Troppo Sudafrica, poca Italia: ai Mondiali Juniores finisce 52-3

dall’ufficio stampa FIR

L’Italia U20 cede 52-3 al Sudafrica padrone di casa nella seconda giornata del Junior World Championship. Gli Azzurrini di Green, alla Western State University di Cape Town, tengono il campo per i primi quaranta minuti contro i Baby-Boks andando a riposo sul 19-3 ma, nella ripresa, pagano il ritmo altissimo imposto dai verdeoro che nella fase centrale della ripresa allungano rapidamente sino al 40-3 per poi segnare nei minuti finali le due mete che fissano il punteggio finale sul 52-3.

Martedì pomeriggio, a Stellenbosch, ultima giornata della prima fase contro l’Irlanda che, dopo aver sconfitto proprio i sudafricani nel primo turno, è stata sconfitta per 20-15 dall’Inghilterra e che contro l’Italia si giocherà la qualificazione alla parte alta del tabellone di semifinale.

Gli Azzurrini, per contro, dopo le due battute d’arresto registrare sinora, anche in caso di successo contro l’Irlanda non potranno evitare la parte bassa del tabellone.

Questo il tabellino del match di questa sera:

Cape Town, Western State University Stadium – venerdì 8 giugno

Junior World Championship, I turno, II giornata

Sudafrica v Italia 52-3

Marcatori: p.t. 15’ m. Small-Smith; 20’ m. Willemse tr. Pollard (12-0); 27’ m. Serfontein tr. Pollard (19-0); 29’ cp. Apperley (19-3); s.t. 11’ m. Van der Watt tr. Pollard (26-3); 19’ m. Serfontaine tr. Pollard (33-3); 22’ m. Steyn tr. Pollard (40-3); 39’ m. Kitshoff (45-3); 41’ m. Howard tr. Jentjes (52-3)

Sudafrica: Schmidt; Bovane, Small-Smith, Serfontaine, Ismaiel (28’ pt. Howard); Pollard, Van der Watt (35’ st. Griesel); Steyn (cap), Liebenberg, Majola (10’ st. Du Toit); Botha, Willemse (33’ st. Booysen); Kebble (30’ st. Dell), Thomas, Kitshoff

all. Theron

Italia: Guarducci; Morsellino, Bisegni (cap), Boni (2’ st. Bettin), Sarto (33’ st. Padovani); Apperley, Violi (20’ st. Calabrese); Zdrilich (27’ st. Riccioli), Salvetti, Zanini; Bellucci, Ferro; Ceccarelli (33’ st. Maistri), Conti (8’ st. Scalvi), Scarsini (1’ st. Drissi-Panico)

all. Green

arb. Raynal (Francia)

7 pensieri riguardo “Troppo Sudafrica, poca Italia: ai Mondiali Juniores finisce 52-3”

  1. Vi sono cose che non si riescono a capire !!!!
    La FIR organizza i campionati italiani,e avvalla le spedizioni del nostro rugby all’ estero (oltre che in Italia)
    Come può una Federazione nazionale presentarsi dinnanzi al mondo rugbystico internazionale con la “faccia tosta” di mandare allo sbaraglio un gruppo di ragazzi che “penso si dedichino allo sport con passione , ma decisamente diretti da istruttori da far ridere i polli ???
    Dondi e cia. non hanno ancora capito che con i milioni che entrano in Federazione non si colma
    la pochezza dell’ organizzazione interna ?
    Le Accademie ? per favore !!!!
    <si dirà che bisogna aver pazienza…MA SONO 50 ANNI CHE SI SENTE DIR QUESTO !!!!!
    Non sarebbe ora di fare meno cose e cercare di farle un po' meglio??
    Da piangere!!!

  2. siamo alle solite, non c’è un gioco, siamo lenti e senza idee, prima o poi capiterà l’anno buono e non arriveremo 11esimi, forse….
    sono sempre perplesso e non capisco se questo è davvero il massimo che riusciamo a produrre oppure se è la cura Fir.
    Invece Argentina e anche Galles sono le sorprese, come è giusto. sono due paesi che investono nel rugby giovanile.

  3. La cosa grave è che, fino a quando ci paragoniamo al Galles, si può ancora dire che quelli giocano a rugby da quando sono bambini, ma non ci sono scusanti nel paragone con l’Argentina, dove si gioca a calcio e a basket forse anche più di quanto si giochi qui (e con risultati decisamente migliori). Il problema è la programmazione. Non si tratta né del materiale umano, né del ritardo strutturale che può avere l’Italia del rugby, asfissiata (e questo è vero, attenzione) dallo strapotere e dalla prepotenza del calcio. Il punto è che i soldini la FIR li dovrebbe spendere per fare allenatori di buon livello e soprattutto per creare miniaccademie territoriali! Non serve a niente creare due franchigie dal nulla. Quello che penso io è che di franchigie ce ne dovrebbero essere almeno 10, una per ogni macroarea di interesse, con le sue giovanili di alto livello, con un collegamento ai club di Eccellenza, A, B e C molto più stretto di quanto non si pensi! Ha ragione Vittorio Munari quando dice che era necessario fare la franchigia in Eccellenza legata al Benetton, con possibilità di salita e discesa per i giocatori e quello è solo il primo passo! Qua bisogna cominciare a rifondare tutto. Siamo fermi all’epoca in cui la Nazionale di Coste entrò al Sei Nazioni. Da allora veramente non abbiamo fatto un passo avanti nella formazione dei giocatori. Metodi vecchi, scelte discutibili, parametri vomitevoli. Io passo alla Federazione di Malta! Poi, guardate, se vi dico della mia esperienza di quest’anno in Svizzera, c’è solo da piangere. Un Paese senza alcuna grande tradizione rugbistica, che ha realtà come Ginevra (dove più o meno funziona come una sorta di franchigia, dato che ci sono miriadi di squadra), Basilea e Zurigo Grasshoppers (che hanno praticamente una squadra per serie e le giovanili fino all’under 7, con allenatori seri, altro che) vi fa comprendere quanto poco e male lavori questa federazione con i soldi che ha. Lì vi dicono cosa potete fare, non vi mettono i bastoni tra le ruote quando lo fate.

    1. Penso che manchi soprattutto l’umiltà. L’umiltà di imparare dai propri errori, l’umiltà di mettere in discussione le scelte fatte, l’umiltà di imparare da altri.
      Nessuno ha la bacchetta magica, ciascuno ha le proprie idee, ma credo che tutti possano concordare sul fatto che l’accademia, così com’è adesso, non funziona. Anzi, è deleteria, perché rallenta il processo di formazione dei ragazzi. All’estero i pari età si allenano e si confrontano con i seniores e, in qualche caso, hanno a disposizione qualche minuto in campionato.
      Da noi la squadra dell’Accademia gioca in A1, confrontandosi con un livello mediamente basso. I giocatori sono praticamente “garantiti”, quindi manca lo spirito di competitività positiva.
      La riforma delle under, inoltre, fa perdere per strada molti ragazzi.

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