Super Rugby 2017 al via, ma il torneo ha un problema di gigantismo?

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Giovedì a Melbourne il kick-off all’edizione del torneo per club più importante dell’emisfero sud che secondo alcuni rumors nelle prossime edizioni potrebbe ingrandirsi ulteriormente. Ma sarebbe un bene?

In Europa le attenzioni sono tutte per il Sei Nazioni 2017. Cosa ovvia, così come è ovvio che il torneo sia seguitissimo anche nel resto di Ovalia, ma dalla fine di questa settimana il Super Rugby si prenderà una parte di palcoscenico, quanto meno nell’Emisfero Sud. Giovedì 23 febbraio all’AAMI Park di Melbourne Rebels e Auckland Blues daranno infatti il via al torneo 2017, una competizione che secondo molti è l’NBA del rugby, la più spettacolare in assoluto. I neozelandesi Hurricanes, campioni in carica, vanno a Tokyo a far visita ai Sunwolves, quattro i derby in programma, soprattutto sufadricani, ma questo è il programma completo del primo turno:

23 febbraio
Rebels v Auckland Blues
24 febbraio
Highlanders v Chiefs
Reds v Sharks
25 febbraio
Sunwolves v Hurricanes
Crusaders v Brumbies
Waratahs v Force
Cheetahs v Lions
Kings v Jaguares
Stormers v Bulls

Ma qui in realtà vogliamo parlare di quello che potrebbe diventare il torneo in futuro. Dallo scorso anno infatti le squadre sono diventate 18 con l’aggiunta di una franchigia giapponese, una argentina e una sudafricana, una crescita che ha portato a un sistema di conference piuttosto bizantino che a molti non piace.
E potrebbe non finire qui visto che dall’emisfero sud arrivano infatti voci e indiscrezioni di possibili aggiunte nei prossimi anni: a volere una seconda franchigia sarebbero infatti sia la federazione argentina che quella giapponese. La UAR tra l’altro inserirebbe nella rosa di questa nuova squadra anche giocatori non argentini, con particolare riguardo alle altre realtà sudamericane, Uruguay in testa.
Conferme ufficiali in tal senso non ce ne sono ma la SANZAAR nei prossimi mesi potrebbe ritrovarsi a discutere di questi nuovi dossier, sempre che già non lo stia facendo.

Una crescita che però pone anche delle domande sulla sostenibilità di una simile competizione: si gioca in quattro diversi continenti, con distanze e viaggi lunghissimi, senza tener presente dei costi economici, con problemi non indifferenti soprattutto – ma non solo – in Sudafrica e Australia.
Viaggi e trasferte che tra l’altro non sono ben equilibrate: un anno fa i Sunwolves hanno percorso 80mila km, quest’anno arriveranno a sfiorare i 110mila, una enormità se paragonati ai 40mila scarsi che invece percorreranno i Chiefs (e quella dei neozelandesi è già una cifra che è quasi pari alla lunghezza dell’Equatore…). Bellissimo avere una squadra argentina in più, o vedere il movimento nipponico portare a due le sue franchigie, ma siamo sicuri che in questo caso bigger is better?

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16 pensieri su “Super Rugby 2017 al via, ma il torneo ha un problema di gigantismo?”

    1. l’anno scorso 44 punti e quarti ad un soffio, con un sonny bill williams in più nel mototre potremmo vedere tutte le neozelandesi ai quarti

  1. Tante cose da mettere sulla bilancia in questo discorso.
    Posto che un’espansione ulteirore passa dalla famosa revisione dei calendari internazionali, che lato della medaglia si guarda?
    Quello di Argentini e giapponesi? Una franchigia sola e’ un collod i bottiglia troppo stretto per costruire una Nazionale con la giusta profondita’…si puo’ discutere che gli argentini stringono le malgie ancor di piu’ con la regola di chi gioca in Europa non convcabile ma coi calendari sfasati ed un’impossibilita’ a competere economicamente difficile non comprendere le loro ragioni da questo punto.
    SI viaggia tanto…troppo?Verissimo pero’ probabilmente espandensione=revisione del calendario e della struttura del torneo, ancor piu’ se magari si aprisse anche ad una suqadra Pacifica ed una in USA altre regioni di cui la Sanzaar ha guardato e continua a monitorare come opzioni. Cosa potrebbe succede? Due Conference con sotto division alla NBA? Austrasico e Afro-americano?

  2. Il buon senso direbbe che allargamento=gironi, ma è comunque un bel casino, visto che neanche tutti stanno sotto l’equatore ma soprattutto sono di quattro continenti diversi. E con i gironi già l’anno scorso non è che sia filato tutto al meglio, anzi. Oltretutto, secondo me non c’è trippa per gatti già per quelli che ci sono (di sicuro in SA, ma pure gli Skips stanno mica tanto bene) e anche tecnicamente la vedo molto improbabile per i Jap (ma anche per gli argentini, e in questo caso il dubbio è tecnico/economico) mettere su un’altra franchigia.
    Anyway, finalmente si comincia.

      1. Ciao frank, tutti a gufare i georgiani con le pezze al culo e senza soldi e quelli ti presentano un Oligarkizsvili che c’ha più soldi di Trump e tiene in giardino pinguini, tutte le specie di pavoni del mondo e pure le zebre, pensa te. E vogliono pure entrare nel pro12: fusse che fusse la vorta bbona che potremmo levare uno dei nostri due rottami. Tale Bidzina Ivanishvili (Thx Paolo per il link), credo sia intimo amico di quello là che si aggira per il Montello.

      2. Leggevo di conference possibili anche nel PRO12. Magari se mettono un mezzobidone nostro contro un mezzobidone gergiano un paio di scalpi in più si fanno (forse).

  3. Mah giocare più per conference? magari metti i giappi con Nz e Aus più una franchigia del pacifico (ne parlavano mi pare) e dall’altro lato argentini e Sud africani? riduci comunque le distanze magari non fai incontrare tutte le squadre ogni anno in NFL mi pare sia cosi.

  4. sicuramente più grosso il torneo più difficoltà avranno le squadre e in primis i giocatori e lo staffi che devono sciropparsi dei viaggi intercontinentali da stendere un commesso viaggiatore, ma tanto è inutile in quanto la SANZAR vuole espandere il mercato e se ci fosse la possibilità di una franchigia di pinguini la prenderebbe in considerazione alla pari di quella isolana a Fiji

    d’altronde… è quello che scrivevi tu Paolo domenica dicendo che Roma è meglio di Tblisi e che in Italia tante persone vedono il 6N su Dmax quindi anche il ritorno economico c’è

    1. Quando il 6N aveva iniziato su DMAX avevo un paio di colleghi che iniziarono a guardarlo (parliamo del 2014 se non sbaglio). I colleghi in questione erano usi guardare DMAX per cui si trovarono il prodotto confezionato ed erano entusiasti. Se non che, dopo le prime due o tre batoste mi chiesero “ma l’Italia perde sempre?” Non guardavano nemmeno le altre Nazionali, non erano interessati al “bel rugby”, erano e curiosi e si aspettavano un’Italia almeno alla pari. Risultato: non guardarono nemmeno tutte e 5 quelle partite perchè scoraggiati e annoiati da risultati tremendi per noi.

      Tre anni dopo nulla è cambiato, e sicuramente il fatto che sia su DMAX è positivo ma il pubblico che cattura è molto volatile, e queste prestazioni, prima ancora che solo i risultati, non invogliano di certo.

      Il rebbi italico è di nicchia per veri e pochi masochisti, più una fede che altro (tipo essere tifosi dell’Inter, insomma).

      1. volevo solo fare un paragone… dell’Italia e dei risultati poco soddisfacenti ne parliamo praticamente tutti i giorni

  5. La formula attuale del SR è un po’ incasinata, lo sappiamo, e non è neppure tanto equa. In realtà ciò è dovuto in gran parte alla strapotere neozelandese, se ci fosse più equilibrio ci sarebbero meno problemi. Vogliono espandersi, verso nuovi mercati, verso nuovo pubblico. A favore di SANZAAR c’è il fatto che hanno un prodotto valido, molto, molto valido. L’espansione verso il Giappone ci sta tutta. Gli yen non sono mica bruscolini e sembra ci sia qualcuno disposto a sborsarli. Il peso magari vale meno, però… Insomma, espandere il SR è un piano rischioso, ma inevitabile. Però laggiù hanno dimostrato più volte di non fare passi più lunghi della gamba. Ricordo ad esempio che nel 2016 hanno aggiunto 3 squadre, hanno aumentato le giornate di campionato, ma hanno diminuito il numero di partite per squadra. Una squadra di SR gioca, al netto dei playoff, 15 partite, contro ad esempio le 26 di una francese o le 22 di una inglese (a cui vanno aggiunte le coppe e il 6N che incasina il calendario). Insomma, (prendendo come esempio i neozelandesi) hanno dimostrato di stare attenti a non esagerare, a danno magari degli All Blacks, e sanno valorizzare il campionato nazionale delle province. IMHO sono da prendere come esempio anche in questo.

    1. A dire il vero i neozelandesi erano stati i primi a sollevare il problema della non equità della formula, dato che i derby li penalizzano nella classifica finale.

      1. Certo, proprio perché sono i più forti e con la formula attuale una delle squadre NZ resta fuori comunque. Se non fossero così forti, magari con solo 2 o 3 squadre potenzialmente da playoff, non si lamenterebbero di questa formula (magari lo farebbero per altri aspetti, chissà).

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