Stralci di un articolo di Rugby 1823
Venerdì e sabato si terrà il Consiglio Federale della Fir. Ne parlerò a tempo debito, si discuterà di diritti tv, di mondiali juniores, di celtiche, d’italiani d’interesse. Insomma, si parlerà di tante cose, ma non di Olimpiadi. Eppure la Fir fa parte del Comitato Olimpico. Eppure il rugby (a sette) sarà sport olimpico dal 2016. E a Rio de Janeiro forse non ci sarà il Burundi, ma rischiamo di trovarci Portogallo, Russia, Spagna, Messico, Usa, Canada, Kenia, Giappone. E l’Italia? Non pervenuta.
Nell’ultima tappa dell’Irb Sevens World Series, cioé l’appuntamento più importante del rugby seven, dove scendono in campo veramente i migliori giocatori del globo, vi erano 24 nazioni presenti. Oltre alle fortissime e ormai immancabili formazioni della Nuova Zelanda, Inghilterra, Fiji, Samoa, Tonga, Australia, Sud Africa, Argentina, Scozia, Galles… insomma, oltre al gotha del rugby mondiale vi erano anche Cina, Giappone, Messico, Russia, Portogallo, Spagna, Zimbabwe, Malesia, Corea del Sud. Insomma, c’era tutto il mondo, ma mancava l’Italia.
Senza tradizione, senza molti soldi, senza esperienza, ma alcune di queste squadre hanno dato filo da torcere ai campioni più quotati. Portogallo e Russia si sono qualificate ai quarti di finale, gli ex sovietici quasi eliminano l’Inghilterra, capace di raggiungere quattro finali quest’anno. Anche Giappone e Spagna hanno ben figurato, dimostrando alcune qualità interessanti. (…)
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