Un articolo scritto da Brendan Wallace
A poco meno di un mese dall’inizio del 6 Nazioni femminile, dando rapidamente un’occhiata alle rose delle 6 pretendenti, ci si può già fare un’idea piuttosto chiara dei temi che saranno proposti dal torneo, cominciando dall’Inghilterra alla quale non si può che attribuire il ruolo di favorita. Il XV della Rosa si presenta sostanzialmente con la stessa squadra che ha sfiorato la vittoria in Coppa Del Mondo. Solamente Sarah Beale e Amber Pentrith hanno deciso per il momento di prendere una pausa, che però non è detto sia definitiva. Le inglesi con un coach ed un capitano ampiamente riconfermati lasciano presagire che anche per questa edizione la corsa sarà aperta solo per la seconda piazza.
Quella che dovrebbe essere la principale antagonista delle inglesi è la Francia, ma se si scorre la lista delle atlete che comporranno il gruppo per il 6 Nazioni, ci si accorge che non ci sono i nomi Sandrine Agricole, Fanny Horta e Marie-Charlotte Hebel ovvero il meglio delle transalpine all’ultimo 6 Nazioni ed all’ultima Coppa Del Mondo ed allora viene da pensare che la campagna francese non si presenti come una delle più semplici.
Della nuova Irlanda senza Jo O’Sullivan, Orla Brennan ed Helen Brosnan si sa già da tempo e sono proprio le parole del coach irlandese a descrivere meglio la situazione di quasi tutte le squadre: “sarà un anno in cui dovremo preoccuparci poco dei risultati e molto di ricostruire il gruppo”.
Nella parte bassa del tabellone dello scorso anno troviamo Italia, Galles e Scozia.
Le Highlanders hanno già iniziato la loro campagna di preparazione al torneo giocando un’amichevole con la Spagna il 3 Gennaio. Senza un’allenatore, senza Donna Kennedy, Lynne Reid (il capitano dell’anno scorso) ma soprattutto senza Lucy Millard la più talentuosa tra le giocatrici scozzesi (eletta miglior centro al mondiale londinese), le scozzesi hanno presentato una squadra notevolmente ringiovanita con dodici nuove giocatrici nelle ventidue schierate. L’esordio non è stato dei migliori. Le ragazze col cardo hanno tenuto un tempo e poi sono crollate subendo ben cinque mete dalle iberiche campionesse d’Europa in carica. Al momento potremmo ipotizzare la Scozia come la più debole delle sei.
Anche il Galles dopo la non brillante Coppa Del Mondo ha iniziato una completa ristrutturazione, in parte voluta in parte imposta dal ritiro delle molte veterane della squadra. Mel Berry, Jamie Kift, Catrina Nicholas, Gemma Hallett, ma soprattutto Naomi Thomas (56 caps con la maglia numero dieci) e Non Evans vero momumento del rugby femminile gallese e mondiale: 87 caps e 64 mete con la maglia del Galles. In più la Scozia e come la Francia al momento è senza allenatore ed a meno di un mese dall’inizio del 6 Nazioni questo non è certamente un dato positivo, mentre il Galles ha appena scelto come nuovo coach Kris De Scossa, sperando che non sia già troppo tardi per preparare al meglio il torneo.
Per quanto riguarda l’Italia, le azzurre di Di Giandomenico e Porrino (nuovo Scrum Coach azzurro) sembrano avere tutte le carte in regola per confermare quanto di buono è stato fatto lo scorso anno. Il gruppo è sostanzialmente lo stesso, con atlete ancora piuttosto giovani ed alcuni inserimenti che già hanno dato ottimi risultati nella recente Coppa Europa, nella quale le azzurre hanno conquistato l’argento. Irlanda (a Rovigo) e Galles (a La Spezia) sembrano essere partite alla portata delle azzurre così come la Scozia pur da affrontare in trasferta. Tutte queste però sono naturalmente solo supposizioni, l’ultima parola sarà quella del campo.