Flaminio, un futuro di abbandono?

Ernesto Menicucci e Valerio Vecchiarelli per Il Corriere della Sera, edizione romana

(…) Il 30 giugno scade la convenzione (durata 15 anni) con il Coni per la gestione di sette strutture comunali: il Flaminio, il Palazzetto, il Tre Fontane, le piste d’atletica di Caracalla, del «Paolo Rosi» e della Stella Polare di Ostia, più la palestra di via Sannio. E, da palazzo  hanno già fatto sapere al Comune di non essere intenzionati a rinnovare la concessione: «Preferiamo concentrarci su Foro Italico e Acqua Acetosa», la motivazione. Negli uffici capitolini si prepara il nuovo bando, per assegnare quelle strutture. Alcune, come il Tre Fontane, sono molto appetite: quell’area, da tempo, è al centro degli interessi dei costruttori. Su quell’impianto si è scatenata una vera e propria guerra: da una parte la «Asd Rugby Roma Club» (dove sono confluite «Rugby Roma 2000», «Rugby e altro», «I Cavalieri»,) guidata da Riccardo Mancini, ad di Eur Spa; dall’altra la «Nuova Rugby Roma» di Roberto Barilari e Stefano Bracci. Inizialmente stavano tutti insieme, poi l’alleanza si è rotta. Al bando di aggiudicazione, andranno separati. In altri casi, la soluzione è dietro l’angolo: al Palazzetto c’è già un consorzio composto da Virtus basket ed «MRoma» di volley, Stella Polare e «Paolo Rosi» sono già gestiti dalla Fidal, che probabilmente prenderà anche Caracalla.  Per rifare le piste di questi ultimi due, il Comune ha già promesso due milioni di euro.

Resta il Flaminio, quello che — anche per il Coni — era un «buco nero». Dopo il trasloco
del Sei Nazioni all’Olimpico, il rugby non c’è più. La Fir, che si vide bocciare qualche anno fa
un progetto di ampliamento a 42 mila posti, si è tirata indietro. Il calcio «minore» (Lodigiani, Cisco, Atletico Roma) è sparito. L’impianto è troppo grande per qualsiasi squadra, ma troppo piccolo per Roma e Lazio. Inoltre, occorrerebbero molti soldi per metterlo a norma, ristrutturarlo, dotarlo di copertura, n tutto senza contare i vincoli architettonici e la particolare situazione del quartiere, da dove — per le proteste degli
abitanti — già da anni sono stati «sfrattati» i grandi concerti. Lo spettro dell’abbandono, per
il Flaminio, è dietro l’angolo.

4 pensieri riguardo “Flaminio, un futuro di abbandono?”

  1. L’olimpico non e’ fatto per il rugby e neanche per il calcio..almeno che non si inventino qualcosa per invadere/coprire la pista di atletica…che francamente non viene mai utilizzata.
    Il Marassi di Genova e’ perfetto!

  2. Probabilmente sarebbe la soluzione migliore per una franchigia romana post-Aironi, se mai ci sarà…certo che è veramente un peccato, uno stadio pubblico (da ammodernare certo, ma io lo trovo bellissimo, con gli spalti così vicini al campo), quasi al centro di Roma, che rischia un disuso del genere…

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