Una trentina di partite con ben 112 caselle da riempire tra fischietti, guardalinee e TMO, ma nessuno arriverà dal nostro movimento. Fatichiamo a produrre anche gli arbitri? Forse, ma in questo caso la politica conta molto di più
Le partite sono 28, da Sudafrica-Galles del 2 giugno al RFK Stadium di Washington DC fino a Canada-USA del 23 dello stesso mese, da giocare in sede ancora da destinarsi. In mezzo c’è di tutto: l’Italia che affronta due volte il Giappone, All Blacks-Francia, Argentina-Scozia, Australia-Irlanda, Fiji-Georgia e molte altre. Insomma, il programma di giugno dei test-match è al solito ricco e interessante.
Ogni partita vedrà la presenza – ovviamente – di un arbitro, di due assistenti e un addetto al TMO. Una squadra di 4 fischietti, moltiplicata per 28 fa in tutto 112. Spazio per tutti, in teoria. Uso la parola “teoria” perché in realtà tra i fischietti non c’è nessun italiano: arbitro, assistenti e TMO. Zero.
Nel suo comunicato World Rugby scrive che “un team di 29 arbitri, assistenti arbitri e 10 TMO sono stati selezionati in base al merito, una scelta che riflette un mix di esperienza e talento emergenti che il World Rugby’s Match Officials Selection Committee ha fatto in vista del Mondiale 2019 e oltre”.
Un’assenza, quella italiana, che non è una novità visto che pure al Sei Nazioni non c’era nessun nostro rappresentante tra i fischietti mentre a novembre c’era stata l’ultima comparsa di Marius Mitrea quale assistente in Irlanda-Argentina giocata a Dublino il giorno 25 di quel mese mentre Stefano Penne era stato TMO per Romania-Tonga.
Un’assenza preoccupante e che sottolinea la mancanza di peso politico del FIR nel consesso internazionale, che non voglio credere che il nostro movimento non riesca a produrre un solo arbitro all’altezza del ruolo di TMO o guardalinee, che non possa essere inserito nel panel fosse solo per gare di tier 2. Mica tanti, solo uno.
Qualcuno dirà: pure la Scozia non ne ha. E’ vero, non li avrà a giugno e non li aveva all’ultimo Sei Nazioni, ma sul serio siamo al “mal comune mezzo gaudio”? Really?
E comunque va detto che la Scozia a novembre 2017 è andata a riempire le caselle di TMO per una volta (Italia-Fiji), un arbitro (Romania-Samoa) e un assistente (Irlanda-Argentina), ovvero comunque qualcosina più di noi. Ma appunto non faccio parte della schiera del mal comune e mezzo gaudio, quindi dei risultati della federazione di Edimburgo mi importa molto molto molto relativamente.
A “salvarci”, diciamo così, una presenza più robusta nell’ultimo Sei Nazioni femminile e il fatto che nel panel del World Rugby U20 Championship 2018 che scatta a fine maggio in Francia c’è anche il nostro Andrea Piardi (i dettagli delle singole gare ancora non sono stati resi noti). Per i test-match di giugno rimane anche la speranza per Europe 2-Samoa, partita valida per le qualificazioni ai Mondiali che si giocherà il 9 giugno e per la quale rimangono ancora da assegnare un posto da assistente e quello del TMO.
Comunque la si giri un po’ poco. Davvero troppo poco. Parole da disfattisti? Ognuno la veda un po’ come gli pare, ma solo la scorsa settimana Maria Beatrice Benvenuti a OnRugby diceva che “bisogna anche essere realisti, e vedere la nostra situazione al momento. Purtroppo, è brutto da dire, ma il peso politico fa tanto. Non avere rappresentanti maschili a quel livello crea un problema ed essendo donna, inutile nasconderlo, è leggermente più difficile: gli step e i divari da superare sono di più e più grandi”. Sapevatelo.
i nostri migliori arbitri sono due donne, e non facciamo arbitare loro nemmeno l’eccellenza…
come possiamo pretendere che facciano carriera internazionale se non gli facciamo fare noi per primi quella nazionale?
quanto agli arbitri che si vedono in eccellenza, sono adeguati al livello del gioco di quel campionato…
in certi casi dubito abbiano anche la preparazione fisica per il ruolo che svolgono (e se sei in debito d’ossigeno difficilmente puoi prendere una decisione tempestiva e corretta…)
Scusa ma perché sostieni che i nostri migliori arbitri sono due donne? Secondo me confondi il fatto che il percorso internazionale femminile è diverso da quello maschile infatti le due arbitre (si può dire?) sono Munarini che è inserita nel panel nazionale serie A e Benvenuti che è nel panel serie B. Il discorso che fai sull’Eccellenza poi è solo una tua impressione in quanto non credo sia giusto associare la prestazione generale delle squadre col livello arbitrale che caso mai deve essere valutato su altri parametri. Sulla preparazione fisica invece chiedo a te o ad altri se gli arbitri non fanno test prestazionali periodici.
Mitrea merita ampiamente di dirigere partite importanti. Il fatto che non sia più stato considerato dopo le parole di Cockerill a Edimburgo, è indice della debolezza della condizione italiana. Dopo quell’episodio, infatti, può nascere il sospetto che per dimostrare di essere super partes un arbitro italiano debba fischiare contro le franchigie italiane. Ma questo è solo un episodio e non esaurisce la complessità del problema. Effettivamente arbitri italiani che siano in grado di dirigere match con un ritmo ben diverso da quello dell’Eccellenza, a parte Mitrea non ce ne sono.
Io credo che per dire se un arbitro è o non è all’altezza del livello europeo, Pro14 o altro che sia, bisogna prima dargli la possibilità di dirigere almeno qualche partita e sottolineo qualche nel senso che non esiste in nessun mondo che il giudizio sia formulato dopo una sola partita. Voi continuate a parametrare il vostro giudizio sull’eccellenza e allora io vi dico che molti arbitri europei al pari dei nostri avrebbero serie difficoltà ad arbitrare le partite di quel campionato.
ginger non sentirti punto sul vivo…
sono tra coloro che ritengono gli arbitri italiani di rugby come i massimi appassionati del nostro sport, talmente appassionati da immolarsi anima e corpo quasi gratis per vedere male una partita giocata peggio in mezzo a degli ingrati che insultano pure te e la tua famiglia fino alla terza generazione…
non è che con il test di cooper hai risolto tutti i problemi…
a me piacerebbe tuttavia che la FIR facesse fare un percorso a tutti quei giocatori che dopo aver assaggiato magari anche il livello internazionale sono costretti al ritiro precocemente (me ne vengono in mente parecchi)…
proverei imbarazzo a mostrare in giro per il mondo gran parte degli arbitri che ho visto quest’anno in eccellenza e preferisco che designino quelli altrui (che se sono scarsi si bruceranno pure loro)…
altra cosa: per me è inspiegabile che Rizzo abbia ancora l’incarico dopo quello che ha fatto quella volta in diretta tv…
Per far fare un percorso da arbitro agli atleti di alto livello ritirati precocemente, però, bisognerebbe rendere allettante o con prospettive la carriera arbitrale. Ora come ora si arbitra per passione, non per tornaconto economico; se in più ci si mette che la carriera internazionale è praticamente un miraggio(vedi ultime designazioni internazionali).. arbitrare in eccellenza richiede comunque un impegno tale da rendere complicato il bilanciamento con un lavoro, quindi chi smette di giocare piuttosto va a fare l’allenatore, ora come ora.
Giubilato anche Mitrea? Negli ultimi incontri arbitrati, effettivamente, qualche colpo l’ha perso…
Se proprio di politica si vuol parlare, più che nei TM, fossi nella federazione cercherei di fare la voce grossa nel Pro14, cercando di ottenere un numero minimo di partite da far arbitrare ai fischietti italiani, è vero che il monopolio è in mano agli irlandesi, ma ormai che Lacey ha raggiunto le 100 designazioni, magari sarebbe il caso di far avanzare qualche giovane in più…siamo rappresentati da Mitrea, ma se lo fai arbitrare una volta ogni tot, diciamo che perde il ritmo ed è più facile che faccia prestazioni non soddisfacenti come l ultima in Munster-Scarlets…e proprio il Pro14 di una svolta dal punto di vista arbitrale ne avrebbe proprio bisogno…
Stando al tuo commento allora Ginger dovremmo far arbitrare ancora una partita internazionale all’arbitro Belgio-Spagna?
È una battuta ovviamente…
Questo è un ragionamento che condivido, ovvero dovremmo arrivare ad avere almeno due arbitri fissi nel Pro14. Come? Non saprei. Forse una strada sarebbe quella di far arbitrare il più possibile all’estero i nostri giovani in qualsiasi manifestazione come per esempio le partite U18- U20 e lasciare giudicare agli osservatori del board le loro prestazioni. Se buone allora bisogna pretendere che vengano testati anche nei campionati professionisti. Per fare questo serve comunque un forte lavoro di supporto e capacità di negoziazione con le altre federazioni che potrebbe trovare il proprio ambito di discussione nel momento che trattiamo la nostra permanenza dentro il Pro14.
Rilevo che anche in fatto di arbitri come di giocatori , Mitrea è sicuramente all’altezza ma non è italiano proprio come i migliori giocatori dell ultimo decennio, Parisse, Castro ecc ecc. casualità?
Ancora con ‘sta storia di Parisse non italiano?
Boh!!
Senza offesa ma guarda che il mondo si è evoluto nel frattempo.
Parafrasando una grande canzone, mi piacerebbe dire che “non è mica da questi particolari / che si giudica [un movimento]”. Invece è anche da questi particolari. Però attenzione a dare la colpa solo alla FIR (che, per carità, non ha fatto nulla per programmare una crescita adeguata del settore arbitrale). O meglio, una delle colpe degli uomini della FIR è quella di avere pensato che il rugby professionistico sia comunque ancora fondato su quei valori che ne hanno fatto la gloria dello sport per quasi due secoli. Nella nostra presunzione provinciale pensiamo che solo noi italiani “teniamo famiglia”, quando proprio in questo campo ci si deve cimentare con altri gruppi etnici dalla mentalità notoriamente ristretta. Oltre al caso di Mitrea ad Edimburgo vale la pena ricordare come Damasco non si fece molti amici in Galles come TMO di Figi v. Galles ai mondiali 2007 (e forse aveva pure sbagliato). La realtà è che, quando la decisione è molto dubbia, difficilmente la bilancia pende a favore della squadra con meno anzianità nel vecchio International Board (l’indimenticabile finale di Italia v. Nuova Zelanda a San Siro ancor m’offende). Anche nel Sevens, ad ogni torneo è la stessa storia. Ora, se c’è una cosa che detesto è il vittimismo; tutto il dispetto per vedere come ancora si è trattati andrebbe convogliato in rabbia agonistica, così da farsi rispettare sul campo. Che poi, alla fine, è l’unica strada da percorrere per contare di più.
“Abbiamo rispetto politico.”
Alfredo Gavazzi
Membri del Board di World Rugby per l’Italia: Gavazzi, Presidente FIR; Saccà, Vicepresidente FIR.
Direi che più elevati in grado di loro non ce ne sono in FIR. Se non fanno LORO un po’ di “moral suasion” a livello politico ……….