Siamo Aironi, non killer… purtroppo

Da La Gazzetta di Parma di ieri, a firma di Michele Ceparano

In inglese si dice «killer instinct». E’la capacità, sportivamente parlando, di chiudere la gara,di «uccidere» l’avversario. Una caratteristica che agli Aironi finora è mancata quasi sempre. E’ accaduto anche venerdì scorso ultimo giorno dell’anno, allo Zaffanella di Viadana, dodicesimo turno di Magners League. In un triste «remake» del match perso in casa 9-10 con l’Eidimburgo (ma in Celtlic si potrebbero scomodare anche il 15-22 contro Ulster e il 15-10 subito da Treviso nel primo round della vigilia di Natale) i ragazzi di Rowland Phillip sono stati meritatamente in vantaggio per quasi tutta la partita contro il Benetton ma non hanno saputo chiudere il match e, una volta sotto, hanno sprecato almento due occasioni per vincerlo. E’ stato all’80esimo quando Tito Tebaldi (sotto tono il mediano di mischia nocetano che forse ha sentito troppo la gara) ha mandato a lato un piazzato e, a tempo ampiamente scaduto, allorchè Laharragua ha un po’ troppo frettolosamente optato per un drop. Forse il francese sperava di ripetere l’exploit di Heineken Cup contro il Biarritz quando, per la prima volta in questa stagione, il «killer instinct» non è mancato alla franchigia di Viadana e Parma. Invece gli Aironi sono andati mestamente al «terzo tempo» e avranno anche passato un capodanno amaro.E dire che le occasioni per festeggiarlo ci sono state eccome, contro un Benetton in certi momenti apparso come la copia sbiadita di quello visto in questa prima parte della stagione. Un po’ sbiadito , ma certo non a corto di killer instinct. Quello, la squadra di Franco Smith, ce l’ha eccome.Infatti ha prevalso, seppur di pochissimo, e gli Aironi non possono certo rallegrarsi per il punticino guadagnato che non muove assolutamente la loro deficitaria classifica e non fa neppure morale.Adesso Rowland Phillips, l’uomo che ha sostituito Franco Bernini al timone, dovrà ricoprire anche il ruolo di psicologo per capire cosa accade. Per il momento però perfino lui, dopo il fischio finale, ha lasciato intendere di non avere ancora trovato la «cura» per guarire la squadra. “Dire che ci manca il “killer istinct” – ha ribadito – è forse un po’ troppo riduttivo». Riduttivo, ma non sbagliato. Infatti, poi il capo allenatore gallese ha ammesso: «Quella contro il Treviso era una gara che potevamo e dovevamo vincere».
Sta di fatto che gli Aironi sono lì, sul fondo della classifica, a quattro punti e ancora a secco di vittorie in Magners, mentre in Heineken un successo l’hanno ottenuto. Troppo poco. Occorre perciò una sterzata e al più presto, altrimenti quella che inizierà venerdì da Cardiff sul campo dei Blues può trasformarsi in una nuova «traversata del deserto».

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