Il nostro movimento rugbistico è una piramide: il vertice è la nazionale, poi vengono le due celtiche, quindi l’Eccellenza e via via tutto il resto. Una struttura piuttosto diffusa a livello internazionale ma non l’unica (Francia e Inghilterra, per dire, hanno pure loro al “primo posto” la nazionale, ma il controbilanciamento di peso e poteri da parte dei club è decisamente più forte). Ad ogni modo – per quello che può valere – penso che l’organizzazione che si è data l’Italia sia la più adatta alla nostra realtà.
Però una piramide può funzionare in molti modi: tutti vorremmo che le cose filassero lisce, senza grossi intoppi, ma la realtà è spesso diversa dai desideri di tutti.
Ieri il Comitato Esecutivo della FIR ha affrontato i temi che oggi attendono il Consiglio Federale (volendo fare dei paragoni magari non proprio precisi ma che rendono l’idea, il Comitato Esecutivo è un po’ come il Consiglio dei Ministri, il Consiglio Federale è il “parlamento” del rugby italiano). La notizia è che la “delibera in merito alle due formazioni italiane partecipanti al Rabodirect PRO12″, uno dei punti dell’ordine del giorno dell’incontro di oggi, prevede che dalla prossima stagione le due franchigie celtiche riceveano dalla federazione un contributo fisso: 2 milioni di euro ognuna e non più il pagamento del 60% degli stipendi dei soli giocatori compresi nella lista degli atleti di interesse nazionale.
Come ho scritto ieri, una decisione che cambia radicalmente gli scenari del rugby italiano e della vita e dell’organizzazione di Aironi e Benetton Treviso: perché se è vero che da un lato in questo modo le due franchigie sanno esattamente su quanti soldi possono contare fin dall’inizio della stagione (il pagamento del 60% dei giocatori di cui sopra era infatti legato ai minuti effettivamente giocati) dall’altro l’abolizione di fatto della lista dei giocatori di interesse nazionale “parifica” tutti gli italiani delle due rose e li fa passare di fatto sotto il diretto controllo FIR che ne potrà decidere la destinazione o porre il veto su qualunque trasferimento, a prescindere dal fatto che un giocatore sia o meno nel giro azzurro.
I dubbi – personalissimi – sulla questione sono molti. Intanto nel merito: sono curioso infatti di vedere se la FIR ha intenzione di fare anche il passo che legittimerebbe una simile decisione, e cioè quella di diventare parte “attiva” nel contratto dei giocatori. Oggi non compare, i contratti sono firmati tra atleta e club e la federazione non c’è. E però in virtu di quel famoso 60% (fino a oggi, da domani i 2 milioni annui per franchigia) pretende di poter disporre dei giocatori come meglio crede. Cosa che può stare in piedi, ma con una presenza attiva e non rimanendo nell’ombra. E se era vero – ma magari discutibile – con il sistema delle liste di interesse nazionale (a proposito: vogliamo fare un bilancio? Ha funzionato? Non ha funzionato? Più facile la seconda visto che viene messo in cantina: colpa del sistema stesso delle liste o di chi l’ha gestito?), ora con l’abolizione di quest’ultime diventa necessario. Anzi, diventerebbe, che non scommetterei sul fatto che la federazione voglia fare questo passo.
Il nuovo sistema produrrebbe poi un mercato completamente bloccato per le due franchigie: in una situazione di frizione con una delle realtà (oggi Treviso, domani?) pensare a trasferimenti tra i due club è praticamente impensabile. Poco chiara anche la gestione dei giovanissimi già nel giro azzurro e che oggi militano in Eccellenza: come verranno affrontate le situazioni dei vari Morisi, Esposito, Campagnaro tanto per fare i nomi più conosciuti?
E ancora: che peso potrebbe avere la volontà del singolo giocatore?
C’è poi una serie di questioni di metodo. Il comitato esecutivo FIR ha tutto il diritto di fare e presentare proposte, e ci mancherebbe, ma una questione così delicata e importante avrebbe meritato altro iter. Avrebbe meritato almeno qualche settimana di riflessione collettiva, di discussione con le parti interessate. Andare da Viadana e Treviso e dire “noi vorremmo fare questa cosa, voi che ne pensate? Che punti di forza e difficoltà vedete? Esiste un modo per trovare un compromesso?”. Lo stesso dicasi con il Consiglio Federale: a quanto mi risulta i consiglieri non sono stati informati della novità. Certo, forse il regolamento non lo prevede, mi si potrebbe obiettare, ma questo sistema a compartimenti stagni dove ci può portare? Chiamatelo metodo o forma, ma è pure sostanza. Perché pretendere che un Consiglio Federale ratifichi in poche ore e quasi senza discussione una decisione così importante assomiglia a un colpo di mano. A una sorta di blitz.
Poi oggi verrò smentito, e il Consiglio rigetterà o rimanderà la questione. Ma scommettiamo (un’altra volta…) che non succederà? Metodo, forma, sostanza.
Ci sono poi una serie di questioni importantissime che fanno da corollario a questa decisione, ma avremo tempo di parlarne. Il periodo elettorale (tra settembre e l’inizio del 2013 ci sarà il rinnovo di Presidenza e Consiglio Federale) in questo caso farà da megafono a questa vicenda e a tutta una serie di problemi che interessano il rugby italiano. E parlare, dibattere e discutere è sempre importante.
PS: a proposito di metodo, forma e sostanza. Sarò pedante e noioso, ma a Auckland alle ore 6 e 30 di questa mattina ancora non avevano ricevuto nessuna risposta ufficiale e definitiva dalla FIR sulla vicenda Auckland Blues...

Bell’articolo e molto molto interessante. Aggiungo che per il metodo adottato e del colpo di mano è tipico della gestione Dondi. Oltretutto vista la foto messa a corollario dell’articolo il Sig. Checchinato di cose “spiritose” quest’anno ne ha fatte delle belle, vedi bega Benetton; Blues/Fir, permit player……
teorub io son d’accordissimo con te, sostazialmente in linea con l’articolo ma nella stanza dei bottoni si son dimenticati una cosa se vogliamo anche scontata…il vertice della piramide senza la base non stà al suo posto… e non bisogna essere degli ingegneri per capirlo
E poi scusate cosi facendo non c’è anche il rischio che un giocatore che sa di essere molto bravo e trovandosi bloccato con stipendio e altro decida….come fatto anni fa da alcuni newzelandesi di andarsene all’estero e non voler essere più chiamati in nazionale o facenti parte della fir daltrocanto si deve anche pensare che un giocatore per quanto amor patio possa avere deve guardare anche alla sua carriera professionale e ai dindini che porta in casa agli sponsor ecc ecc…e siccome non è che di giocatori fortissimi ne abbiamo a bizzeffe ci penserei a questo lato di tutta la vicenda..
Io non capisco perché la FIR dovrebbe porre il proprio controllo sui trasferimenti. Scusate, ma se la FIR a inizio stagione dà 2 milioni di euro a ciascuna franchigia, dopo ognuna farà il mercato che crede! Non capisco il vostro nesso tra soldi dati e controllo sui giocatori.
A me sinceramente la proposta della FIR mi sembra ottima. In primis, credo che i 2 milioni siano in realtà molti di più del totale dei vari 60% pagati agli atleti. Inoltre, le franchigie sanno GIA’ che fondi hanno e sono più libere nella scelta degli stranieri. Altro vantaggio, molto molto importante: sparisce la lista degli atleti d’interesse federale (ignobile) e quindi TUTTI gli atleti italiani possono potenzialmente essere interessanti per le franchigie. Ma questo vi sembra poco? Quante volte abbiamo criticato la lista perché escludeva degli atleti che venivano dimenticati! E poi si è anche molto più liberi nello scovare dei giovani in Eccellenza.
Rispondo al seguito di GrilloTalpa: “come verranno affrontate le situazioni dei vari Morisi, Esposito, Campagnaro tanto per fare i nomi più conosciuti?”
Il discorso è molto semplice: i giovani decideranno dove andare in base a chi offre più, e adesso le franchigie lo sapranno quanto offrire, dato che hanno i 2 milioni di euro a disposizione fin da subito..
davide, perché purtroppo non funziona così
Eh vabbè, allora se ragioniamo così…
Ma non era successo cosi’ per trevisan?
E’ vero che Italia-Tonga si gioca a Reggio Calabria
Oggi si deciderà dove fare i test match.
Italia-All Blacks si gioca a Roma o a Milano ?
Italia-Australia si gioca a Bologna ?
Italia-Tonga si gioca a Reggio Calabria ?
la prima è una incognita, la seconda è quasi certa, la terza…. le voci dicevano torino, però…..
Per l’ Italia sarebbe un ritorno a Reggio Calabria dopo 34 anni, l’ ultima volta nel 1978 ?
Italia-Tonga a Reggio Calabria sarebbe bellissimo, la nazionale che ritorna al sud dopo tanti anni, sei d’ accordo ?
Il rugby italiano è una piramide, vero, però in testa non c’è la nazionale, c’è la FIR.
Il nostro sistema è misto privato/federale, per questo si dovrebbe trovare un incontro tra le franchigie e la fir che, invece, pensa di poter disporre del destino altrui, anche se ci sono investimenti ingenti da parte dei club.
Se vogliono un controllo assoluto fondino 2 franchigie totalmente federali, sarei curioso di apprezzarne i risultati…