Lo so, forse il rugby non c’entra moltissimo, ma la cosa mi ha colpito molto. La scorsa settimana alcuni militari neozelandesi sono morti in Afghanistan. I loro commilitoni li hanno salutati così:
Lo so, forse il rugby non c’entra moltissimo, ma la cosa mi ha colpito molto. La scorsa settimana alcuni militari neozelandesi sono morti in Afghanistan. I loro commilitoni li hanno salutati così:
Reblogged this on alessandrodigiulio.com and commented:
Ho trovato questa cosa molto commovente, e contribuisce a rendere questa terra, la Nuova Zelanda, e i suoi abitanti sempre più affascinanti. Bravi!!
certo uno sprt onesto e leale come il rugby non ha nulla a che vedere con l’esercito e le false missioni di pace
d’accordo tipo ottomila volte.
Si tratta di una danza sacra maori..(da wikipedia..) “..danza che esprime il sentimento interiore di chi la esegue, e può avere molteplici significati. Non si tratta, infatti, solo di una danza di guerra o intimidatoria, come è spesso erroneamente considerata, ma può voler anche essere una manifestazione di gioia, di dolore…”
Come vedi, non ha neanche nulla a che fare con il rugby..e questi soldati hanno solamente manifetsato il loro dolore in una forma legata alla loro cultura..
Capisco la polemica (come al solito STERILE..) se fosse stata eseguita prima di una azione militare..ma in questo caso..è più che attinente.
Le solite risposte da comunistello da centro sociale, primo, non parlare se non sai di cosa parli, secondo, sono guerrieri che salutano guerrieri caduti. Onore a loro.
d’accordissimo. e non confondiamo i “mercenari” con i “guerrieri”, dai.
Vergognati!
commovente!!!
Roba da brividi! Roba da resurrezione!
nell’assurdità della guerra, attimi di poesia pura… grazie paolo per offrirci anche questi momenti di meditazione vera…
chi glielo fa fare ai neozelandesi di andare a sputtanarsi in afganisthan..
…sono al traino dell’impero a stelle e strisce come noi e molti altri…
Brividi e commozione. Come quando il silenzio viene suonato ai funerali dei militari in Italia. Tutto il mondo è uguale sotto una certa lente.
che bel filmato nella tragicità di quanto successo… bravi…un bell’omaggio ai loro commilitoni
Si molto commovente ed emotiva ma comunque sarebbe stato meglio che non fossero coinvolti in una guerra inutile e dannosa in cui nonostante le vite umane perdute e la gran quantità di denaro pubblico speso si continua a morire magari solo per aver fatto una festa !
SI ALLO SPIRITO DEL RUGBY NO ALLE GUERRE
Mi trovi daccordo ma i soldi la fanno da padrona a questo mondo
bravo condivido in pieno!!!!
“Guerra in campo, pace in tutto il mondo”
Lo ricordate???
Roba da brividi.Mi si è accapponata la pelle!
C’è ancora qualcuno che pensa che l’haka sia una cosa folcloristica? Alzi la mano chi non vorrebbe un estremo saluto come questo.
Verissimo,la vorrei far vedere a tutti quelli che ci scherzano su o a quelli che la scimmiottano con spot televisivi per vetture da 4 soldi
e anche chi la mette in un programma federale per premiare la migliore haka italiana..non mi stancherò mai di ripeterlo, l’haka è storia cultura tradizione, una religione in NZ..la proposta amore di dare dei premi, la trovo alquanto offensiva e indelicata..roba da circo
Giusto.(anche spot di genere femminile ) Appartiene poi ad una cultura che è sparsa per mezzo oceano pacifico…Il sistema mediatico di diffusione di questo sport “gioca anche su subliminali “strumenti mediali”
Porca paletta! Da accapponare la pelle.
comunque, Paolo, non è fuori luogo: dopotutto, li hanno omaggiati di un minuto di silenzio prima della partita, sabato. Già quello, con le foto e i nomi scanditi, era commovente
E’ il rugby che ha “mutuato” questa gestualità ..”etnica”, ma da non molto tempo: durante l’ultima guerra in nordafrica non avevano nè tempo, nè spazio, nè “possibilità” per fare ciò. Crocifiggetemi ..ma di fronte alla morte bisognerebbe mostrare più….qualcosaltro. Loro fanno moda planetaria in questo. Reazione di stile barbarico.Ad ognuno il suo.
io non ti crocifiggo, però non la penso come te. credo che sia uno stile di vita, che non sia spettacolo, che è nella loro anima, poi può darsi che mi sbaglio
Emozionante, grazie per il post.
Hai ragione Fabrizio, ma vedo un prete sicuramente quest’estratto è solo una parte del funerale, immagino si sia fatto di più.
In Nord Africa, il 28 Battaglione Maori, Seconda Divisione Neozelandese, onorava i suoi caduti esattamente cosi’. Fin dal 1940……
anche in italia!!! han dato un grosso contributo per liberarci dalla dittatura nazi-fascista!!! infinitamente grati (in particolare al fratello di mia nonna!!!)
Ci sarebbe da ..discorrerne….ma il senso del blog almeno è “editorialmente” salvo.
se teniam conto che l’haka è un rituale “religioso” prima che sportivo (noi lo conosciamo solo nel rugby, al massimo come “danza di guerra”), non dovrebbe stupire più di tanto.
commovente comunque. dev’essere anche parecchio liberatorio!
Un Popolo meravglioso… non come noi…. 😦
Non condivido la tua affermazione.
O almeno la seconda parte: se siamo i primi a ripetere sempre che facciamo schifo….chi credi che avrà voglia di dire il contrario?
Loro son sicuramente un popolo diverso da noi, in alcune cose migliore però…per favore…smettiamola di tirarci sempre la pala sui maroni stile Tafazzi….e dai….
Una tribù iper-grezza subdolamente “infiltrata” da Europei cementata a fatica in valori comuni. Noi siamo un “affastellamento” plurimillenario di culture barbariche e civiche molto diverso….anche qui ne potremmo parlare per chissà quanto…
nel rispetto del dolore di un funerale, che ogni razza e popolo celebra con diversi usi costumi e tradizioni, credo che sia stato un bellissimo gesto…gesto che elevava ancor più il rispetto di una comunità e di tutto un popolo ai soldati caduti…dalle immagini sembra che non sia stato assolutamente programmato e questo ne aumenta il valore…significa che in quei momenti è il cuore che comanda più di un freddo protocollo cerimoniale…onori a loro come a tutti gli altri caduti
Pö atarau E moea iho nei E haere ana Koe ki pämamao Haere rä Ka hoki mai anö Ki i te tau E tangi atu nei
ps bring the guys back home!!!
è il trionfo dello spirito di appartenenza, l’orgoglio delle origini , l’amore della Patria. Ma perchè morire in una guerra senza senso e senza fine?
È bello e commovente. Ma non importabile in Italia. L’unica alternativa in queste situazioni sarebbe il silenzio, visto che non sopporto gli applausi.
struggente,quando un’azione parte dal cuore non e’ mai fuori luogo.
l’amicizia forgiata sul campo da rugby e’ indissolubile,anche se non lo hai mai conosciuto.
qui abbiamo molto da imparare
C’è qualcuno che fa la haka per gli afganin, soprattutto civili, in qualche caso villaggi interi, morti ammazzati a casa loro dai militari della NATO per conto dell’impero a stelle e strisce?.
Già! ….:(
Fabrizio non ha brillato proprio per una frase intelligente…. La guerra fa schifo, e i militari muoiono, sono pagati per questo; non toglie però che quando muoiono dei fratelli faccia tanto male. E allora, gli sia lieve la terra, anche a questi morti per una guerra inutile.
Aggiungo (mi son scordato) che è bello vedere un reale esempio di integrazione. Un rito degli isolani fatto proprio anche dai bianchi. Non c’è proprio un cazzo di folkloristico in questo.
Ogni “cazzo di folkloristico” manifestato sulla faccia di questa terra non ha un cazzo di folkloristico. 🙂 Nelle studio delle discipline “umanistiche” ..”integrazione” ha un etimo diverso in pratica ed effetto da “valore comune” o “valore condiviso”. (senza offesa)
Penso che al mondo ci siano vari usi e costumi, il silenzio fuori ordinanza, la bandiera a mezz’asta, i colpi a salve del picchetto d’onore, i militari i corpi armati o l’esercito un’entità patriotica che si stà via via dissolvendo, in nome della globalità e dell’interscambio culturale e dei lavoratori, e poi, chi se non vi ha un reale interesse economico, può considerare una guerra giusta. Credo solo che il dolore strozzato in gola, per la morte di un’amico può prendere varie forme, e perchè no anche un’haka commovente, ONORE AI GUERRIERI CADUTI.
E’ difficile trovare le parole giuste per commentare l’ultimo gesto di pietà verso chi ha condiviso anche l’ingiustizia della guerra, oltre che l’amicizia e l’amore verso le proprie tradizioni e origini.
parlate con i militari che preastarono e/o prestano servizio in aree di guerra, guardateli bene negli occhi quando vi raccontano le avventure, alle volte divertenti altre volte tragiche, vissute con i loro commilitoni che sono divenuti loro fratelli e capirete questa haka.
ha qualcosa di epico ,da pagine dell iliade ,bellobellobello nella sua tragicità
Fosse per i “comunistelli” non ci sarebbe stata nè questa haka nè queste lacrime… veramente inutili al progresso dell’umanità.
Forse una cosa ci trova tutti d’accordo: politica e sport vanno tenuti distinti. Il rugby è ancora uno sport sano, soprattutto nei valori. Aiutiamo tutti a preservarlo. Ciao
Grillotalpa!..Hai vinto 🙂 dopo aver gettato sassi in uno stagno ho preso morsi da pitoni e vedove nere..ora mi eclisso soddisfatto. Sic transit gloria mundi.
io sono paracadutista e per molti anni ho giocato anche a rugby….ho avuto la fortuna di vedere una haka dal vivo durante una partita degli all blacks….sono due situazioni di vita uniche,messe insieme in un simile contesto diventano uniche!!! amo sempre dire testa da paracadutista,carattere da rugbista
… lasciamo il giudizio ai caduti che sicuramente appieno ne hanno compreso il significato….. e lasciate a me la commozione….