Tra il dire e il fare… Il rugby italiano tra voglia (gridata) di trasparenza e una “opacità” praticata

Si torna a parlare di favoritismi per il Calvisano. I bilanci delle società del Top 12 potrebbero spazzare via (o confermare) accuse e dicerie, ma nessun club li rende pubblici sul suo sito ufficiale… E non sono gli unici. 

Nella giornata di mercoledì il blog Il Nero Il Rugby ha pubblicato un articolo in cui si parla dell’annose “accuse” verso il Calvisano, società che sarebbe indirettamente avvantaggiata sul fronte economico da parte della FIR in diverse maniere.
Il pezzo prende spunto da una dichiarazione sibillina del dg del Rovigo Giuseppe Favaretto e passa poi ad elencare tutta una serie di “casi” più o meno noti e dibattuti: la presenza dell’Accademia Fir a Calvisano, i frequenti stage e raduni di varie nazionali, la costruzione di tribune e campi sintetici a spese della FIR, quella sorta di corsia preferenziale che secondo molti è un passaggio che va quasi in automazione tra l’indossare una maglia giallonera al San Michele e lo sbarco alle Zebre, eccetera eccetera.

Nulla di nuovo sotto il sole, una rilettura di una casistica come dicevamo prima ormai annosa, ma se è ancora aperta è perché nessuno ha mai dato risposte definitive e incontrovertibili. Non lo fa nemmeno il presidente del Calvisano, di cui viene citata una intervista a Rugbymeet in cui dice:
“Non entro nel merito delle scelte della Federazione quando ha dovuto spostare l’Accademia Ivan Francescato da Parma a Remedello in provincia di Brescia per problemi di costi. Ovvio che Remedello non è una città come Parma o Milano ma dal punto di vista sportivo e delle strutture va più che bene. Mi da fastidio che venga tirato in mezzo il Rugby Calvisano perché non credo che sia la casistica specifica per farlo”.
Che è dire nulla, in effetti.

Ma il punto per me non è questo. Il punto è che a tutte queste polemiche si poteva mettere da tempo una pietra sopra con risposte definitive (sì, no, le cose stanno così, non è così perché) e con la trasparenza che dovrebbero garantire i documenti contabili. Se l’accusa è “prendi soldi dalla FIR per…” io dovrei poter verificare la cosa sia sul bilancio della federazione e, in maniera ancora più chiara e netta, su quello della società in questione.
Però c’è un problema: il bilancio del Calvisano non è disponibile, non è pubblico. Di problemi in realtà ce ne sono altri, perché non sono pubblici nemmeno quelli del Rovigo, del Viadana, della Lazio o dei Medicei. In realtà nessuna delle formazioni che prendono parte al massimo campionato italiano ha un bilancio immediatamente accessibile sul proprio sito ufficiale. Zebre e Benetton Rugby? Uguale.
In teoria quello della franchigia dovrebbe essere “compreso” in quello della FIR essendo i bianconeri al 100% federali, ma in quel documento le varie voci afferibili alla squadra di Parma – che sono presenti – sono sparse in diversi capitoli di spesa, quindi capire quanto esattamente costano le Zebre non è cosa semplice. Da sempre.

Quello della mancanza di trasparenza economica è uno dei mali del nostro rugby. Intendiamoci: non viene violata nessuna norma e alcuna legislazione vigente, sia chiaro, le società non sono obbligate a rendere pubblico il loro bilancio, però poi non si può accusare la federazione o chissacchì di essere poco limpidi.
Il fatto è che questa mancanza di trasparenza alla fine fa un po’ comodo a tutti (che oggi magari la chiarezza mi fa comodo, ma domani chissà) e aiuta ad alimentare qualsiasi tipo di accusa, a prescindere dal fatto sia fondata o solo una diceria.
Il risultato è che poi non cambia mai nulla, magari con squadre/dirigenti che si lamentano di Gavazzi ma che al posto suo alla fine non si comporterebbero in maniera poi così diversa. Che forse non è chiaro a tutti, ma Gavazzi in qualche ambiente è nato, cresciuto e maturato. Si è nutrito di un modo di fare, non viene mica da Marte. Nulla di cui stupirsi, d’altronde siamo nel paese de “Il gattopardo”.
Una opacità diffusa, che non ci fa (quasi) mai conoscere l’ammontare degli ingaggi, dei contratti di sponsor, dei finanziamenti fatti anche ai media che seguono il mondo ovale. Anche qui: tutto legittimo, ma se essere chiari e trasparenti è un vantaggio e un valore – e lo è – deve esserlo sempre, non solo quando vien comodo.

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4 pensieri su “Tra il dire e il fare… Il rugby italiano tra voglia (gridata) di trasparenza e una “opacità” praticata”

  1. giustissimo, i bilanci, tutti, dovrebbero essere pubblici, standardizzati e pubblicati in tempi precisi, il resto è fuffa.
    poi dico la mia su calvisano, non mi risulta che nessuno sia mai stato costretto a fare il percorso indicato (caldamente consigliato, offerto la road map anche a costi bassissimi ed altro sì), ch, in effetti, un collegamento diretto tra la società e le strutture federali non c’è (la collaborazione sì), ma pensiamo che c’è gente che si è gestita centri formazione in casa, che i vantaggi strutturali erano a disposizione di tutti (poi saperlo prima degli altri o avere i bandi ad hoc aiuta), e ricordiamo che, alla fine, in campo la squadra la mettevano contro gente che ha strutture e soldi, non contro dilettanti, quindi può aver avuto vita più facile, ma il modo per annichilirla c’era e nessuno l’ha fatto, evidentemente per propri interessi.
    ecco, se venisse fuori che prende o ha preso soldi dalla fed in maniera non lecita (nel senso che le altre non potevano avere accesso a certi fondi) o che ci siano stati palesi vantaggi, allora il discorso è diverso e potrebbe essere un reale terremoto

  2. “…dei finanziamenti fatti anche ai media che seguono il mondo ovale”. Chissà a chi è riferita sta frase… mah mistero 😉 😉 😉
    Vedo che comunque riesco ancora a dare spunti per articoli come questo, che sembra una risposta a quanto commentavo in quello sul bilancio fir disperso. Andreottianamente dubito che non pubblichino niente per non rendere palese ciò che è palese comunque. Tutto legale appunto, del resto siamo il paese dove il paladino della lotta a ruberie e corruzione Di Pietro, una volta diventato ministro ha stipulato la concessione delle autostrade con delle belle clausole segrete, sicuramente a tutela degli interessi generali dello stato, di tutti nonché ovviamente della trasparenza. E se n’è pure vantato dopo il crollo del ponte, il fenomeno. Meno male che è una cosa molto lontana dall’ambito del rugby italiano…. zicchete…

  3. “non viene violata nessuna norma e alcuna legislazione vigente”.
    Forse non viene violata nessuna norma perchè la legislazione vigente è inadeguata ed insufficiente…?

  4. Premesso che non sono/sono stato un rugbista e quindi non ho competenza di materia di rugby ma sono un commercialista posso dirvi che le società come Calvisano, che sono costituite sotto forma di società di capitali, sono obbligate a depositare i bilanci al registro imprese. Questi bilanci magari non conterranno tutte le informazioni che si vorrebbero avere ma si possono scaricare dal registro imprese.
    P.S. Complimenti per il blog

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