Spazio Elettorale – Marzio Zanato e quello che manca all’Azienda Rugby italiana

Per chi frequenta il mondo del rugby, quello di Marzio Zanato è un nome conosciuto e rispettato. Marzio è candidato a consigliere federale, in sostegno di Gianni Amore, e mi ha inviato questa sua riflessione che vi giro con grande piacere:

Federazione Italiana Rugby come Azienda !!
Da anni, nelle diverse frequentazioni di questo ambiente e soprattutto in relazione al vertice del Movimento si sente parlare, argomentare, sovente “chiacchierare”, a proposito di tale binomio o necessità di trovare fermi punti di contatto tra le due tipologie di Organizzazione.
Il concetto di ORGANIZZAZIONE
E quando serve una Organizzazione? Ogniqualvolta si deve svolgere una attività complessa, questa si rende necessaria con due regole basilari quali LA SPECIALIZZAZIONE DEI RUOLI e il COORDINAMENTO TRA I VARI RUOLI E FUNZIONI.
Nella Aziende STRUTTURATE, i meccanismi organizzativi si basano su due fondamentali principi :
• La DELEGA di alcune funzioni (SPECIALIZZAZIONE)
• Il meccanismo di COORDINAMENTO (GERARCHIA)
In particolare la DELEGA non deve essere confusa con la “regalìa” di alcune funzioni da parte del VERTICE GERARCHICO per il mantenimento di tale STATUS QUO.
Proprio come le persone, le aziende crescendo assumono una fisionomia via via più matura e complessa. Conseguentemente, i gradi di specializzazione dei ruoli aziendali aumentano e le “fasi” tipiche del processo di crescita delle aziende sono le seguenti:

• Organizzazione SEMPLICE;
• Organizzazione FUNZIONALE;
• Organizzazione DIVISIONALE;
• Organizzazione per PROCESSI.

Non voglio dilungarmi oltre nella elaborazione di un manuale “ORGANIZZATIVO” ma riscontrare come la CRESCITA ECONOMICA del Movimento di Vertice (una crescita economica non programmata ma “arrivata” grazie alla partecipazione al Torneo del “Sei Nazioni” e alla conseguente aumentata visibilità mediatica capace di determinare introiti) non coincida ad oggi con la crescita della Azienda Italiana Rugby nell’interezza del suo MOVIMENTO, inneggiata a vario titolo più per autocelebrare il Vertice di Governo della FIR, che nella realtà oggettiva dei fatti.
La realtà oggettiva che mi porta a constatare questa non coincidente crescita si fonda sui parametri di OSSERVAZIONE e VISSUTO “costruiti” personalmente prima di impegnarmi nel ruolo di Tecnico Federale (ruolo al quale sono arrivato dopo 40 anni di percorso formativo teorico e soprattutto sul “campo” condividendo la vita di Club prima come giocatore ed in seguito per 22 anni quale EDUCATORE, FORMATORE e poi ALLENATORE).
Non ho colto nel periodo trascorso in Federazione gli elementi fondanti dell’Organizzazione quali DELEGA (necessità di avere delle specializzazioni) e COORDINAMENTO (una gerarchia chiara e funzionale e dei RUOLI il cui parametro fondamentale di VALUTAZIONE sia il concetto di PERFORMANCE = CAPACITA’ x COMPETENZA x QUALITA’ PERSONALI x MOTIVAZIONE).

Con la crisi economica è divenuta quotidianità la parola ETICA in ambito Organizzativo. Ciò per il tentativo da parte delle Aziende di trovare un elemento che crei differenziazione positiva nei segmenti di mercato cui appartengono e per arginare la caduta di VALORI che i periodi di crisi generano (soprattutto per quelle Organizzazioni che pongono al centro dei loro sistemi produttivi PERSONA – RESPONSABILITA’ – VALORI CONDIVISI).
Il RUGBY (qui appare la mia visione fin troppo IDEALE di questo sport) non necessita di un richiamo all’ETICA, il RUGBY è fatto di PERSONE, il RUGBY MAN è RESPONSABILE, i VALORI non sono scritti ma sono il RUGBY nella piena condivisione di un OBIETTIVO (guarda caso un Obiettivo è detto anche META!!!) e nell’ essenza di questa DISCIPLINA.
Perché dunque assistere ad un utilizzo marketing fin troppo spinto dei VALORI di questo Sport da parte di una FIR che solo a parole si professa AZIENDA e con esclusivo riferimento al MOVIMENTO DI VERTICE?
L’idealismo mi porta a pensare che il rinnovamento può partire solo da chi ha un forte vissuto proveniente dalla base del Movimento e non abbia mai avuto “contaminazione” con quello erroneamente definito “ALTO LIVELLO DEL RUGBY ITALIANO”. Di qui il mio supportare la sfida di Gianni Amore alla conquista di un ruolo, quello di Presidente Federale, che potrà essere mantenuto, esprimere efficacia e sostanza solo all’insegna dei concetti di DELEGA e COORDINAMENTO (nel suo programma trovo questi due fondamentali aspetti).
Tentare la “scalata” al vertice partendo dalla base significa avere consapevolezza di dover non solo delegare ma fare affidamento ad un principio fondamentale di questo sport quale il SOSTEGNO per individuare (un criterio Aziendale di RECRUITMENT fondante sul MERITO e non sulla SITUAZIONE) le PERSONE che con RESPONSABILITA’ (essere RESPONSABILI significa trovarsi pronti a risolvere determinati problemi con i mezzi di cui si dispone e dunque dimostrare di essere PERFORMANTI) condividano VALORI Aziendali e riescano a generare una MISSION ed una VISION del RUGBY ITALIANO nell’interezza del suo MOVIMENTO.
La valenza della mia candidatura è all’insegna del principio di SOSTEGNO a delle idee che condivido e non certo per conquistare il ruolo di Consigliere Federale. Ho imparato sin troppo bene come INDIPENDENZA (di idee perché orientati ad un modello CRITICO di confronto e non cattedratico – ECONOMICA) e PROFESSIONALITA’ extra rugbistica siano fondamentali per risultare realmente EFFICACI nel sostegno alle idee evitando di rincorrere una carica “devoluta” più per la ricerca di ossequio da parte del vertice che per necessità di DELEGA a funzioni, nell’ambito di una Organizzazione che vuole farsi chiamare AZIENDA.

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9 pensieri su “Spazio Elettorale – Marzio Zanato e quello che manca all’Azienda Rugby italiana”

  1. bravo!
    condivido in pieno anche se non conto nulla e non conta nulla la mia opinione.
    da appassionato ma deluso, capisco quello che hai detto perchè l’ho vissuto in prima persona.

  2. solo un appunto.. troppe maiuscole! Ma Marzio è sempre stato persona di grande carattere e ha le idee sempre chiare.. penso che a modo suo abbia tanto da dare al movimento!

  3. Rinnovare, cosi come la ns classe politica segna il passo e ha perso credibilità ed è maldigerita dalla base, è tempo di una svolta anche per il governo del rugby. Tanto è stato fatto ma tantissimo è da fare come si può vedere dai programmi di Amore e Zatta. Ci voglio energie nuove, idee persone competenti e come dice giustamente Marzio, che hanno maturato un esperienza e idee proprie su come evolvere. Non so chi vincerà ma, tornado alle similtidini con la politica, ho paura nella dispersione dei voti e delle forze. Auspico quindi che ci sia una grande intesa e comunione di intenti tra Amore e Zatta per cercare in tutti i modi la discontinuità nella gestione federale delle poltrone. Fate la vs gara ma se il rischio è rimanere fermi al palo abbiate il coraggio di coalizzarvi.

  4. si può tradurre l’articolo in modo più semplicistico? anche noi ignoranti dobbiamo capire e votare, quando scrive Amore lo capisco, ma Zanato è troppo evoluto

  5. Ora si spiega anche la lettera aperta del Valsugana e la pronta risposta di Amore…

    Se Zanato allena come scrive…

  6. E’ un ottima visione di come dovrebbe essere intesa la fir come azienda e aggiungo io come azienda di servizio a disposizione delle società e dei club. Credo che la disamina di zanato sia un punto di partenza non certo di arrivo. Detto questo,credo che,indipendentemente dall esito delle elezioni federali bisogna prendere quanto di buono e’ stato fatto dalla gestione dondi ( e per me ad esempio,il lavoro di marketing – promozionale del nostro sport in questi anni e’ stato fatto molto molto bene) e bisogna cambiare,modificare certe attività che non sono state prese in considerazione ( es.divulgare e risolvere le problematiche della diffusione del rugby in alcune zone del sud Italia,oppure la valorizzare in modo oggettivo i tecnici meritevoli per la qualità di lavoro che svolgono realmente). Trovo giusta la riflessione che zanato fa quando dice che bisogna partire dalla base a livello tecnico con tecnici che vivono le log,iche dal campo. Trovo che sia anche vero che per l’alto livello bisogna affidarsi a chi l’ alto livello lo conosce veramente e se in questo ruolo l’ Italia ha bisogno di tecnici stranieri sl momento e’ giusto che sia così.

  7. FINALMENTE qualcuno che ( e che rugbyman!) affronta il problema delle prossime elezioni dal punto del programma e delle idee e non per la simpatia o meglio la presunta convenienza di scegliere chi potrebbe fare il nostro interesse e non quello più importante del rugby italiano.

  8. Non ci si deve dimenticare che nei testi di organizzazione aziendale le relazioni umane coprono un aspetto fondamentale. Se ci si dimentica che i giocatori non sono pacchi postali ma persone, con le loro propensioni e, perché no, con le loro debolezze, anche Erode potrebbe autodefinirsi educatore. L’efficienza organizzativa non può essere declamata da chi abbia un’alta considerazione di se stesso, suffragata da brevetti degni delle Giovani Marmotte ma non da risultati conseguiti nella squadre allenate. Ci serve un agricoltore che abbia seminato e curato la crescita fino al raccolto, e che con i dati del raccolto alla mano ci spieghi suoi segreti.

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