Melegari a Il Grillotalpa: “Confermo, mi dimetto. E all’ultimatum FIR non rispondo”

“Io la mia decisione l’ho presa, le mie dimissioni sono decise. In questi termini non è pensabile di poterle ritirare. Vedremo cosa faranno in Federazione..”.
Silvano Melegari conferma a Il Grillotalpa che non è più il presidente degli Aironi. L’annuncio ufficiale sarà dato a metà aprile, ma la decisione è presa. Certo, se le carte in tavola cambiassero potrebbe riconsiderare il tutto, ma è difficile e nemmeno lui ci crede.
“Io non sono più disponibile a subire questa situazione. Già da oggi non assumerò più nessun impegno che possa avere una qualche ricaduta sul futuro, perché non sarò più il presidente”.
Ma non solo, Melegari mi svela anche una piccola “chicca”: “Lo sa che noi abbiamo ricevuto un ultimatum dalla FIR? Entro domani, 28 marzo, dobbiamo far sapere se vogliamo o meno lo staff tecnico gratuito. Quella offerta era a tempo, insomma scade. Io non risponderò, appunto perché non voglio assumere impegni che poi dovranno gestirsi altri”.
Poi i perché delle dimissioni: “Sono state completamente disattese le nostre richieste e quella che era stata definita con la FIR come una sorta di road-map di sostegno economico è venuta meno. Io fino all’ultimo Consiglio Federale ero fiducioso, ma ora…”
Per due anni gli Aironi sono stati considerati da tutti come vicini alla FIR – e mi ci metto pure io, ndr – ma forse col senno di poi si può dire che sembravate più vicini solo perché c’era qualcuno che era più lontano? Risponde Melegari: “C’è una vicinanza geografica e, credevo, di intenti. Non è così. In due anni non abbiamo mai avuto un privilegio. Mai”.

Prima di chiudere altre due battute, prima sugli “alleati” parmigiani: “Che dire, sono dei fenomeni. Volevano fare le nozze con i fichi secchi e senza cacciare un euro”.
Infine la questione staff tecnico di cui sopra: “Si sono arrabbiati perché ho usato la parola ‘scarti’. Ma io lo ribadisco: non so se si tratti di Orlandi e Troncon, anche se i rumors dicono quello. Non capisco perché uno staff che non va bene per Brunel deve collaborare con lo stesso ct lavorando però a Viadana. Non capisco quale logica ci possa essere in tutto questo. Ma forse in FIR qualcuno deve sistemare degli amici, o non so”.

26 pensieri su “Melegari a Il Grillotalpa: “Confermo, mi dimetto. E all’ultimatum FIR non rispondo””

    1. se fai una franchigia totalmente federale devi sederti al tavolo con Zatta e accettare tutto quello che di dice, non possono esistere due pesi e due misure

      1. non è che ci siano alternative….
        1)Melegari va via e con lui pure gli sponsor
        2)Tutti i giocatori di interesse nazionale dove vanno ? intendo quelli di una certa età e che sanno ancora giocare: Perugini, Ongaro, Bergamauro, Bortolami etc, etc,
        3)Chi al posto di Melegari ?
        4)Se Fir non vuole un coinvolgimento la franchigia chiude ? E a chi glielo dice alla Celtic league che non avranno un introito di 2 o 3 milioni di Euro
        5)E cosa non secondaria Benetton che fa ? Lascia o rilancia ?

      2. Ripeto che ci capisco poso di tutte queste cose, ma so come ragionano i federali (non conosco quelli del rugby ma c’ho avuto a che fare con un’altra federazione olimpica).
        Il concetto fondamentale dei federali è :”IO TI DO I SOLDI, ALLORA IO DECIDO”: ovviamente esistono le strade intermedie, del tipo “SE TI DO META’ DEI SOLDI CHE TI SERVONO, VOGLIO DECIDERE SU META’ delle questioni ed ricevere metà dei benefici che l’affare produce”. Elementarissimo, no?
        Questa situazione ha evidentemente portato degli scontri con Treviso, che una buona parte dei soldi li ha e quindi non accetta che la FIR faccia la pipì al di fuori del suo orto. Sorte diversa, finora, per Aironi che – avendo poco potere economico da mettere sul piatto in rapporto a quello (dato o promesso) dalla FIR ha mantenuto toni più dimessi, SEMBRANDO per questo più vicini alla FIR che non la Benetton. Evidentemente non era accondiscendenza “politica”, ma solo supina rassegnazione.
        E ora vediamo perché la fine prematura della franchigia lombarda potrebbe stare bene soprattutto in FIR (teniamo sempre presente IO PAGO = IO DECIDO).
        Sinora a FIR non ha mai potuto applicare sostanziali disparità di trattamento tra le due franchigie: il CONI stesso – che analizza i bilanci – avrebbe potuto creare grossi problemi.
        Ma questa situazione è scomodissima per i federali, perché non può fare la voce grossa con Treviso – che avendo i soldi reclama più autonomia – dicendo “se non accetti le condizioni ti tolgo i soldi” – perché dovrenne toglierli anche a Viadana e, allo stesso tempo non può pesare nelle negli aspetti decisionali degli Aironi, pur sostenendoli in MISURA PERCENTUALE maggiore, perché a questi era costretta a lasciare la stessa autonomia decisionale di Treviso.
        Insomma, in questo modo, sinora Treviso e Aironi si sono tutelate a vicenda, forse inconsapevolmente, dalle pretese della FIR.
        Allora secondo voi cosa potrebbe fare la “torre federale” in questa situazione, tenuta in scacco da un alfiere e da un pedone? Fa fuori il pedone, ovviamente.
        In questo modo, una franchigia federale verrebbe a costare poco di più del sostegno dato agli Aironi, ma anche ammettendo che costi il doppio i benefici (sponsor e diritti) li percepirebbe la FIR li incasserebbe la federazione che, rispetto ad ora, non spenderebbe di più rispetto a quello che da a Viadana (la proposta di pagare lo staff tecnico lo dimostra). E poi la sede: il Flaminio (ora che test match e 6 Nazioni sono stati promossi all’Olimpico) è li che aspetta di accogliere un bacino di utenza di tifosi e appassionati di gran lunga superiore a quello finora offerto dalla compagine emiliano/lombarda.
        Nello stesso tempo, i rapporti tra FIR e Benetton non sarebbero più vincolati dalla situazione di un terzo elemento: FIR potrebbe fare la voce grossa riducendo, e forse anche togliendo, il contributo all’attività celtica dei trevisani – magari trasformandolo in un “premio per l’attività internazionale della società” parametrato sui risultati o sul numero di atleti dati alla nazionale, rinunciando alle quote di diritti e sponsor che alla Benetton farebbe comodo tenere per se.
        Insomma, morti gli Aironi, FIR e Benetton vivranno insieme nemici e contenti.

  1. Se saltano gli Aironi e rompi sempre più le uova a Treviso si rischia di rimanere senza nessuno in “celtic” e si torna al medioevo rugbistico in Italia. Brava Fir.

  2. Tristezza. Mi spiace moltissimo, ma Melegari ha sbagliato fin dall’inizio a fidarsi dei parmigiani, quando si sapeva benissimo in che acque navigavano. E’ stato il suo più grande errore e adesso non si trova nelle condizioni di poter imporre nulla alla FIR, anche perchè un aiuto federale asimmetrico sarebbe scorretto nei confronti di Treviso.
    La FIR ha gestito malissimo le franchigie o meglio non le ha gestite e non aver supportato uno dei pochissimi imprenditori che hanno investito tempo e denaro nel rugby è stato un errore madornale. Una nuova franchigia federale? Mi auguro proprio di no, ma nell’attuale situazione economica è forse l’unica percorribile per salvarsi la faccia col Board Celtico, di certo aumenterebbe di sicuro il tasso di conflittualità con Treviso.
    Tristezza.

  3. non c’e’ che dire, anche Melegari e’ un bel fenomeno.

    vuole la programmazione. la FIR gli chiede di sapere entro fine marzo se vuole lo staff cosi’ puo’ darsi da fare. e lui dice, non rispondo. e quindi a Phillips e Tonni che se ne devono andare o meno, non vuole neanche dare due mesi di preavviso? mi sembra una richiesta giustissima.

    Dimissioni definitive, ma non del tutto. quindi, leggasi, minaccia di dimissioni.

    si lamenta di non aver avuto alcun ‘privilegio’ (e ci mancherebbe). ma in qualche modo pretendeva dalla FIR piu’ soldi di quelli promessi, e dati a treviso. e vuole decidere anche lui come spendere quei soldi.

    poi mandare troncon a sostituire zanichelli e’ sistemare gli amici. pretendere soldi pubblici in piu’ quasi senza condizioni, perche’ l’atteggiamento e’ quello, invece non e’ aiutare gli amici.

    e’ proprio vero che sono tutti fatti ad immagine e somiglianza.

    Lo ringrazio per l’impegno, pero’ se ha i soldi continua, altrimenti lasci il passo. adesso e’ lui che sta rallentando la campagna acquisti per tutti.

  4. Lo staff federale sono soldi in meno rispetto all’anno scorso, non in più. Un bell’affare, tipo ti scopo la moglie, tu paghi la camera e fai le fotografie. Phillips è un professionista e un signore, lavora da sei mesi sapendo della situazione. Infatti è gallese, rugbista di razza e non italiano e quaquaraqua. Senza un Melegari a coprire il nulla del rugby italiano, quello che valiamo, saremo: mendicanti e papponi

  5. Io sostengo che Melegari a questo punto ha fatto l’unica cosa da fare.
    BRAVO! E adesso che se la veda Gargamella con i suoi lacché.
    Che si faccia i suoi agognati pseudo-pretoriani e vediamo.
    p.s. soldi FIR già qui nelle casse in Ghirada? Quali? Dove? Quando?

  6. Con tutto il rispetto per Viadana e la sua storia, una franchigia celtica penso debba avere visibilità e potenziale di crescita che solo una grande città può dargli. Come dimostrato dagli 8 mila spettatori della partita con i Tigers a Monza. Se la Fir investisse in questo, arriverebbero i soldi degli sponsor, gli spettatori e la crescita dell’intero movimento.
    Se non si fa questo salto di mentalità, non ci resta che tenerci una franchigia “da eccellenza” con tutti i suoi teatrini….

    1. axel che cosa intendi di preciso? fare come le franchige americane della NFL o della NBA che quando han calo di pubblico sponsor e pochi introiti prendono su baracca e burattini e si traferiscono in un’altra città? non vedo come possa funzionare oltre tutto…il problema non è la grande città, poi oltretutto 8000 mila persone al Brianteo non mi sembrano tutto sto gran risultato, rendiamocene conto facendo una proporzione capienza stadio/presenze e non attacchiamoci sempre alla storia che il rugby è meno seguito che in italia c’è il calcio però come mai come lo stadio di Watford, il Liberty Stadium che tra l’altro è anche il terreno di gioco del Swansea che milita nella Premier inglese e il Thomond Park che non sono grandi come il Brianteo son sempre pieni? e senza contare che Limerick e Swansea non son neanche la metà di Milano…la risposta cmq è sempre la stessa…non siam in grado di passare al professionismo totale…rimarremo sempre a far la politica del Pane e Salame

  7. Dispiaciuto perchè dimostriamo ancora una volta di avere una federazione inconcludente, senza programmazione, senza professionisti, attenti solamente a non perdere la poltrona. Altre federazioni fanno riunioni con circa 180 tra dirigenti presidenti e altri e noi non riusciamo a mettere a sedere 3 persone. Ma dove vogliamo andare!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Mi dispiace molto per Melegari , uno che al rugby ha dato veramente tanto

  8. io mi chiedo qual’e’ una franchigia e/o club a livello degli Aironi in un’altra parte del mondo che avrebbe accettato che la propria federazione gli scegliesse lo staff tecnico? per di piu’ con offerta a tempo? e Malagari ha detto bene quando parla di scarti, Troncon e Orlandi non sono buoni per Brunel ma lo devono essere per la Celtic???? ma la fir pensa veramente di fare queste cose per il bene dello sport? poi certo Melegari mica si puo’ lamentare di non aver ricevuto nessun provilegio, o era una precisazione a chi evocava quella vicinanza con il potere non tanto occulto di Roma? Cmq parere personalissimo, una franchigia con solo scopo di profitto che attirerebbe sponsor, buon pubblico italiano sugli spalti e stranieri in vacanza la vedo solo a Roma o Firenze. lasciando sempre quella di Treviso.

    1. la vedo solo a Roma o a Firenze…per poi vederla fallire nel giro di 2 anni per i medesimi problemi?…lo ribadisco è solo una questione di mentalità e cultura e non solo di soldi e continuerò a ribadirlo esistono grandi e solide società di tradizione in città che son poco più che paesoni…prendiamo Sale in Inghlterra, un sobborgo di Manchester, gli Ospreys che vantano in unica franchigia la tradizione di due ex squadre gallesi come Nith e Swansea, il Munster tanto per fare gli esempi più eclatanti e si possono fare altri esempi. poi è vero che in Scozia si son sciolti i BorderReavers, ma quella è altra storia

      1. Sono d’accordo. Non è un problema di collocazione della franchigia, ma di collocamento del rugby come offerta sportiva all’interno del panorama italiano.
        Se nemmeno Treviso riesce a riempire il Monigo, significherà pure qualcosa.
        Se Italia-Argentina non riempie il Bentegodi un motivo ci sarà.

  9. Beh, il Monigo non sarà sempre pieno (quasi…), ma la situazione finanziaria del Benetton è decisamente rosea grazie a sponsor e manager di assoluto livello.
    Forse più che il seguito di pubblico occorre quella mentalità imprenditoriale tanto invisa alla FIR e contestata come “egoistica” da tante parti?
    Egoistica, forse, eppure funziona!

  10. Caro Paolo Wilhelm, io non ce l’ho con te. Però ti chiedo di approfondire meglio le tue notizie. Duccio di rugby1823 ha detto di aver da poco parlato al telefono con Melegari, il quale gli ha detto che ancora non si è dimesso. Per favore approfondisci meglio le fonti, io ieri sera ero un morto che camminava a causa della tua notizia (complice la Gazzetta di Mantova). Ti ringrazio.

    1. Davide, le parole che Melegari mi ha rilasciato mi sembrano inquivocabili. le dimissioni diventeranno formali dopo il consiglio di amministrazione di metà aprile (e, notizia di oggi, il 6 aprile ci sarà un Consiglio Federale ad hoc).
      La frase “Io la mia decisione l’ho presa, le mie dimissioni sono decise. In questi termini non è pensabile di poterle ritirare. Vedremo cosa faranno in Federazione..”. è un virgolettato. Sono parole di Melegari. Che cosa c’è da approfondire? A me sembra chiarissimo

      1. Sì, ma il fatto che dica “Io la mia decisione l’ho presa, le mie dimissioni sono decise. In questi termini non è pensabile di poterle ritirare” si scontra con quello che Melegari avrebbe detto oggi a Duccio.

        A meno che Melegari non stia giocandosi tutte le carte che ha per mettere pressione alla FIR (e farebbe benissimo).

      2. Davide, io non posso intervenire sulle parole di Melegari: pubblico quello che mi viene detto, poi è un problema di chi le dice quelle cose.
        E comunque io e Duccio diciamo la stessa cosa: le dimissioni sono lì sul tavolo, pronte. Se la Fir cambia gioco se ne può ridiscutere, ma Melegari è il primo a non crederci

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