Fare di necessità virtù: Benetton e Petrarca aggirano il muro di parole sui permit players

Treviso cede in prestito Filippetto ai padovani ma il giocatore si allenerà ancora in Ghirada e nel caso di un suo non utilizzo in Pro14 potrà giocare in Eccellenza. Una pezza intelligente ma obbligatoriamente cervellotica per ovviare a un problema che viene affrontato solo a colpi di annunci. Che da anni rimangono solo tali.

Succede che Filippo Filippetto viene ceduto in prestito al Petrarca Padova dal Benetton Treviso: il motivo è un infortunio. Uno stralcio del comunicato del club biancoverde:

“Prosegue il lavoro di collaborazione intrapreso dal club biancoverde con le società del territorio. Questa volta è con il club padovano che si è giunti all’accordo che prevede il passaggio di Filippetto alla squadra guidata da coach Marcato per permettere al giocatore, fermo dall’aprile 2016 per la lesione al crociato anteriore del ginocchio destro, di riprendere l’attività di alto livello. Tutto ciò a conferma dei buoni rapporti esistenti tra i due club, che quest’estate hanno visto il giovane tallonatore Makelara fare il percorso inverso e vestire la maglia biancoverde anticipatamente rispetto alla scadenza del contratto che lo legava al Petrarca sino a giugno 2018”.

Fin qui potrebbe essere una normale operazione di rugbymercato. Poi vai a leggere le parole del direttore sportivo del Benetton, Antonio Pavanello:

“Filippetto continuerà a svolgere gli allenamenti durante la prima parte della settimana in Ghirada, per poi spostarsi a Padova dal giovedì qualora non dovesse essere utilizzato da noi come permit player. Ringraziamo il Petrarca Rugby per la costante collaborazione e la gentile disponibilità mostrata”.

Gli fa eco il suo corrispettivo del Petrarca, Corrado Covi: “Si è ritenuto opportuno regolamentare attraverso un accordo di collaborazione tecnica tra due società ‘amiche’ la situazione dei permit players. E’ chiaro che la filiera attuale del rugby italiano prevede la collaborazione tra le società di Eccellenza e quelle del PRO14, e con questo accordo cerchiamo di renderla più omogenea possibile”.

Bene, ma anche no. Bene perché siamo di fronte a una “sistemazione” sensata della questione permit players (ancorché legata a un caso singolo e contingente condizionato da un infortunio), male perché il dare un inquadramento generale intelligente ed efficace a questo annoso problema dovrebbe essere un compito che spetterebbe a qualcun altro. Quella tra Benetton e Petrarca è una pezza, una bellissima pezza se vogliamo, ma sempre pezza rimane.
Il fatto è che del problema permit si parla da anni, sin dall’inizio dell’avventura celtica, ma per qualche inspiegabile motivo non si è mai voluto dare una inquadratura definitiva e duratura. Il famoso “su e giù” tra franchigie e club dell’Eccellenza è sempre stato lasciato nella sua fase embrionale, a volte è stato bypassato ma la sua organizzazione è sempre stata lasciata un po’ nel vago, con scappatoie e uscite secondarie che all’occorrenza potevano essere prese senza incorrere in infrazioni di regolamenti.
In alcuni casi l’attuale sistema può anche aver dato dei risultati positivi, ma il bilancio complessivo non è certo positivo. Si arriva così alla vicenda Treviso/Petrarca, con i biancoverdi che cedono in prestito un loro giocatore al club d’Eccellenza ma lo tengono per la maggior parte della settimana e nel caso di un suo non utilizzo in Pro14 può giocare in Eccellenza. Una bellissima pezza dicevo poco fa, pure cervellotica però.

Eppure trovare una soluzione non è impossibile, il “chi paga chi” è oggettivamente un problema ma è affrontabile e superabile, basta volerlo. Ci si siede attorno a un tavolo e una soluzione la si trova, non si sta parlando di dare concretezza al teletrasporto. Invece da noi cosa succede? Che si fanno annunci, si rilasciano dichiarazioni e si pubblicizzano intenti, che sono magari di buon senso ma che alla fine rimangono tali, perché non si quaglia mai, non si decide mai.
A metà aprile del 2013 – ad esempio – la Commissione Eccellenza della FIR si trova a Bologna e le cronache del tempo ci raccontano di un sistema di permit player che dovevano essere “al massimo due per squadra, che però saranno disponibili tutto l’anno e non solo nelle finestre azzurre, e scelti da una lista che i due club celtici dovranno presentare entro settembre. A ogni franchigia saranno abbinate sei squadre, non con criterio geografico, ma di classifica: cioè una delle due sarà abbinata alla prima, terza, quinta, settima, nona e undicesima classificata; l’altra alle altre”. Così il Gazzettino. Se ne è fatto qualcosa? No.

Un anno dopo, il 7 aprile 2014, il presidente Gavazzi incontra i presidenti dei club d’Eccellenza informandoli che anche nella stagione successiva la normativa non cambia ma a febbraio 2015 i media parlano dell’intenzione della FIR di indicare un gruppo di atleti che si sarebbero allenati con le franchigie per poi eventualmente tornare al club d’Eccellenza in caso di non convocazione.
Ancora il Gazzettino, 11 luglio 2016, dove si legge che la FIR vorrebbe legare i club a Zebre e a Benetton, con le due franchigie libere di pescare in quei bacini. Si scrive che Calvisano, Viadana, Fiamme Oro, Reggio Emilia e Lyons Piacenza starebbero con le Zebre mentre Mogliano, Petrarca, San Donà, Rovigo e Lazio si legherebbero a Treviso.
Più recentemente il presidente Gavazzi ha ribadito lo stesso identico concetto, quello cioè di creare due bacini legati alle due franchigie, ma la ciccia è che tra luglio 2016 e fine settembre 2017 non è stato fatto nulla. Zero. Solo annunci e parole. Poi Benetton e Petrarca trovano una soluzione artigianale, ma almeno tirano il sasso nello stagno.

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32 pensieri su “Fare di necessità virtù: Benetton e Petrarca aggirano il muro di parole sui permit players”

    1. Perché non guardano i campionati esteri, tipo NPC ad esempio..guarda se si lamentano là se qualche ABs gioca semi e finali..

  1. Ci sono ormai argomenti che come d abitudine rispuntano fuori regolarmente di anno in anno e pare che ancora non si siano stancati di starne a discuterne.
    I permit sono uno dei tanti casi di federazione debole e di conseguenza sotto ricatto elettorale dei club. Non si è mai avuto il coraggio di mettere in chiaro che ruolo ha l Eccellenza, se è un campionato di sviluppo per accedere alle franchigie oppure un entità a se che può permettere di accedere persino alla nazionale maggiore, storiella vista ma poco credibile se non per nulla….
    Treviso e Padova trovano un accordo che teoricamente può reggere per tutta la stagione, ma ci sono considerazioni che vanno fatte e che magari qualcun altro club potrebbe porsi. Mettiamo che all ultima di campionato si dovrà decidere chi accederà ai P.O. e la sfida tra 4 e 5 è proprio uno scontro diretto tra Padova e X…Chi vieta a Padova di fare un infornata di Celtici da Treviso, magari con la Benetton già fuori da tutti i giochi, per poter accedere alle fasi finali e soprattutto beneficiare del corposo contributo???
    Si alzerebbero polveroni, accuse e quant altro che spaccherebbe sicuramente il clima all interno dei club…
    E’ così difficile fare una riforma semplice e lineare per tutti??? Veramente c’è ancora chi crede che l Eccellenza sia la massima espressione del rugby italiano? Sicuramente è un buon campionato per attirare pubblico e mettere in mostra i talenti del futuro, ma mettiamo le cose nel giusto ordine.

    1. Ian, non c’e’ nessuna riforma che possa ovviare al problema al quale fai riferimento tu. nessuna.

      Basta invece accettare che quella e’ una croce che i club d’eccellenza prendono per il bene del movimento. la croce che tocca alle celtiche? pagare i giocatori.

      1. Una c’è, la più semplice di tutte… rimodulare i bonus economici alle società, dare soldi in base al materiale umano che forniscono al movimento e vedrai che si risolve anche la questione P.P.

      2. sono daccordo, e’ quello che intendevo quando dicevo che le risorse devono arrivare dalle celtiche. ma non e’ soluzione alla percezione che il campionato sia “falsato”. allora mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte. un sistema cosi’ non esiste.

    2. Il “Permit Player” non può avere una soluzione indolore, non esiste e chi continua a scriverne o non lo sa o fa finta di non saperlo. Guardare al modello anglosassone è fuorviante perchè là, non mi stancherò mai di dirlo, il sistema reclutamento-società-Nazionale è profondamente diverso dal nostro.
      Comunque, patetico, esaltare la soluzione Filippetto-Padova-Treviso, come se fino ad ora il sistema non avesse consentito l’ “arruolamento” dei P.P.
      Il tema non è tanto il ruolo che si vuole dare all’Eccellenza, ruolo che nelle affermazioni di quasi tutti i presidenti è abbastanza chiaro, ma quali risorse economiche mettere in gioco per la soluzione del problema.

      1. Trovo invece che sia giusto esaltare questa notizia e spero possa dare uno spunto alle altre società di pensare seriamente ad una possibile “soluzione” per gestire al meglio questo tipo di situazione.

        Il fatto che il sistema, la FIR, non blocchi questi “arruolamenti, come dice AdG, non vuol dire che faciliti le cose. La neutralità non va esaltata.

      2. Scusa daniS ,ma i Permit Player sono anni che giocano in Pro12/14, Vorrei solo capire perchè Filippetto merita la tua attenzione e non Licata. E cosa ha di diverso il “caso Filippetto” dai casi Mbandà, Di Giulio, Panico degli anni scorsi o i “casi” Zanon, Iacob, Rimpelli e D’Onofrio?

      3. Ad esempio che è un caso esattamente inverso, non la società di Eccellenza che lo cede ma quella di Celtic?

  2. Come dice spesso Munari non c’è nulla di male dal copiare, penso che anche altri paesi usino qualcosa di simile ai permit, andiamo a vedere come gestiscono il tutto e cerchiamo di adeguarlo a noi

  3. “Sotto ricatto elettorale dei club” ??? mai affermazione più ridicola e lontana dalla realtà :

    – 1 Le elezioni sono passate da mò, e passeranno altri anni (purtroppo) prima di tornare a votare
    – 2 La FIR è quella che ha imposto i numeri 10 e 15 di formazione nazionale salvo poi rimangiarsi tutto quando qualcuno doveva schierare Haimona, è sempre la stessa
    che applica o meno il regolamento secondo chi è coinvolto (vedi caso sangue/sostituzione/HIA)
    – 3 La maggioranza dei club di eccellenza è schierata contro la attuale dirigenza

    La verità è ben altra : la FIR non ha MAI voluto semplicemente fare ordine in questa faccenda per due ragioni :
    – NON vuole trattare con le società , ma gestire dall’alto i giocatori (e qui non lo può fare anche solo per ragioni concrete assicurative)
    – NON vuole che le società di eccellenza e Benetton e Zebre trattino fra di loro

    La soluzione esiste , ed è quella utilizzata in quasi tutti i paesi davanti a noi nel ranking : doppio tesseramento , anzi sarebbe opportuno che il giocatore formato da un club possa sempre tornare a giocare in questo se vuole.

      1. Beh, Mez, nemmeno il modello di efficienza e tempismo, dai… era il 2012 che Treviso chiedeva un sistema permit serio o una seconda squadra/accademia… capisco che tu sia impegnato e con focus al campo, etc… ma non puoi negarlo adesso…
        poi, tu che sei dentro, mi sai dire qualcosa delle novità/rivoluzioni promesse da COS & C?
        Senza polemica, quali sono state? e… per favore… non dirmi Atkinson e collaborazione franchigie/nazionale… 😉

      2. Ermy il 14 abbiamo l’incontro con Steve Aboud, appena sento cosa propone ti farò sapere..
        anche se a grandi linee sappiamo già dove si interverrà e cosa ci chiederà, in particolare riguarderà le categorie U16 e U18..
        domattina invece abbiamo l’aggiornamento e ripasso delle nuove regole che ci han presentato qualche settimana fa..

    1. Candidati alle prossime elezioni e se vincerai farai tutte le tue ottime modifiche e migliorie, che, sin sicuro, nel giro di qualche settimana ci porteranno a competere con gli ABs!
      Ma come abbiam fatto a non pensarci prima. 🙂

    2. Antonio, mi sembra che la trattiva diretta eccellenti/celtiche, e’ forse uno dei pochi modi in cui il sistema e’ andato avanti fino ad oggi.

      1. delle celtiche con qualche eccellente. Se l’andare avanti in ordine sparso a seconda del momento ti sembra il meglio possibile… Ma a ognuno il suo no?

      2. Paolo, non confondere le cose.

        Il sistema come dovrebbe essere secondo me l’ho detto piu’ volte. questo non e’ nemmeno lontano parente.

        io rispondevo ad Antonio che diceva che la FIR voleva fermare le trattative dirette tra societa’, che invece negli ultimi anni ci sono sti eccome, anche solo per necessita’.

    3. Non hai citato la frase che veniva prima, ovvero che all’ apice di tutto c’è una federazione debole, che per paura non inimicarsi i club grossi elettori, non mette mano a nulla…che poi la maggior parte dei club sia contro l’ attuale federazione non mi risulta affatto, magari a parole, ma nei fatti? Tolta Rovigo non vedo altri club in contrasto

      1. Mr Ian, la FIR è talmente sotto ricatto dei club che ha potuto ridurre il massimo campionato a livello amatoriale, sottratto sponsor etc. i club di eccellenza che hanno votato Gavazzi si fa presto a contarli : San Donà ,Fiamme Oro , Mogliano .

        Intanto vedo che come al solito si fanno battute e si evita accuratamente di rispondere nel merito. Tutto pur di togliere responsabilità a chi le ha : la Federazione e la sua Dirigenza ha avuto non solo ogni potere, ma nemmeno il vincolo di dover presentare le proposte in Consiglio Federale (anche se stavolta con 2 consiglieri di opposizione) o semplicemente di metterle per iscritto .

        Sono stati i club di eccellenza a stilare un bilancio di previsione sballato completamente? Sono stati loro ad impedire che si facesse un accordo con TRC?

  4. C,e’ Banks dal primo minuto ,significa che ha energia in corpo ( ok , M.K.in panca ),a dispetto del suo problema fisico.
    Bene.

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