Una settimana (scarsa) al Sei Nazioni 2018, un torneo che stiamo tutti sopravvalutando

Il prossimo week-end scatta la competizione più amata e attesa di tutto il mondo del rugby, ma per l’Italia quest’anno le sfide più importanti sono altre: le due di giugno con il Giappone e quella di novembre con la Georgia. Partite che diranno quale è davvero il nostro posto

Sì, lo ammetto, il titolo di questo articolo è una “provocazione” (Dio come odio quella espressione…, però è quella roba lì). Che in realtà un torneo con la tradizione e l’importanza del Sei Nazioni non ha paragoni in tutta Ovalia, ché Rugby Championship, pure nelle sue varianti passate del Tri-Nations, e lo stesso Mondiale non hanno quella storia alle spalle. Quel fascino. Il Sei Nazioni è IL torneo. Anzi, IL Torneo, con la “t” maiuscola. E che nell’emisfero australe se ne facciano una ragione.
E allora perché quel titolo? Perché gli snodi veri dell’Italia quest’anno sono altri. Tre per l’esattezza: il 9 giugno, il 16 dello stesso mese e il 10 novembre. Nelle prime due date gli azzurri affronteranno il Giappone, prima a Oita e poi a Kobe, mentre in autunno sarà la volta della Georgia.
Televisioni, quotidiani, siti e periodici parleranno parecchio del Sei Nazioni, soprattutto questa settimana, ma poi spegneranno le luci sulle sfide di giugno, che – al solito – saranno seguite quasi esclusivamente dai media specializzati. Andrà un pochino meglio per Italia-Georgia, che potrà godere dell’attesa della sfida tra gli azzurri e gli All Blacks, ma la stampa generalista non si occuperò un granché (quasi per nulla, a dirla tutta) delle tre sfide più importanti dell’anno che vedranno protagonista la nostra nazionale.

Inghilterra, Irlanda, Francia, Galles e Scozia, ovvero la sequela che ci attende da oggi a metà marzo, ha sicuramente grande fascino ma a meno di clamorose sorprese è una cinquina che difficilmente ci regalerà sorprese. Il duo iniziale vede inglesi e irlandesi strafavoriti, sono oggettivamente ad un livello per noi oggi irraggiungibile. Un anno fa è vero che per quasi 70 minuti abbiamo intontito il XV di Sua Maestà in quel di Twickenham con la “fox”, ma va pure ricordato che alla fine quella gara l’abbiamo chiusa con quasi 40 punti incassati. A Roma con gli irlandesi andò pure peggio: 10-63.
Le partite contro bleus, dragoni e scozzesi sulla carta sono un po’ più accessibili, ma più per le mancanze dei nostri avversari (assenze e infortuni, soprattutto) che non per un oggettivo merito nostro. Certo mancano ancora un po’ di settimane, pure loro hanno un po’ di problemi e bisognerà vedere come ci si arriverà a quelle sfide, il Sei Nazioni è un torneo lungo e logorante, il campo può cambiare parecchie carte in tavola, magari a nostro favore – lo spero vivamente – ma la situazione oggettiva è quella appena descritta.

Il Sei Nazioni di quest’anno, per quanto importante (e lo è), non può quindi essere paragonato al peso specifico che avranno la doppia sfida al Giappone e quella con la Georgia. Sono partite il cui risultato dirà un po’ a tutti quale è davvero il nostro posto, senza alibi o quasi.
Il Giappone è in una fase di grande crescita e consolidamento, ci ha già battuto nel giugno 2014 ma allora non godeva del credito che ha ora. La Georgia da anni chiede in maniera più o meno esplicita di entrare nel Sei Nazioni, o con un allargamento o al posto nostro o con una sorta di spareggio tra la squadra che vince il cosiddetto Sei Nazioni B e l’ultima classificata del torneo principale.
Gli est-europei hanno sempre perso contro le squadra del Tier 1 ma hanno pure avuto poche occasioni di sfidarle, ora l’andazzo cambia e lo scorso novembre i georgiani sono usciti sconfitti dalla gara in casa del Galles dopo aver fatto soffrire le pene dell’inferno alla mischia dei dragoni che per superare 13 a 6 gli avversari nei minuti finali si è rifugiata anche nelle uncontested scrums.
Battere la Georgia a novembre per noi è fondamentale per mettere a tacere le voci di questi anni e per mettere un bel punto fermo tra noi e loro. Che se dovessimo uscire sconfitti da quella partita… non voglio nemmeno pensarci.
Quindi sì, nel 2018 Giappone e Georgia peseranno tantissimo. Squadre che nel ranking ci sono già davanti ma che nella nostra testa hanno ancora da pedalare prima di raggiungerci. Certo, se dovessimo fermare Inghilterra, Irlanda e Galles la prospettiva muterebbe, ma oggi questa è una ipotesi di fantarugby. Spero di sbagliarmi, ovviamente, ma…

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45 pensieri su “Una settimana (scarsa) al Sei Nazioni 2018, un torneo che stiamo tutti sopravvalutando”

  1. “Provokaciya”! Però PW ha pienamente ragione dal punto di vista tattico. Per quanto può valere, considerato che il rugby è uno sport di squadra, attualmente i georgiani sparsi per Francia (soprattutto) e UK sono in netta flessione.

  2. Concordo al 100%. In particolare a Novembre dobbiamo scendere in campo con il coltello fra i denti, come se fosse una finale mondiale.

  3. Non so il perché non sopporti il termine Provocazione, a me fa tenerezza (se mai un sostantivo possa di per sé far tenerezza) perché mi ricorda gli anni di gioventù e quel “Provocazione di chiara marca fascista”. I miei coetanei immagino saranno d’accordo: tenerezza.
    Sul Giappone e soprattutto sulla Georgia non hai ragione, di più. Quella sarà la vera sfida e non nego che già ora mi fa venire un pochino d’ansia.

  4. Solita foto di copertina degna di nota

    Spero nel pareggio in Giappone e nel cappottone alla Georgia

    Però una piccola riflessione polemica:
    ma questi georgiani che fino all’altro ieri manco esistevano come nazione con quali risultati si presentano a chiedere certe cose? ma comincia a vincere con qualcuno di serio e poi ne riparliamo, a cominciare dall’italia a Novembre e poi semmai chiedi
    sono veramente anni che si sente sta solfa ridicola della Georgia che dovrebbe sostituirci nel 6N ma non ha mai collezionato nessuno scalpo importante, MAI

    ma i fatti contano solo a casa mia? boh…

    e comunque World Rugby ha modificato i calendari internazionali dal 2020 quindi mangiare polenta e poi ripresentarsi, e se sei meglio passi tutti d’accordo

    1. i georgiani non sono comparsi dal nulla: stanno all’unione sovietica come il veneto all’Italia…
      non sono matusalemme ma mi ricordo che noi le si prendeva spesso e volentieri dall’Unione Sovietica come dalla Romania…

      che i georgiani non abbiano ancora fatto scalpi eclatanti dipende anche da quante opportunità hanno avuto di sfidare le tier 1…
      non vale la proprietà transitiva ma loro sono tornati vincitori dal tour del pacifico…

      la fortuna è che il 6N è un torneo privato (mi verrebbe da dire ad inviti) e non un campionato europeo per nazioni… pensa a quante volte ci saremmo meritati la retrocessione e come, se fossi il primo degli esclusi da quel banchetto, vorresti almeno la possibilità di sfidare l’ultima arrivata…

      in ogni caso ci sono talmente tanti infortuni quest’anno che quasi quasi una la possiamo vincere pure noi…

      1. @fracasso amo così tanto il Veneto e i veneti che il paragone è improponibile. Sono andato a rivedere le formazioni dell’URSS che affrontarono l’Italia e di georgiani ce n’erano pochi (l’estremo [!] Dzagnidze). Peraltro, sappiamo bene che in Georgia il rugby è da parecchio uno sport praticato, anche per le somiglianze con il “lelo” (non per vantarmi, ma io ne venni a sapere nel 1996…). Ad ogni buon conto: il general manager degli Azzurri (non O’Shea, a cui la cosa può interessare relativamente) dovrebbe iniziare a mettere la data della sfida con la Georgia sulla lavagna. Senza paura alcuna: a novembre World Rugby ha rotto tanto le palle con la meta di un georgiano al Canada, che era stato battuto agevolmente. ieri il Canada (con i suoi pezzi migliori) ha perso in casa con l’Uruguay e dovrà quasi sicuramente andare agli spareggi per accedere ai mondiali.

    2. Ciao superignazzio, mi rispondesti qualche giorno fa ad un mio post.
      non ho avuto modo di risponderti e lo faccio ora. Se capitasse una tua trasferta dalle parti di Torino per qualche partita ti offro una birra molto volentieri!!!
      Tornando all’oggetto…. io invece sono deluso dal fatto che nel 2018 la nostra preoccupazione in vista del 6 Nazioni siano Giappone e Georgia di giugno e novembre piuttosto che Francia, Galles, Scozia, Irlanda ed Inghilterra (dal più battibile al meno) delle prossime settimane, a 5 anni dal 2013 anno delle 2 vittorie.

  5. Per come la vedo Io le primo due , sarebbe un buon risultato non farci sommergere, diciamo sotto i 20 di scarto, per le altre aspettiamo a vedere come ci arriviamo, nel medio 1/2 anni se lavoriamo bene e siamo al completo con i giovani talenti (pochi) cresciuti ci possiamo avvicinare ulteriormente e vincere qualcosa.

  6. Per noi la partita è quella di novembre, in casa, contro una squadra che da anni ci stuzzica e per cui anche i nostri compagni di viaggio del 6N avranno un occhio di riguardo. Non voglio nemmeno sentire che la perdiamo, mi rifiuto di pensarlo.
    A giugno invece io la vedo parecchio dura, specie se gliela mettiamo sulla corsa e il gioco rotto. Al di là che il Giappone è pieno di isolani (che ste cose quindi le sanno fare), hanno una capacità di corsa e occupare il campo da far venire il mal di testa (chiedere ai francesi). La Scozia se l’è cavata proprio perchè hanno giocatori di corsa e qualità superiore ai nipponici, ma a noi questi mancano, quindi starà a noi indirizzare le partite su binari più congeniali.
    E a Giugno io porterei davvero esordienti e tanti giovani come ultimo test per allargare lo squadrone in vita RWC.

  7. Vado controcorrente, le partite contro Giappone e Georgia non conteranno un tubo!!! Innanzitutto perché non si arriva nello stesso stato di forma, soprattutto con i nipponici, loro a Giugno sono nel pieno del SR ed in forma, l Italia arriverà scarica e magari con voglia di sperimentare, mi auguro…contro i georgiani forse potrebbe sentirsi un po’ di più, ma penso che non dovremmo mai perdere di vista le vere rivali dell’ Italia, ovvero le 5 del 6N…certo se poi il presidente della federazione dice che non so riesce a formare giocatori per i campionati stranieri, allora si dovrebbe iniziare ad avere paura di Germania, Russia USA e così via..

  8. Sia chiaro: non voglio offendere nessuno,massimo rispetto per il tuo pensiero .
    Cavolo,inizia il 6 Nazioni è stiamo già pensano ai Prox 6 -12 mesi!!!!!???
    Sono partite importanti senza dubbio,come lo sono tutti i test match . Mai concentriamoci sull’oggi. Abbiamo una partita domenica ,vediamo di giocarcela al meglio.

  9. Chiedo scusa, ma non riesco a comprendere il nesso sportivo di questo tuo articolo.
    Cioè, Paolo, tu intendi che un maratoneta, che sta per partecipare ad una Olimpiade, la snobbi puntando alla successiva maratona di New York ???

    1. Dipende da quali sono gli obiettivi oggettivi raggiungibili per quell’atleta. Se non vai bene alla maratona di Ny difficilmente potrai vincere l’Olimpiade.
      Comunque non snobbo nulla, l’ho scritto subito che era una provocazione. Il succo è: è chiaro che è molto più figo/bello/affascinante/interessante giocare Irlanda-Italia, ma le partite che dobbiamo vincere quest’anno sono altre

      1. Mica vero c’è un sacco di gente che vinceva a ny e falliva alle olimpiadi.
        E pure il contrario.
        Cmq senza il 6 nazioni il rugby italiano chiude,economicamente parlando.
        Quindi l’obiettivo è non arrivare ultimi per cercar di prendere più soldi dal 6 nazioni.
        Che poi siano importanti i TM non ci piove ma certamente non è sopravvalutato il 6N.

  10. Ti ringrazio per la risposta e perdonami se te lo dico ( col massimo dell’umiltà e del rispetto ), ma su questo concetto di concepire lo sport agonistico, noi due siamo agli antipodi.

  11. Realisticamente sarebbe bello riuscire a battere la Francia e provare a giocarsela con la Scoziae/o il Galles (anche le loro infermerie sono piene). Per il resto…la vedo dura.

  12. A livello pratico, se mi dicessero che nel 2018 facciamo 0 vittorie al 6n ma battiamo Giappone e Georgia (quest’ultima con grande distacco), io ci farei la firma.

    1. Io invece penso che sia importante fare un buon sei nazioni perché da lì vengono i soldi!
      E se non fai un buon 6 nazioni non farai neanche dei buon TM!

    2. d’impulso avrei detto firmo col sangue
      poi pensandoci sai cosa? è rugby, se non valiamo il livello è giusto essere sbattuti fuori a calci nel popò da 6N e tier-1 quindi sotto col 6N, coi test match di giugno e quelli di novembre e forza azzurri

    3. Wolfaramius, a livello pratico invece se mi dicono che non vinciamo niente al 6nazioni ma battiamo il Giappone e la Georgia io dico…mi pare il minimo sindacabile!

  13. Alla Max Catalano: sarebbe senz’altro meglio fare bene il 6 Nazioni e randellare Giappone e Georgia…. 🙂

  14. Da est o da ovest ci troviamo allo stesso punto.
    Anch’io concordo che questo 6N è l’ultimo passaggio per dare carta bianca a Cos.
    Il lavoro fatto è notevole, stava passando tutto in cavalleria con la frase “storica” che ….. tanto questi sono.
    Invece kinky ha ricordato che in un anno è cambiato il 50% dei giocatori.
    Non concordo invece sulla Fox. … alla fin fine li abbiamo ingabbiati per 25 – 30 minuti del 1T…. poi EJ ha spiegato loro le contromosse. E noi abbiamo tenuto fino al 70°.
    Un altro piccolo passo da fare è il fit per gli ultimi 10 minuti….

  15. Io dico che la “provocazione” ci sta tutta. La partita con la Georgia va vinta e basta, così come almeno una delle due col Giappone. Ma è anche vero che le vittorie, convincenti, con queste due nazionali passano inevitabilmente attraverso un 6N di livello, nel quale non “sbrachiamo” negli ultimi 20 minuti come negli ultimi anni.
    Dobbiamo andare a giocare con giapponesi e georgiani con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per batterli, non col terrore dell’ultima spiaggia. Le prestazioni del 6N sono cruciali perché possono darci morale, quello che negli ultimi anni abbiamo spesso avuto sotto i tacchi. Mi aspetto un salto di qualità fisico e sopratutto mentale: a giugno con l’Australia eravamo 27-28 a 5 minuti dalla fine, ma siamo riusciti a perdere 27-40, segno di debolezza psicologica e disabitudine a giocare per vincere. È questo l’aspetto sul quale O’Shea sa di dover lavorare. Aggiungo infine che è necessario iniziare a prendersi qualche rischio in più, anche e sopratutto in ottica Giappone e, sopratutto Georgia. I georgiani hanno come punto forte la mischia, se ci presentiamo col solito gioco fatto di calci di spostamento e maul, ci freghiamo da soli.
    Galles e Francia le gare dove potremmo sorprendere e magari l’ultima con la Scozia: il fattore campo ci può aiutare.

    1. “I georgiani hanno come punto forte la mischia, se ci presentiamo col solito gioco fatto di calci di spostamento e maul, ci freghiamo da soli.”

      Scusa ma questo non ha proprio senso.

      Se sono forti in mischia, fai bene a giocare coi calci tattici. E poi che c’azzecca combinare (come fai nel tuo ragionamento) “calci di spostamento e maul” ?

      Boh

  16. Io credo che mai come quest’anno i test match di giugno e novembre saranno importanti, e spero che a giugno non risparmi troppa gente perché se l’Italia vuole dimostrare di essere cresciuta deve dimostrarlo innanzitutto con i pari livello.

    Quello che credo che Paolo volesse sottolineare è che a giugno e novembre conteranno tanto i risultati, al 6n conterà di più l’atteggiamento in campo e la prestazione visto che i risultati è purtroppo molto difficile che arrivino (anche O’Shea ha chiarito che se le avversarie dell’Italia giocano secondo le loro possibilità vincono)

    1. Politica, @Gysie, solo politica.
      Secondo me F.i.r. dovrebbe cambiare il suo “Ministro degli Esteri”.
      In realtà non so nemmeno se esista o sia mai esistita una carica del genere ma sono sicuro che se fosse esistita o oggi esistesse, sarebbe ricoperta da Carlo Checchinato che, esattamente come Andreotti, ha ricoperto in federazione tutti i ruoli dello scibile umano.
      Suo vice, inutile dirlo, l’immarcescibile Francesco Ascione,

  17. Articolo condivisibile e intelligente. A questo punto del nostro percorso, le partite da vincere sono quelle che ha indicato Paolo. Il Sei Nazioni, però, lo aspetto non solo per vedere come sta l’Italia, ma per vedere come sta il rugby. E il fascino di questa competizione è insuperabile.

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