Spazio Elettorale – Franco Ascantini e il problema della formazione

Franco Ascantini è uno dei grandi nomi del rugby italiano. Giocatore, allenatore, dirigente e mille altre cose. Avercene. Ascantini alle prossime elezioni federali si presenta come candidato a consigliere federale in quota tecnici, appoggiando la corsa a presidente di Gianni Amore. Mi ha scrito una lettera aperta che vi giro. Io intanto rinnovo l’invito a tutti i candidati di ogni schieramento: se volete parlare da questa piccola tribuna, non avete che da contattarmi.

Ciao Paolo come ho già scritto ritengo che il mio vecchio amico Dondi con cui ho lavorato come tecnico federale negli anni ottanta sicuramente ha fatto un ottimo lavoro nel rapporto con tutte le altre federazioni, con il mondo importante del rugby. Otttimo rapporto con il Coni grande capacità di rapportarsi con televisioni e sponsor tutto a grande vantaggio del nostro mondo.Basta pensare ai 70.000 spettatori all’OLIMPICO. In quella occasione io mi sono commosso ho pianto. Tutto questo è un dato di fatto indiscutibile e tutti dobiamo ringraziarlo. Il punto su cui ho avuto sempre da ridire è che in questi anni non si è mai pensato ha far crescere la scuola rugbystica italiana. Scusa il mio dire si è costruita una scuola tecnica di yes-man sempre pronti a modificare la loro convinzioine tecnica a seconda del tecnico straniero in arrivo. Manca completamente il lavoro di base . I tecnici regionali non collaborano con presenza costante in particolare con le piccole società. Usano solo il metro e la bilancia per segnalare dei giocatori giovani che poi finiscono nelle Accademie.
Mancano nelle società gli educatori che sappiano, rispettando i giovani nella loro evoluzione, arricchendoli di destrezza e di tecnica individuale e collettiva. QUESTO è IL VERO PROBLEMA CHE SI EVIDENZIA DRASTICAMENTE quando i nostri giovani grossi e forti competono a grosso livello.
Caro Paolo c’è anche un altro grande problema il numero dei giovani che giocano: pensa per poter fare il campionato giovanileUNDER 19 si devono far giocare insieme i 17/18/19 e 20 enni con tutti i problem evidenti tra un uomo e un ragazzo. Ci sarebbe tanto altro da dire che puoi trovare sui vari siti. Qeste sono le mie considerazioni di cui sono profondamente convinto e che ho sempre trasmesso.

36 pensieri su “Spazio Elettorale – Franco Ascantini e il problema della formazione”

  1. Franco, hai qualche problemino con la lingua italiana, ma sulla sostanza sono d’accordo con te 😉

    Dondi ha gestito benissimo alcuni aspetti e malissimo altri (come e’ normale per le persone): adesso le societa’ possono scegliere per la continuita’ o per la discontinuita’.
    Personalmente, dopo aver avuto continuita’ per cosi’ tanti anni, sarebbe il caso di voltare pagina, senza pero’ buttare via, ne’ dimenticare gli aspetti positivi precedenti.

    Non mi piace demonizzare gli avversari, che sono pur sempre persone, e apprezzo questo aspetto nel tuo intervento.

    1. Caro hull non ho fatto a tempo a far rivedere il mio scritto alla mia dolce metà Angela prof. di lettere io sono solo un insegnante di ed.fisica un forte abbraccio franco

  2. sacrosanto quello che c’è scritto su questa lettera, ma come non bisogna demonizzare l’avversario concedendogli gli onori per quello di buono che ha fatto, verissimo, non bisogna neanche minimizzarne gli errori gravissimi che sono segnalati, ma non imputati alle persone giuste. se in FIR avessero preso me per allenare la nazionale e mi avessero tenuto 10 anni a prescindere dai risultati ridicoli, io sarei un buffone, ma i veri “delinquenti” sarebbero quelli che mi hanno scelto o non mi hanno mai buttato fuori perchè magari impegnati a fare solo “politica” (con questa parola si intenda tutto il corollario di attività nazionali, internazionali ed economiche di una federazione sportiva)

    1. mia personale impressione è che si scarichi più la colpa sui tecnici incapaci che su chi li mette e li mantiene nelle loro posizioni, la mia critica era rivolta a questo, se la mia impressione è sbagliata meglio così, allora mi trova ancora più d’accordo

  3. quoto..come non esser d’accordo..è il vero problema del rugby italiano, ma non lo si scopre certo ora..quel che stupisce è che non si sia fatto nulla o quasi per invertire questa tendenza..però 70mila all’olimpico eh!?! 🙂

  4. Oramai, lo sanno anche i muri che il problema e’ chi si occupa dell’area tecnica del rugby Italiano, soprattutto alla voce movimento giovanile (Ascione in primis)..

      1. ……sono da poco nel rugby giovanile e tre anni fa quando ho fatto presente al sig, Ascione (durante una riunione in Abruzzo ) che il progetto di base era carente di trasparenza amministrativa , carente di spiegazioni le cose sono cambiate…..Bene, io devo riscontrare che da due anni il progetto di base e’ trasparente e chiaro per tutti…….e io non sono un FILOFEDERALE!!!!!!! Poi non conosco il passato e gli eventuali coinvolgimenti di Ascione con il movimento giovanile…..

      2. è piu riferito al metodo di reclutamento..il famigerato teorema ascione..taglia e kili..è molto piu facile costruire dopo il fisico che la tecnica individuale..e non credo basti la parola di un tesserato filofederale o meno a far cambiare lo status quo di un comitato regionale o addirittura federale..ma se ne sei convinto…

    1. Io vorrei vedere un bel giorno una analisi dettagliata e particolareggiata dei costi e dei risultati del Progetto Scuola (Tullio Rosolen) in anni e anni.
      Solo curiosita’.

      1. …..il vero problema…il sig. Rosolen che, sei parte della sua metodologia degli yes man ok , altrimenti ti boicotta a danno di tutto e tutti……e le prime vittime sono i ragazzi. Altro che progetto scuola…….

  5. Caro Franco,
    fidati, ai tecnici regionali e a quelli ASA, viene chiesto di usare, in primis, proprio il metro e la bilancia. Il famoso progetto altezza.
    Quindi, con questo geniale progetto, da Noi non sarebbero mai venuti fuori Genia, Williams, Dominguez e tanti altri.

    1. scusa ma volevo precisare che di williams ce ne sono ben due uno in galles e uno a treviso ed entrambi mi sembra che con metro e bilancia non vadano proprio daccordo!!

  6. Quoto….se Zatta e Amore facessero cartello unico il rugby italiano non avrebbe nulla da perdere anzi ci avrebbe tutto da guadagnare. Naturalmente alcune cose che ha fatto la Fir/Dondi in questi anni non deve essere buttato via anzi deve essere mantenuto, certo come ha detto parecchie Munari nel suo Tinello, il movimento italiano manca di una certa attenzione alla base e questo forse, anzi è il difetto del movimento rugbystico italiano.

  7. Come e’ possibile, se abbiamo piu’ iscritti del Galles, non riuscire a fare campionati giovanili?
    A cosa seve il Progetto Scuola, Rosolen e i suoi compari in F.I.R.? Serve ad avere tesserati, e le deleghe dei presidi, per poter poi fare legalmente tutto quello che si vuole, senza ascoltare chi il rugby lo pratica e lo vive. Vi ricordo che quando Rosolen era presidente della Tarvisium, con la prima squadra in serie A , e’ riuscito a distruggere il settore giovanile, gran vanto della Societa’. Percio’ l’incarico Federale e’ stato quanto di piu’ sbagliato ci portesse essere in ottica di crescita del rugby nelle scuole.

      1. …anche la quantita’ e’ falsa. I dati sono caricati da tutto il progetto scuola che alla fine producono molto poco negli anni successivi e i numeri delle Under 16 sono l’evoluzione…..in Italia ci sono 231 squadre di Under 16 e possiamo quantizzare in 5000 ragazzi (e siamo anche un po’ larghi) il potenziale dei futuri giocatori……………………questa e’ la nuda realtà. Se non si arriva a 15.000 ragazzi in Under 16 e’ inutile pensare di aumentare le accademie che sono solo la concentrazione di politiche centraliniste e di amici degli amici…….devono aumentare i campi da gioco, le club house, le società, e premiare di piu’ le società virtuose…….

  8. @Antonio Mi fido benissimo delle tue parole, Antonio. Io, in passato e attualmente, critico la gestione Ascione del movimento giovanile perché, appare mio, non ha prodotto risultati soddisfacenti per un movimento come il nostro.
    Ho visto che hai fatto il nome di Rosolen che, sinceramente, non conosco bene. Se vuoi darmi delucidazioni sul personaggio (per cultura personale) te ne rendo grazie in anticipo.

    Un saluto

    1. …..e’ difficile che qualcuno possa modificare un qualcosa quando la strada intrapresa e’ sbagliata. Il rugby in Italia (nel settore giovanile cardine U16) ha numeri bassissimi….5000 ragazzi dalla sicilia alla valle d’aosta. Ci vorrebbe un politica di espansione con campi club house e incentivi alle società virtuose .Quindi non e’ un problema di Ascione o di altri nei vari posti ….discorso diverso per Rosolen e il Progetto Scuola. Per capire di cosa sto parlando vai a Roma a vedere le finali dei campionati delle scuole o le fasi regionali al sud. Sai quei mal di pancia che non vedi l’ora che passano…….E tu devi pensare che fanno il possibile per creare cavilli ed evitare che la tua scuola possa partecipare….te la fanno desiderare e non vale niente ….La scuola e’ indispensabile ma con certi personaggi che trasmettono dall’alto soltanto Potere e’ difficile immaginarsi risultati diversi. Ci vuole umilta’ nel fare il proprio lavoro e rispettare le persone con cui ti confronti anche se non la pensano come te…….

  9. Il sistema formativo degli allenatori così come è strutturato non funziona, dato che manca di qualità, di competenza e di conoscenza inoltre è generalista e teorico. Bisognerebbe dividere la formazione dei tecnici in funzione con chi si confronta in tre settori: minirugby, settore giovanile e senior e non con una progressione gerarchica esclusivamente in base all’età e alla categoria

  10. Ascantini ha centrato perfettamente il problema : poca, troppo poca tecnica.
    questo però è una conseguenza diretta di 3 fatti – i nostri ragazzi :
    -Giocano troppo poco
    -Giocano ad un livello competitivo troppo basso (campionati “facili”, regionali
    -Sono troppo pochi a giocare (e non ad essere tesserati…)
    Negli ultimi 3 anni la federazione è intervenuta su questi tre aspetti
    … PEGGIORANDOLI!
    -eliminato campionato u.20 nazionale
    -eliminato campionato u.18
    ecc. ecc.

    Nel programma di Zatta (anche di Amore, ma meno strutturato) è ben affrontato questo problema con delle soluzioni interessanti, in “quello” di Gavazzi c’è solo la proposta di fare 12 accademie che giocherebbero tra loro , ricreando di nuovo la mancanza di competizione e la chiusura verso l’esterno che è il limite peggiore della situazione attuale…

  11. Questi commenti mi sembrano giusti ma io mi chiedo come mai queste cose non siano venute fuori un po prima da persone di peso… Ovvero, oggi Ascatini che Paolo definisce (e non lo métto in dubbio) “uno dei grandi nomi del rugby italiano”, ieri un consigliere federale…. Péro per troppo tempo c e’ stato solo vittorio (e forse pochi altri) àd avéré le palle per parlare…
    Scusatemi ma tutto questo mi fa arrabbiare…

    1. Ciao Albe spero di avere la fortuna di conoscerti salutami Vittori forse lui potrà darti qualche informazione a presto franco

      1. Franco, il mio disappunto e’ dovuto al fatto che il pensiero di vittorio lo conosciamo pubblicamente (e non parlo delle telecronache) mentre le idée di altri il popolo come me le scopre solo ora. Non métto in dubbio che le tue idee siano convinzioni maturate da tempo ma credo che per convincere la base, e quindi guidare il cambiamento, vi sia bisogno di tempo e di una cassa di risonanza. Credo infatti che l efficacia

      2. … del duo zatta/munari (se bastera’) sia anche dovuta alla visibilita’ delle opinioni di vittorio, mai troppo noscoste à livello pubblico.
        Spero comunque che in un modo o nell altro vi sia un cambiamento.

  12. Sono d’accordo con la diagnosi, peraltro tante volte evidenziata dai partecipanti a questo forum, ma di un candidato mi aspetterei delle proposte per risolvere i problemi…

  13. …se si leggono i due programmi elettorali “antagonisti” si riescono ad individuare alcune metodologie di intervento (forse più pragmatico zatta/munari, più poetico amore…:-) )… quello che, a mio parere, è del tutto assente nei programmi stessi (ed in mancanza di dati di bilancio recenti forse non potrebbe essere altrimenti) è una quantificazione budgetaria determinata (non percentuali che poi, lo sappiamo, vanno e vengono a seconda di come le si interpreta) delle risorse che si dovrebbero allocare (o che sarebbero necessarie) per questa, quella o quell’altra ancora azione di formazione… in definitiva, leggendo dall’esterno e dall’estero quanto accade in questa fase preelettorale, pare di assistere alla solita manfrina italiota del tipo “voi votatemi, per intanto, che al vostro bene e benessere ci penso io, dopo…” … e forse non è un caso che, sempre dall’esterno e dall’estero, la tendenza che si può intravedere in questo momento ricalca il vecchio adagio “chi lascia la via vecchia etc etc …”

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