Piedi a terra, chiarezza dei ruoli, concorrenza: Treviso a un passo dal paradiso

Credit ©INPHO/Ryan Byrne

Primo: tenere i piedi per terra. Secondo: tenere i piedi per terra. Terzo: tenere i piedi per terra. Il rischio più grosso che può correre il Benetton ora è quello di non sapere gestire la frenesia di raggiungere quello che è un risultato storico, ovvero l’accesso ai play-off di Pro14. Il risultato di sabato, quel pareggio contro il Leinster su un campo dove nessuno vince da un paio di anni, deve diventare un propellente per l’ultimo strappo di regular season (Munster in casa e Zebre a Parma) ma come tutti i carburanti va gestito con attenzione e cautela.
I biancoverdi hanno impedito ai dublinesi di vincere sul loro campo grazie a una meta all’ultimo respiro, arrivata però al termine di una partita sontuosa per impegno, determinazione e chiarezza di idee: le statistiche di fine gara registrano un possesso al 68% per i veneti, territorio al 63%, 306 placcaggi da parte dei padroni di casa contro i 181 dei ragazzi di Kieran Crowley. E se placchi tanto è perché sei costretto a difenderti.

Cose da non dimenticare: sabato il Leinster ha schierato solo due giocatori che erano titolari nella ben più determinante sfida di Champions Cup (quarti di finale) contro l’Ulster mentre Treviso poteva contare su tutti i suoi uomini migliori. Ma il punto è anche questo: squadre come il Leinster – che, ricordiamolo, ha 20 punti di vantaggio sulla sua prima inseguitrice nel torneo celtico – hanno sempre schierato formazioni parecchio rimaneggiate contro le italiane, o comunque molto lontane da quella titolare, riuscendo comunque quasi sempre a portare a casa la vittoria. Magari passando qualche rischio di troppo, però alla fine in qualche modo i 4 punti venivano messi in cascina. La differenza è che oggi quelle partite Treviso le vince. Perché ha un game plan preciso, una guida tecnica sicura in ogni reparto ma soprattutto perché ha testa e convinzione. Il vero successo di Crowley e del suo staff è questo: creare un’isola felice all’interno di un panorama depresso come è quello del rugby italiano di questi anni.

Intendiamoci, Treviso non partiva certo da zero. Un certo tipo di approccio, di dirigenza e di know-how dalle parti del Monigo c’è sempre stato, ma è indubbio che negli ultimi 2-3 anni è stato fatto un salto di qualità.
In molti sperano in una sorta di “propagazione” di quel metodo e di quei risultati anche al resto del movimento. Piacerebbe pure a chi scrive queste parole, ma stiamo parlando di un qualcosa che è mera speculazione. Le dinamiche sono troppo diverse per essere accostabili e per proporre le stesse soluzioni. Però alcune cose si possono replicare: una struttura dirigenziale chiara, con ruoli ben definiti. Una struttura tecnica preparata, numericamente adeguata e che gode della stessa “chiarezza” di quella manageriale. Una scelta degli stranieri oculata e funzionale alle necessità. E poi il gruppo dei giocatori italiani: abbiamo spesso detto in questa stagione che a Treviso sono tutti titolari, che il minutaggio è ben distribuito e che tutti si sentono parte del progetto e che quindi si fanno trovare pronti alla bisogna. Il rovescio della medaglia è che una maglia da titolare te la devi sudare, conquistare e poi devi saperla mantenere. C’è concorrenza. Vera. Sicuri che da altre parti sia così?

Ora la sfida a un Munster che ha storia, tradizione, blasone e una squadra fortissima, ma che – inevitabilmente – dovrà anche pensare alla semifinale di Champions Cup contro i Saracens della settimana dopo.
Testa sgombra, tranquillità, determinazione e la giusta grinta. Treviso può davvero fare la sua storia. Basta tenere i piedi ben piantati per terra. 

21 pensieri su “Piedi a terra, chiarezza dei ruoli, concorrenza: Treviso a un passo dal paradiso”

  1. Concordo pienamente su i primi tre punti! Alcune note a margine. Leinster non ha in alcun modo sottovalutato l’impegno con Treviso. La squadra scesa in campo è la titolare per la gestione “ordinaria” (esclusi cioè un paio di derby irlandesi) della regular season del Pro14, cioè quella che ha permesso di accumulare i 20 punti di vantaggio in classifica. Con extracomunitari James Lowe, Joe Tomane e Scott Fardy. Il che significa che Leinster sapeva bene che cosa poteva succedere, anche perché un anno fa il treviso aveva vinto; del resto, è anche su questi dettagli che Leinster è uno dei top club in Europa da un po’, mentre altri (esempio Glasgow) sembrano sempre vicini a fare il salto di qualità, ma poi non riescono a fare l’ultimo balzo. Ultimo dettaglio: Max Deegan (titolare fisso in Pro14) ha fatto 29 placcaggi. Ventinove. Giusto per confermare il dato di PW. Aggiungo che dalla piazzola Allan è stato molto bravo (quello che è giusto, è giusto). Ultimo dettaglio, per me non secondario. Il post è tagliato su misura per il punto di vista Treviso e non ho nulla da aggiungere. Ma inutile dire che il successo Benetton comporterebbe che una squadra celtica rimanga fuori (i Cheetahs quest’anno sono out). Ora, in un’ottica “espansiva” sarebbe un evento auspicabile per il torneo. Eppure, quando si tratta di ampliare l’orticello che conta, gli anglosassoni si sono sempre rivelati molto stretti di manica.

  2. Sui piedi ben saldi a terra concordo in pieno ma le mani ?

    Durante l’ultima telecronaca del 6N Munari, per me il mitico Munari, mi ha annichilito quando ha affermato che è roba di calciofili parlar di gufate.
    Annichilito perché lui è in Italia il distillato prezioso della conoscenza del rugby per cui è difficile essere in disaccordo con quello che dice e persino imbarazzante scriverlo.
    Ma il Benetton vale il rischio di una figura di merda.

    Ho conosciuto tanti atleti che hanno avuto successo in svariati sport così come allenatori o dirigenti e nessuno di loro, nessuno almeno che io sappia, è stato indenne dalla scaramanzia che è una patologia con diversi gradi o livelli di gravità.

    Se da questo morbo non sono vaccinati gli sportivi attivi figurarsi i tifosi e io, come tanti qui, sono tifoso il che è già di per sé una malattia debilitante o immunodeprimente (se si può dire così).
    Il tifoso è quindi facilmente aggredibile dal morbo della scaramanzia nella sua forma più nefasta.

    Il grande Munari dice che son robe da calciofili e io trovo il coraggio di urlare che non è vero, non son robe da calciofili, son robe che possono cambiare il destino non solo di un derby Inter Milan ma anche di un incontro di boxe, di una Milano Sanremo, di una finale olimpica di salto in alto o un mondiale di slalom.

    I religiosi, i credenti, sostengono che dio e la scaramanzia non possono convivere.
    Puttanate.

    Gli atei sostengono che la scaramanzia è un retaggio di culture antiche, mediamente politeiste.
    Puttanate.

    Gli psichiatri scrivono che lo scaramantico è un insicuro ossessivo.
    Gli psichiatri hanno ragione.
    Un tifoso, infatti, non può incidere direttamente sulla prestazione della sua squadra o del suo atleta ma può solo sperare che questi vinca e cosa c’è di più insicuro della speranza ?

    Nel rugby, poi, e nel Pro14 in particolare, si deve pure aggiungere l’incognita degli arbitri che dirigono le italiane: quasta non è forse fonte di insicurezza che a volte sfocia in ossessione ?

    Quindi no, Signor Munari no, se il sedicesimo uomo in campo è il pubblico, la scaramanzia è il diciassettesimo (il 17 porta bene).
    Punto.

    Detto questo, quando parliamo del futuro prossimo del Benetton le mani dove le mettiamo ? Non in terra, mi raccomando.

  3. Leinster schierava solo due dei titolari contro la sfida ad Ulster, ma non possiamo dire che fossero solo due titolari quelli in campo contro Treviso…
    Sono pienamente d’accordo sulla necessità di stare attenti alla frenesia, che nelle ultime uscite si è vista anche in campo; nel primo tempo di Dublino con un po’ di calma in più si poteva raccattare qualcosa d’altro.

  4. Personalmente, di questo “nuovo” Treviso mi piace moltissimo la solidita’ mentale.
    Pare piu’ una squadra anglosassone che latina 😉

  5. Egregio PW, non si metta anche lei sul livello del blog del vate(r) di Calvisano: a Dublino, la Benetton ha vinto esattemente un anno fa, il 14/4.
    Se non sembrassi irrispettoso verso i campioni d’Europa e le loro varie squadre B direi che, per Treviso, fare punti a Dublino sta diventando una piacevole abitudine.
    Scusate la felicità

    1. la vittoria vi fa belli…
      non so se apprezzo di più la filosofia di mamo o il fioretto di mauro…
      quoto gysie…

  6. Perché si continua a fare sempre un paragone con l’altra squadra italiana in pro14?
    Vera dirigenza, vera profondità, etc etc..?
    Perché non esultare è basta? Dire semplicemente che sino stati bravi e competenti? No bisogna dare il raffronto…
    Se vogliamo allora dirla tutta perché nn diciamo che quelli di Parma hanno 4 milioni in meno? Con quei soldini si può fare programmazioni,acquistare giocatori, dare profondità alla rosa,alternative,…facile così non è vero?

      1. Correggimi se sbaglio: la Fir non passa a Treviso 4 milioni? Soldi federali…che vanno a rimpinguare il budget della Benetton..
        Ora se sia giusto o meno ,non è oggetto della mia riflessione,ma fatto sta che i veneti dovrebbero avere un budget doppio rispetto alle zebre….Allora oltre ad avere una struttura solida fatta da gente preparata ,a cui va dato merito,avere da spendere aiuta, non credi?

    1. I paragoni servono per crescere, non per sminuire. È la famosa competizione. Sicuramente le Zebre hanno un passato travagliato e, forse, un budget ridotto, ma é vero pure che 3 anni fa le due squadre sono partite dallo stesso punto (ultime in pro 12) e adesso una è rimasta lì mentre l’altra si gioca i play off. Ok i budget, ma a me sembra che i giocatori delle Zebre non siano allenati come quelli di Treviso. A Treviso tutti in questi anni sono migliorari. Alle Zebre no. Anzi (vedi Canna) alcuni sono addirittura regrediti.
      Qui non c’entra il budget. Qui c’entra la qualità del lavoro svolto dal lunedì al venerdì. Dentro e fuori dal campo.
      Ripeto: i paragoni vanno fatti e chi si sente “toccato” da questi paragoni, invece di accampare scuse (budget, infortuni, ecc.) si faccia un bel esame di coscienza.

      1. Ah ok..4 milioni in meno sono scuse..mmm..vediamo cosa si può fare con 4 milioni in piu: comprare altri giocatori di livello,far rifiatare la rosa,creare concorrenza, far possibilità di crescita ad altri..ma è vero queste sono scuse.

      2. Non capisco il volere a tutti i costi criticare le Zebre. Si trascura l’insignificante dettaglio del malaccorto tentativo di privatizzazione che aveva portato la societa’ al default lasciando macerie. La squadra e’ risorta dalle ceneri ed ha disputato un primo buon campionato con un organico eufemisticamente definibile ridotto all’osso.
        In questa stagione l’ampliamento ( inferiore a quanto sarebbe stato necessario ) della rosa non ha potuto sopperire alle assenze dovute ad un numero spropositato di infortuni dovuti a traumi di gioco, in alcuni casi per falli cattivi ed inutili come nel caso di Minozzi e Violi. Con i giocatori contati non si possono fare miracoli.
        Di conseguenza i risultati ne hanno pesantemente risentito, nelle ultime settimane grazie a qualche rientro la competitivita’ e’ aumentata.
        Se il roster verra’ portato a 42 elementi + i permit players, bastano pochi innesti mirati per fare un salto di qualita’ importante. Serve per prima cosa un mediano di apertura forte che possa dare respiro a Canna per non usurarlo.

    2. Tonius 71 i budget dovrebbero essere circa : Benetton ( 4,5 Federazione, 1,8 Benetton 2,2 Altre entrate) Tot circa 8.5: Zebre 4.5 +1,5 Tot 6,00.quindi 2,5 in meno.

  7. Tonius71, secondo te 2,5 mil possono spiegare 30 punti di differenza in classifica? Oppure ci sono altre concause?

  8. Ripeto: da questa situazione le Zebre dovrebbero solo avere delle motivazioni per analizzare REALMENTE il perché di questa differenza e trovare delle soluzioni, facendo i conti con le risorse a disposizione. Qui non si tratta di paragonare le due realtà per chi sono i buoni e chi i cattivi, ma per sottolineare che, duro lavoro e di qualità, i risultati si ottengono. Non credo che qualcuno si aspetti che le Zebre lottino per i play off, ma io sarei felice se vedessi giocatori che anno dopo anno crescono in qualità.
    A Treviso oggi giocano ragazzi che, un paio di anni fa, non erano letteralmente in grado di stare in campo a quel livello, mentre adesso quando entrano non fanno rimpiangere i titolari o, addirittura, sono migliori di loro.
    Alle Zebre, tolti i soliti, vedo un abisso e lo vedo da inizio anno senza che la cosa sia cambiata.

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