Torna la rubrica che punzecchia protagonisti e parole dal mondo del rugby. E stavolta tocca a un personaggio che dice una cosa di grandissimo buon senso, ma che ne parla come se non potesse farci nulla. Invece.
“E comunque resto convinto che non tutti a vent’anni siano pronti: Lazzaroni adesso è un giocatore internazionale, ma a Treviso i primi due anni ha giocato pochissimo. Sarebbe stato meglio che avesse fatto più partite, magari giocando anche in campionato“.
Traduciamo? Proviamoci: se avessimo un sistema che consente a un giocatore di spostarsi senza impedimenti tra le due franchigie celtiche e un club dell’Eccellenza questi potrebbe giocare di più, recuperare prima e meglio da un infortunio. E sono i primi due esempi che vengono in mente a chiunque nel giro di un paio di secondi. L’eterno dibattito ovale italico degli ultimi anni. E chi scrive ha esternato più volte la sua posizione.
Ma qui oggi più che il contenuto c’è da sottolineare chi quella frase l’ha pronunciata. Un giocatore che dice la sua sulla faccenda? No. Un dirigente delle due franchigie che indica una via da seguire? Nemmeno. Allora è probabilmente un giornalista che esprime la sua opinione? Neanche. Magari è il ct Conor O’Shea che negli scorsi mesi ha indicato quel tipo di soluzione come una strada assolutamente da percorrere? Potrebbe essere lui, in effetti, ma no, non l’ha detto. Non in questo caso.
La frase che apre questo articolo è tratta da una intervista al presidente federale Alfredo Gavazzi pubblicata sul numero di questo gennaio da All Rugby. Ovvero l’uomo che ormai da qualche anno ha la possibilità e il potere di fare in modo che quel movimento a salire e scendere diventi realtà ma che finora non ha fatto nulla affinché avvenga. Ipse dixit.
Sul perché su questo fronte non ci si muova possiamo discutere a lungo: i club non vogliono, i club votano il presidente e quindi questo ha le mani legate eccetera eccetera, ma non oggi. Oggi c’è solo da sottolineare che per come è strutturato il nostro movimento se un presidente vuole può far approvare qualsiasi norma, fosse anche solo a titolo sperimentale. Può quantomeno costringere il nostro rugby a discuterne sul serio. Basta volerlo davvero. Certo, parlarne solo in maniera saltuaria non presenta quasi nessuna controindicazione. Però…
Che G abbia e sue responsabilità è lampante come un supernova di prima grandezza ma io penso che i club in compenso siano un buco nero dupermassiccio.
Ottimo riferimento ad una canzone di Elio…come non darti ragione…
Mi chiedo se qualche giornalista ha mai chiesto a Gavazzi perché, dopo averne parlato tante volte ed essendo passati tanti anni da quando è diventato presidente, non è ancora riuscito a realizzare quanto dice.
In altre nazioni mi aspetto che possa succedere, ma qui da noi temo che nessuno voglia fare domande scomode a nessuno.
Se posso dire una cattiveria io credo che una delle squadre che più si avvantaggia del sistema attuale sia proprio Calvisano, e che questo sia uno dei principale motivi per cui tutto rimane com’è
Altro motivo è che con l’assistenza dello stato/fiamme oro si rispiarma un altro po’ di denaro che altrimenti dovrebbe sborsare la FIR
Il sistema dei permit per essere accettato dai club (com’è giusto che sia) dovrebbe essere finanziato dalla FIR/franchigie
Sempre la solita solfa.
sempre il solito ginomonza
E ne sono ontento. 👍
“una delle squadre che più si avvantaggia del sistema attuale sia proprio Calvisano”, perché? come?
“Oggi c’è solo da sottolineare che per come è strutturato il nostro movimento se un presidente vuole può far approvare qualsiasi norma”… sei sicuro Paolo? Io non lo so… forse si, forse non se vuole essere rieletto.
Bisognerebbe andare da Gavazzi e da tutti i presidenti di Eccellenza e porre questa domanda 3 volte al giorno finchè non rispondono o chiamano la polizia.
ciao
i Consigli Federali sono da sempre una sorta di ufficio vidimazioni delle decisioni presidenziali, quindi il problema non sta lì.
Quello che dici dei presidenti dei club è vero, ma quindi significa che abbiamo un presidente “commissariato” dalle società? Io non credo. Se si vuole un compromesso accettabile per tutti lo si trova. Se si vuole. Oppure non dici le cose che hai detto nell’intervista.
Però quelle cose le dice e il compromesso ancora non è stato trovato, da anni ormai. Quindi ci manca un qualche tassello del puzzle delle motivazioni.
La mia ipotesi rimane quella che G vorrebbe ma i club no, e che sì, lui avrebbe il potere di farlo e il coniglio federale non lo fermerebbe ma che rischierebbe a questo modo di non essere rieletto. Non vedo altre spiegazioni.
D’altra parte, come dice sopra memoriadiunatestatagliata, Il sistema dei permit per essere benvoluto dai club avrebbe bisogno di essere finanziato dalla fir, ma la fir non ha soldi in avanzo e vorrebbe che i club prestassero giocatori quasi gratis. I club sperano di guadagnarci qualcosa, la fir non ha i soldi per finanziare la soluzione e il risultato è questo immobilismo perenne.
Mi pare anche Forgione abbia detto “basterebbe volerlo davvero”, ma il suo club non ha problemi di soldi come gli altri club.
L’unica speranza penso che sia un insperato influsso di denaro per la fir.
La vedi diversamente?
Io credo che manchi la volontà politica di farlo. Che il prezzo sarebbe (potrebbe essere) la rielezione. Però bisogna allora riconoscere che una misura che secondo tanti (tantissimi, a partire da COS) aiuterebbe non poco non viene messa in pratica perché alla fine potrebbe costare il posto a un singolo. Un po’ triste, non trovi?
La politica è spesso triste e il fine è spesso solo quello di essere rieletti. Il sistema in questo caso sembra proprio autolesionistico nel lungo periodo visto che la nazionale è la fonte di tutti i soldi della fir, compresi tutti quelli che arrivano ai club. Ma allora bisognerebbe cambiare il sistema di elezione del presidente e dare più potere a giocatori, arbitri eccetera e toglierne ai presidenti dei club. Al momento se il presidente di un club vuole votare per Gavazzi (per qualsiasi motivo), anche se 200 altri tesserati di quel club non concordano la loro voce praticamente non conta, il voto è a blocchi. Per avere un sistema veramente efficiente e immune da distorsioni ci vorrebbe che ogni tesserato disponesse di un voto.
Rileggendo la ripartizione dei voti per l’elezione del presidente federale (Statuto Federale, Art.20, pag.11, http://www.federugby.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=2&Itemid=787&lang=it&usg=AOvVaw303mh2dkL31_SJbfZTSw2x) siamo proprio sicuri che il numero dei voti che le società d’Eccellenza assomano (dato che nella questione-permit tutti i club delle altre categorie non son coinvolti) sia tale da determinare il “potere di veto” da parte di esse? Oltretutto, non mi pare che nelle ultime tornate elettorali ci sia stata unità d’intenti, neanche tra i soli club veneti d’Eccellenza.
Il problema dei Permit Player è legato alla scarsa sensibilità verso la Nazionale da parte dei Club di Eccellenza. E tu puoi mettere tutti i soldi che vuoi sul tavolo ma se all’inizio del discorso non c’è una visione comune su cosa è bene per il nostro rugby allora si parlerà sempre e solo di problemi (a costo anche di inventarli) e mai di soluzioni.
@xnebiax (ti rispondo volentieri visto che scrivi sul forum per discutere non per trollare) è un dato di fatto che i futuri giocatori pro di rugby passino spesso per Calvisano (Violi, di Giulio, Minozzi, Mbandá, Giammarioli, Lovotti per citarne un po’) mentre con un sistema a permit distribuito gli stessi giocatori andrebbero a distribuirsi su più società.
I giovani promettenti vanno giustamente a Calvisano perché è il modo migliore per mettersi in mostra (società organizzata, vincente e del presidente) o Fiamme Oro visto che si sistemano per il futuro, ma rimane il fatto è che è un sistema che favorisce alcuni e a mio parere danneggia il campionato di Eccellenza
Vero che molti vogliono andare a Calvisano perché offre l’opportunità di essere sotto osservazione da parte delle Zebre, ma rigiriamo la frittata: ipotizziamo per assurdo che Rovigo o Viadana fossero società che prestano volentieri giocatori alle franchigie, ci perderebbero forse nell’immediato perché avrebbero qualche assenza importante per qualche partita, ma l’anno successivo molti più U20 andrebbero di buona voglia a questi club perché saprebbero che da lì la strada per le franchigie sarebbe aperta quanto lo è a Calvisano.
Quindi per me è una politica autolesionistica da parte dei club che decidono di non prestare giocatori.
Forse è anche merito del Calvisano se sa attrarre i giovani di talento (probabilmente senza nemmeno dover promettere stipendi più alti).
ho provato a rigirare la frittata ma è rimasta attaccata sul fondo (boh forse ho messo poco olio)
Ricordiamo anche che nell’anno del blocco delle retrocessioni una regolamentazione dei permit sarebbe stata particolarmente propizia.
sbaglio o qualche anno fa fu proprio Zambelli a rifiutare di fornire dei permit alle celtiche?
Vero, a Treviso. E Munari nel tinello disse che, pur essendone dispiaciuto, capiva la scelta e la rispettava.
Certo, la scelta deve essere rispettata.
Dare un giocatore sul quale si sono investiti danari e magari è stato pure speso per racimolare qualche sponsor, non è facile.
Lo sarebbe se il tutto fosse regolamentato e se al Club venisse riconosciuto non solo un compenso ma anche una copertura “mediatica” per ciò che ha fatto.
Ripeto: la Franchigia deve rappresentare e dare visibilità a tutti il Club (e i loro sponsor) che le cedono o ne ricevono giocatori.
Ci deve essere un coinvolgimento a tutto tondo altrimenti rimangono ….
Quello che mi domando io invece è: ma l’intervista di All Rugby era prevista con domande concordate preventivamente?
No, perché altrimenti è difficile spiegarsi come mai un giornalista esperto (si presume) di una testata specializzata,perciò con cognizione di causa, non abbia fatto seguire alle affermazioni sopra riportate del presidente federale la semplice e doverosa domanda su come mai nulla è stato ancora fatto per una risoluzione del problema.
Fuori tema, ma non troppo.
Di lá, da Fumero, si legge che f.i.r. vorrebbe prolungare il contratto a O’Shea.
Sarebbe la seconda decisione intelligente in tanti anni di vuoto assoluto.
Ma, se ho capito bene, a lanciare il messaggio semi-subliminale è stato Ascione sulla cui credibilità nutro legittimi dubbi.
Mi fa ridere chi afferma che “sono le società di Eccellenza a bloccare” , e Gavazzi quando ne ha avuto necessità ha cambiato le cose senza tante storie
vi ricordate la norma dei “Numeri 10 e 15 di Formazione italiana” cancellata giusto per far giocare a Calvisano uno di formazione NZ ? .
Basterebbe una leggerissima modifica alla circolare informativa , una riga nel paragrafo “trasferimenti” per risolvere oltre l’80% di questi problemi
“I Giocatori formati (quelli che hanno fatto almeno 2 stagioni U18 , è il parametro attuale per il pagamento dell’indennità di formazione) da una società , mantengono il tesseramento anche con la stessa”
Oltretutto sarebbe il giusto premio per chi i giocatori li forma e non li compra
Intervento da sottoscrivere in pieno, assieme al pirmo di @memoriadiunatestatagliata.