L’IRB si butta in Rete e vuole il dominio .rugby

Un unico dominio per accomunare Ovalia anche sul web: l’International Board ha fatto richiesta all’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN, l’istituzione che gestisce i domini di tutto il mondo) per acquisire la dicitura .RUGBY per tutti i siti Internet che la riguardano.
Il presidente Bernard Lapasset si è esposto in prima persona e ha chiaramente detto che l’IRB è l’unica istituzione legittimata ad usare quel dominio perché raccogli quasi 6 milioni di giocatori distribuiti in 118 Paesi di ogni continente. Evidentemente c’è qualcun altro a cui quel dominio fa gola.

RWC 2011, il bilancio definitivo è in rosso. Ma meno del previsto

Gli organizzatori della RWC 2011, svoltasi in Nuova Zelanda e finita con il trionfo della squadra degli All Blacks, hanno chiuso il bilancio con una perdita di 31,3 milioni di dollari neozelandesi, circa 19 milioni di euro. L’annuncio è stato dato dallo stesso comitato di Rugby New Zealand 2011, una joint venture tra il governo neozelandese e la federazione rugby del paese (Nzru). Un dato che per quanto registri un pesante segno meno è comunque migliore delle previsioni, secondo cui il rosso sarebbe stato di 40 milioni di dollari locali.
A complicare le cose dal punto di vista finanziario ci sono stati la crisi finanziaria globale e, sei mesi prima dell’inizio del torneo iridato, il terremoto che ha devastato Christchurch, città che avrebbe dovuto essere una delle sedi di partite, sette che poi sono state dislocate altrove. Ora la federazione coprirà parte del disavanzo del Mondiale con 10 milioni di dollari neozelandesi (circa 6 milioni di euro) che tirerà fuori dalle proprie casse.

Finanze e bilanci della NZRU, numeri che fanno ben sperare

La federazione neozelandese ha reso noto il proprio bilancio per 2011.
Numeri in chiaroscuro con profitti non elevatissimi (9,6 milioni di dollari locali) e perdite operative in linea con quelle dei due bilanci precedenti (3,1 milioni).
Numeri che subiscono inevitabilmente gli effetti dei costi dell’organizzazione della RWC 2011, senza ovviamente dimenticare la crisi globale.
A Auckland però sono tranquilli perché le conseguenze “benigne” del Mondiale si faranno sentire nei prossimi esercizi.
Da sottlineare che la NZRU ha elargito 18,6 milioni alle Provincial Unions e alle franchigie che partecipano al Super Rugby, un impegno in linea con quello dello scorso anno.

A breve l’intero report sarà pubblicato a questo link

I conti del calcio, un mostro che divora tutto lo sport

Prima alcuni lanci ANSA di questa mattina. Quindi, in fondo, un paio di osservazioni

E’ di 428 milioni di euro la perdita netta prodotta dal calcio professionistico italiano nel 2010-2011, in aumento di 80 milioni rispetto alla stagione precedente (+ 23% ). E’ questo uno dei dati che emergono nel ‘Report Calcio 2012′, il rapporto organico presentato questa mattina presso la sede dell’Abi a Roma, dai tre soggetti che hanno promosso lo studio, Figc, Arel e PricewaterhouseCoopers, sulla situazione economica del calcio.
Il risultato è negativo in tutte le leghe. Solo 19 sui 107 club analizzati hanno riportato un utile (18%). Il totale del valore della produzione del calcio professionistico italiano nel 2010-2011 è stato pari, infatti, a 2,5 miliardi di euro (-1,2% rispetto alla stagione precedente). La serie A genera l’82% dei ricavi (era l’84% nel 2009-2010), mentre la serie B il 14% (era l’11 % nella stagione precedente) e la Lega Pro il 4% (era il 5% nel 2009-2010).
Il costo della produzione è pari, invece, a 2,9 miliardi di euro, in aumento dell’1,5% rispetto alla stagione precedente. Il 2010-2011 rappresenta il primo periodo nel quale la crescita dei costi rallenta fortemente se confrontata con il passato (+6,8% e +6,4% nel 2009-2010 e 2008-2009).
L’indebitamento complessivo della Serie A nel 2010-2011 è di 2,6 miliardi di euro ed è in aumento del 14% rispetto all’anno precedente (2,3). I debiti finanziari pesano per il 35% (27% nel 2009-2010), 16% quelli commerciali (15% la stagione scorsa), 21% i debiti verso enti settore specifico (12% nel 2009-2010), il rimanente 28% si riferisce agli altri debiti (46% nel 2009-2010).
E’ invece di 1 miliardo di euro l’apporto complessivo che il calcio italiano ha dato al fisco nel 2009. L’85% del totale (875 milioni) deriva dal contributo fiscale e previdenziale delle societa’ professionistiche italiane, mentre i rimanenti 155 milioni di euro sono relativi al gettito erariale derivante dalle scommesse sul calcio.

Le riflessioni
Ora, io di economia non ci capisco un granché. So benissimo che il pallone regala una visibilità non paragonabile a nessun altra disciplina, ma i numeri (che non dicono nulla che già non si sapesse, tra l’altro) sono spaventosi.
Se uno di noi aprisse una qualsiasi attività e dopo un anno registrasse queste cifre – con tutte le debite proporzioni – chiuderebbe immediatamente baracca e burattini.
Invece questa situazione viene tenuta artificialmente in vita dalle istituzioni che dovrebbero vigilare, dalle banche. Che avranno ovviamente i loro tornaconti, ma che poi negano appoggio e finanziamenti a realtà più piccole ma magari più solide. E non parlo solo di rugby, ma anche di tutte le altre discipline considerate “minori”.
Ok, il calcio genera anche introiti che aiutano non poco a tenere in piedi lo stesso Coni, ma così non si può andare avanti. Il mio non è il “solito” articolo contro i pallatonda, ma quei numeri soffocano i margini di crescita del rugby, della pallavolo, del tennis, del golf. Metteteci quello che volete. Soldi ed energie che se lasciassero – in parte! – una disciplina riportata a livelli finalmente sostenibili potrebbero essere riutilizzati per diffondere una vera cultura sportiva di base con corsi e strutture. E non credo che una “cura” simile ucciderebbe il cacio o la sua diffusione e popolarità.
C’è un puntata dei Simpson in cui la testa di Homer viene trasformata in ciambella. Il buon Homer a un certo punto, dopo aver finito tutte le pietanze disposte sulla tavola, non trova nulla di meglio da fare che mettersi a mangiare la sua stessa testa.
Il problema è che quella testa non rappresenta solo il calcio italiano, ma pure gran parte delle forze di tutti gli altri sport. E a me pare tutto terribilmente stupido.

Tutti i conti della RWC 2011

Il Mondiale in Nuova Zelanda è andato benissimo anche da un punto di vista economico, ma non ha raggiunto i risultati di Francia 2007. Cosa prevedibile del resto.
Il surplus è stato di 90 milioni di sterline (la previsione era di 80 milioni), con introiti commerciali di 142 milioni di sterline, il 3% in meno dell’edizione precedente.
Alle partite hanno assistito 1 milione e 350mila persone – 133mila sono arrivate dall’estero – che hanno garantito incassi per 140 milioni di sterline.
L’indotto di cui ha goduto l’economia neozelandese è stato valutato in 260 milioni di sterline.

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