E Mallett si tolse i massi dalle scarpe….

Subito dopo l’annuncio ufficiale che la sua avventura azzurra sarebbe finita con il Mondiale neozelandese quale che sia il risultato, Nick Mallett se l’era presa soprattutto con Carlo Checchinato, ex team-manager e ora Responsabile FIR per l’Alto Livello. Aveva invece sempre difeso il presidente Dondi e il rapporto che aveva con lui.
A distanza di qualche settimana il buon Nick non le manda più a dire. In una intervista concessa a Stefano Semeraro per La Stampa Mallett non si nasconde più: (il mancato rinnovo, ndr) Una scelta politica, non tecnica. Io sarei rimasto due anni in più perché so che ora la squadra mi segue”. Poi prosegue: “chi fa scelte politiche lo fa per essere rieletto. Mi dovevo occupare di tutto il rugby nazionale? Forse, ma con la Nazionale c’era troppo lavoro da fare. E per fare da supervisore avrei dovuto avere la possibilità di scegliere i ruoli tecnici, dall’under 20 a quelle delle franchigie di Celtic, chiamando chi vale e non chi è amico di qualcuno“. Parole pesantissime, che faranno rumore, molto rumore.
Mallett nell’intervista difende poi il suo lavoro, dicendo che nonostante i risultati la squadra è cresciuta tantissimo e spiegando che “quella di oggi non è la squadra che ho ereditato da Berbizier, senza mediani e con problemi in seconda linea. E’ la mia squadra, e lo staff non è mai così stato di alto livello”.
Infine una previsione per il rugby italiano: “Il potenziale di crescita è enorme. I praticanti sono 60-70mila su 60 milioni di abitanti. La carenza di allenatori a livello giovanile è mostruosa. Ci vuole più competizione alla base e 3-4 squadre in Celtic League con 5-6 italiani nei ruoli chiave, possibilmente in grandi città come Roma e Milano”.

4 pensieri riguardo “E Mallett si tolse i massi dalle scarpe….”

  1. grande Mallett,
    purtroppo ti hanno silurato perchè in questo paese sei un persona sincera e scomoda.grazie per tutto quello che hai fatto

  2. le squadre in celtic ci sono, nei posti dove c’è il rugby e i soldi. occorre alzare il livello dei campionati nazionali, con allenatori che almeno si prendono sky per vedere le partite che contano e prendere qualche idea… quanto poi alle giovanili, in italia ci sono due punti di vista: basta che siano grandi e grossi, anche se non sanno giocare (federazione); che sappiano giocare, che poi il fisico lo facciamo (club intelligenti). allenatori carenti a livello giovanile? è un eufemismo

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