorose sorprese.
Cariparma: anche in questo caso il contratto oggi in essere scade a fine anno ma con quello che è uno dei legami di sponsorizzazione più duraturi e importanti ci sarebbe comunque un accordo di massima per arrivare sino al termine del prossimo tour estivo. Una proroga dopo la quale però ogni opzione è possibile – se ne sta discutendo – e quella dell’addio non è affatto esclusa, anzi.

Un doppio problema che giunge in un momento certo non felicissimo sotto l’aspetto economico per la federazione, che ha chiuso in rosso gli ultimi due bilanci e che sta attendendo il giudizio del CONI sul piano di rientro triennale richiesto dallo stesso massimo organo sportivo italiano.
Il bilancio consuntivo 2016, alla voce “ricavi da pubblicità e sponsorizzazione” registra incassi per 4.853.157,68 euro, in forte calo rispetto all’esercizio precedente che a quella voce vedeva 5.519.738,46 euro. Per dare un quadro più esaustivo segnalo che secondo il Bilancio Preventivo 2017 approvato dal Consiglio Federale lo scorso 24 marzo le sponsorizzazioni ammontavano a 5.240.095 euro, cifra intermedia tra tra le due prima presentate e comunque in crescita rispetto all’ultimo bilancio consuntivo. Non va comunque dimenticato che si tratta di una voce ancora non certificata e che teneva conto di “una serie di contatti con aziende giapponesi, legati ai progetti della prossima RWC, che rappresentano al momento un importante potenziale di crescita che confidiamo possano concretizzarsi quanto prima nella formalizzazione di nuove partnership”, così come si leggeva nella allegata Relazione Sulle Gestione firmata dal presidente Gavazzi. Insomma, sponsorizzazioni di cui si parla ormai da mesi ma ancora tutte da concretizzare.

In un simile panorama, dove non si capisce se la FIR nel bilancio preventivo 2017 avesse già tenuto conto o meno dell’eventuale addio delle due sponsorizzazioni in questione, arrivano queste notizie. La situazione economica del paese si sta lentamente muovendo e questo spinge ad essere un po’ più ottimisti per il futuro, ma sono cose per cui serve tempo e non va dimenticato che Cariparma ed Edison sono comunque i due sponsor più importanti e di lunga data della nazionale: il loro peso economico all’interno della voce in esame è non quantificabile (i bilanci non lo specificano) ma sicuramente elevato.

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31 pensieri su “Rugby e sponsor: Edison dice addio alla FIR, Cariparma traballa”

  1. Purtroppo già il nostro rugby non produce grandi risultati , in più fa fatica a togliersi di dosso l’etichetta di uno sport “di nicchia” nel nostro paese (pur avendo il secondo budget a livello di federazione), e i main sponsor sono in mani straniere (francesi per essere precisi). Un insieme di fattori che mettono la Federazione in una posizione non proprio invidiabile, e spero dia una scossa per spingere su marketing ed eventi che attirino non solo pubblico, ma anche sponsor (una cosa ben difficile e per esperienza, visto che ogni tanto mi capita di lavorarci).
    Una questione (annosa) che si riflette anche a livello di Pro14 (Benetton c’è sempre ma perchè la squadra è sua, poi grazie a Cofiloc) e a Parma sappiamo bene la situazione. Tra l’alto, sempre a livello di campionati, un punto che ha sollevato la Tonna (non solamente riguardo il campionato femminile), dove uno sponsor che sia il nome al campionato farebbe bene (ora non ricordo le parole esatte ma il senso era quello).

  2. Conseguenze logiche di un periodo di scelte e gestioni politiche e sportive fallimentari, si raccolgono oggi i frutti marci di scelte sbagliate. C’è poco da fare al momento se non rimanere concentrati sull oggi e sulla strada intrapresa che almeno da qualche speranza…
    Ovviamente gli autori dei fallimenti di ieri sono gli stessi che oggi si gonfiano il petto di risultati che neanche loro pensavano e speravano di raggiungere, ma alla fine siamo in italia ed è sempre andata così…

    1. beh, bisogna vedere quali sono le motivazioni a spingere le due aziende. Almeno nel caso di edison l’azienda sta mutando “politica” e probabilmente vive qualche difficoltà sua. Poi il fatto che non si vince non aiuta, su questo non ci piove.

      1. rugby italiano uguale brand vincente, solo così attireremo sponsor…poi c’è da vedere se meglio uno grossi oppure sponsor più piccoli ma che alla fine della fiera coprono i costi…magari brand italiani non sarebbe male

  3. Scusa Mr Ian, ognuno può scrivere quel che vuole ma questo l’hai scritto tu:
    “Conseguenze logiche di un periodo di scelte e gestioni politiche e sportive fallimentari, si raccolgono oggi i frutti marci di scelte sbagliate. C’è poco da fare al momento se non rimanere concentrati sull oggi e sulla strada intrapresa che almeno da qualche speranza…
    Ovviamente gli autori dei fallimenti di ieri sono gli stessi che oggi si gonfiano il petto di risultati che neanche loro pensavano e speravano di raggiungere, ma alla fine siamo in italia ed è sempre andata così…”
    Ma nel momento in cui arrivassero nuovi sponsor per la Nazionale e per Parma, mi spieghi come pensi di saltar fuori da un giudizio del genere. Guarda che te lo scrivo non per polemizzare, ma perchè mi sei simpatico.

    Gli sponsor vanno e vengono, sulle maglie dei club e su quelle della nazionale. Su questo blog , invece, il cambio di sponsor diventa un motivo per attaccare la FIR.
    Tanto più che l’unico sponsor che ha affermato di lasciare è Edison.

    1. Gli sponsor, purtroppo, sono legati ai risultati del campo. I risultati del campo sono legati a scelte politiche progettuali più o meno convincenti o logici…ovviamente nessuno mette in dubbio la buonafede dei progetti, però in tutte le realtà, lavorative e/o sportive, chi fallisce gli obiettivi lascia il posto a qualcun altro…
      Nel nostro caso qualcuno si sarà reso conto di aver avuto una seconda possibilità, cosa che di rado nella vita viene concessa, e sarò ben felice di ricredermi se in seconda battuta si riuscirà, per il bene del movimento, a ritrovare una certa serenità di risultati e politici…Fino a ieri considero quest esperienza politica fallimentare, oggi sembra che qualcosa sia cambiato, mi auguro che si continui su questa strada…
      Una cosa però deve essere ben chiara, chi lavora nel rugby e per il rugby, oltre ad essere fortunato di fare della propria passione anche un lavoro, è un professionista ben retribuito, che lavora per obiettivi e sugli obiettivi viene valutato. Da noi nessuno paga per gli obiettivi falliti e la cosa che più mi da fastidio è il non aver ammesso gli errori, o quanto meno neanche un analisi autocritica…di santi o di crocerossini in questo mondo non ne esistono.

    2. Beh AdG non si può negare che il trend negativo sia iniziato con G.
      Detto questo vediamo cosa sarà capace di produrre il marketing della FIR.
      Sul lato tecnico sembra averci visto giusto e non importa se per buona sorte o capacità.
      Senza soldi non si va da nessuna parte!

      1. Se c’è una cosa svincolata dai risultati sul campo é lo sponsor della nazionale di Rugby. I dati sono lí da vedere.
        Lo sponsor della Nazionale é legato esclusivamente alla visibilità del 6N e dei TM, non certo ai risultati. Se fosse per quelli potremmo al massimo ambire al macellaio sotto casa da 15 anni a questa parte.

  4. Se Edison e Cariparma vanno via chissenefrega, fintanto che siamo capaci di rimpiazzarli.

    Certo non guasterebbe sapere quanto portano in cassa.

    Ma uno sponsor nostrano e allo stesso tempo di rilievo internazionale?

    Penso su tutti a FIAT.

    1. Fiat ora fa parte di FCA che è tutto tranne che italiana.
      Di italiano a Marchionne e Elkan interessa solo la Ferrari perché gli porta soldi che servono per la Chrysler!

      1. Una cosa è FCA (azienda italo-americana) e una cosa è il marchio FIAT.

        Una cosa sono le supposizione, altre i fatti.

      2. I fatti sono che marchionne ha preso soldi dalla ferrari per ripagare il prestito di OBAMA alla Chrysler!

    2. Di potenziali sponsor italici (che hanno più o meno soldi) ce ne sarebbero e me ne vengono in mente diversi prima di Fiat-FCA (da Barilla a Chiesi, tanto per restare a Parma, da Ferrero a Illy, da Luxottica a Diesel, a Geox). FCA che tra l’altro è già presente nel calcio, quindi può pensare di aver fatto il suo.
      Il problema è che nello sport italiano – fatto salvo alcuni pochi esempi – le sponsorizzazioni sportive sono molto estemporanee, legate al territorio (vedi ad esempio pallavolo e Basket, es. la Segafredo a Bologna) e dove i nomi “pesanti” sono molto pochi (e quelli che c’erano, vedi la Safilo ex main sponsor del Petrarca, se ne sono andati). Le grosse aziende italiane non amano più spendere soldi in sponsorizzazioni che lasciano un po’ il tempo che trovano (risultati e pubblico nei nostri sport di squadra non sono certo gli stessi di 15-20 anni fa), a meno che non ci siano forti legami di territorio o società (vedi la Pirelli con l’inter per rimanere nel calcio) e infatti come vedi delle grosse aziende di cui sopra, nessuna di fatto ci mette euri. Paradossalmente è più facile avere sponsor nel ciclismo che nel rugby… E’ una questione delicata e da affrontare a tutti i livelli dello sport italiano. Certo che se le federazioni non si muovono, poco si raggiunge.

      1. Agli sponsor interessa esposizione mediatica e mercati da espolorare: IVECO sugli All Blacks docet…

      2. Io penso questo: il 6 nazioni lo giochiamo nell’UK e in Francia, dove comunque di Fiat (in particolare di 500) se ne ve(n)dono.

        Aggiungici i soliti TM con Canada/USA (nei quali appunto FCA è presente), e secondo me sarebbe un’ottima partnership.

        Ovvio che ci vuole interesse da parte di FIAT-FCA, ma secondo me sarebbe una scelta lungimirante.

      3. Quello che dite sull’esposizione mediatica è giustissimo. Però l’Italia di appeal ne ha poco, fa meno spettatori di altre quando è all’estero, diverse nostre partite di Pro14 non sono prodotte (lasciamo perdere i nostri tour lontano da casa), e sapete bene le difficoltà nel trovare TV che trasmettano 6N e test match a casa nostra.
        Diciamo che se un’azienda deve decidere quali canali usare per farsi vedere, il rugby probabilmente non viene in mente subito (vedete che non sono tanti quelli che sanno che la RWC è il terzo evento sportivo mondiale. Però quella comunque è ogni 4 anni). O alcuni sponsorizzano direttamente gli altri (vedi Ospreys).

        @gino, vero, a quel livello non ci sono squadre sponsorizzate da italiani, me ce ne sono state diverse e fico a pochi anni fa (e vincevano, vedi la Liquigas o la Lampre). Mo sono arrivati gli arabi anche li… Nel rugby i nosri main sponsor sono stranieri (Cariparma che è di Credit Agricolè, Edison, c’è ancora PSA?, prima sponsor di maglia era Jaguar e prima ancora Alliance UniChem che ok era mezza italiana). E il mio discorso stava nel fatto di come il rugby possa essere percepito meno come lo sport da sponsorizzare, non voleva essere un giudizio netto (cosi come il paragone col ciclismo).

  5. direi che non c’è nolla di strano in questa serie d’eventi, le sponsorizzazioni cambiano per tutti, chiaramente una fettuccina sulla maglia nera costa come essere sponsor unico dell’italia, ma questo è dato dalla forza mediatica di una squadra (che tra i vari fattori annovera anche l’essere vincenti e a che mercato ti rivolgi), la cosa peggiore è che per un motivo o l’altro, non credo ci sia la fila di richieste e gli impegni economici sono da vedere, non dimentico i giapponesi che potrebbero cercare di creare un palcoscenico unico, sarebbe anche un interessante caso economico,con i mondiali in casa, ma se questo è l’intento, che orizzonte possono avere tali sponsorizzazioni?
    la scelta di un allenatore manager pare cominci a pagare, ma quanto soffriremo noi anni di immobilismo o peggio? temo che il nostro quarto d’ora di notorietà ce lo siamo giocati, e male a tutti i livelli, ora credo che siamo sulla china calante a prescindere dai risultati, che questa discesa possono rallentare, ma non fermare

  6. Pensieri sparsi: a) anche nella Serie A di calcio ci sono squadre (e non di poco conto) senza sponsor; b) la Nazionale ha sempre avuto sponsor stranieri; c) i club dell’Eccellenza e successivamente anche le franchigie sono sempre riuscite a radunare un pool di sponsor (e credo proprio che i club siano stati fra i primi in Europa a tracciare questa via, che anche altri poi hanno seguito, con ben altro ordine di grandezza); d) il gruppo FIAT, attraverso IVECO, in passato ha sponsorizzato gli All Blacks; e) di recente abbiamo visto atleti della Nazionale utilizzati per spot pubblicitari di una società di autoveicoli… francese.. La mia idea è che, per una volta, il mondo del rugby (espressione ultra generica per definire, di volta in volta, Federazione, franchigie e club) possa rimproverarsi solo di non avere ottenuto risultati sul campo tali da far parlare di più dello sport. Cosa che, a ben vedere, possono rimproverarsi pressoché tutte le federazioni del CONI (basket e volley in testa). Se per le imprese è passato il tempo della sponsorizzazione, è un problema per tutti…e anche per il rugby.

  7. La sponsorizzazione, è come una torta, tutto sta in quante fette la si vuol dividere. Ma soprattutto, dipende da quanta porzione di fetta gli attuali fruitori son disposti a cedere…..Io dico neanche una briciola.Vedi il calcio sui diritti TV che si devono dividere fra le squadre di A e B. Sognare il nostro sport ai massimi livelli in Italia è lecito. Che sia fattibile molto meno.

  8. Va be’ che si fa per aver qualcosa su cui disquisire, ma, a me, questo articolo sembra completamente inutile, la notizia è che c’ è uno sponsor che lascia e uno, in futuro,….forse, ma non sarebbe il caso di aspettare a fasciarsi il capo, invece di farlo prima di esserselo rotto?!?!?
    La nostra conoscenza attuale è che, quando vanno via questi, si rimanga scoperti, quanto che entrino l’ Emirato del Brunei e le Assicurazioni Generali!!!!

  9. mi scuso per la franchezza ma temo che edison,per qualche tempo, non sponsorizzerá nemmeno la bocciofila di strozzacapponi.

    per crédit agricole invece il discrimine fra lasciare l’anno prossimo o continuare sine die potrebbe passare dal nostro appoggio o meno a france 2023

    quanto al marketing,pur con tutto il rispetto ed affetto dovuto al secondo miglior numero 8 italiano di sempre, uno buono a trovare sponsor é appena arrivato in fir,sponda cittadella

      1. ciao Mez 10,
        in realtà sono del Lago di Garda ma mi sono fatto parecchi Umbria jazz.

      2. Bellissimo festival! Io dal 2000 al 2007 ho visto quasi tutti i concerti a Santa Giuliana..Quando vivevo a Perugia..
        James Brown e Caetano Veloso quelli che mi son piaciuti di più..e la sera della sclerarata di Keith Jarrett stavo lavorando col service..

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