Rugby 101: con Alessandro Fusco, parlando di Zebre, Nazionale e… Dondi

L’appuntamento ovale del sito di Radio R101 questa volta è con il giornalista Alessandro Fusco.
Una breve chiacchierata che doveve occuparsi di Zebre e azzurri ma che è stata “travolta” dalle cronache federali…

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7 pensieri riguardo “Rugby 101: con Alessandro Fusco, parlando di Zebre, Nazionale e… Dondi”

  1. non c’e’ stata crescita negli utlimi anni? non sono sicuro. la Celtic una accelerazione l’ha data, si vede nei risultati della nazionale, anche nelle sconfitte, e nella tenuta fisica e mentale dei giocatori.

    che poi si doveva fare 5 anni fa, e’ sacrosanto.

    1. La Celtic è necessaria per confrontarsi nel 6N e con le nazionali di vertice. Si nota la differenza con nazioni tier2 che non crescono perché non fanno parte dei tornei maggiori per nazioni e per club. È estremamente difficile, a mio avviso, che Georgia, Canada e Romania colmino il gap con le nazioni di vertici. Pochi TM all’anno non fanno la differenza, anche se hai giocatori che militano in campionati importanti. Non è la stessa cosa.
      Il problema italiano è la base estremamente stretta da cui attingere per avere elementi da Celtic e da nazionale, problema cui accennava Munari nell’ultimo tinello. Ed è problema non di poco conto. Ricordiamoci che abbiamo perso con un’Argentina A, non con la formazione che giocherà il 4-nations. Ciò sta a significare che gli argentini hanno un parco giocatori da cui attingere estremamente vasto rispetto a noi.
      E in questo la gestione Dondi è catastrofica e che avrà ripercussioni per almeno 4-5 anni, nella mancata creazione di un movimento che formasse un certo numero di elementi all’anno per l’elite. Pensavano di aver risolto il problema con l’Accademia, ma abbiamo visto che non è così.
      Speriamo si volti pagina e si ripensi il rugby italiano.

      1. @rabbi, che dondi sia fuori dalle p…e mi fa contentissimo perche’ libera il dibattito.

        quello che dici tu e’ verissimo, pero’ e’ un fatto che l’entrata in Celtic ha avuto un impatto ed una crescita immediata sulla nazionale. quindi che crescita non ci sia stata negli anni recenti non penso si possa dire. si puo’ dire che il lavoro di Benetton ed Aironi e’ stato eccellente, ma il fatto in se rimane.

        Se per loro vale l’argentina A, noi eravamo tutt’altro che in formazione tipo. si gioca contro chi c’e’. vale la pena ricordare che a noi mancavano Lo Cicero, Parisse, Geldenhuys, Masi, Canale e Bergamirco? Burton sarebbe stato cmq prima scelta con Botes in forma?

        l’aspettative che noi dovessimo andare in argentina a fare risultato era un po’ irrealistica.

      2. Yes hai centrato il problema,ma Io sarei più preciso c’è una base stretta di veri atleti. Vatti a vedere partite di giovanili, c’è gente che gioca anche in club importanti che ai miei tempi manco avrebbero preso in considerazione o meglio dopo un pò avrebbero smesso da se,si premia la partecipazione e non il merito e le qualità e questo va bene nella fase di propaganda ma non in quella in cui devi formare gli atleti per l’alto livello.

    2. dici tu: “Burton sarebbe stato cmq prima scelta con Botes in forma? ” credo proprio di sì. L’hai visto il 6 Nazioni no? Ok Burton è quello che è, ma Botes apertura dimentichiamocelo per un pò.

      1. Infatti, Botes apertura è stata una scelta infelice e “politica”, per non avere una mediana tutta straniera. Se chiami Botes fallo giocare MM, altrimenti lascialo a casa.

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