Radio – A “Rugby 101” con Giorgio Cimbrico in volo sul Caso Aironi

Chicchierata con uno dei decani del giornalismo rugbistico italiano sul caso che sta squassando il nostro movimento. Nuovo appuntamento con la rubrica ovale del sito di Radio R101.

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12 pensieri riguardo “Radio – A “Rugby 101” con Giorgio Cimbrico in volo sul Caso Aironi”

  1. Mi trovo in quasi totale disaccordo con Cimbrico. La sufficienza con cui tratta la Celtic è un po’ fastidiosa. È un campionato talmente modesto che ha espresso semifinaliste e finaliste di Heineken. Quindi offre opportunità di crescita per il nostro rugby.
    Playoff di Eccellenza ha fornito belle partite? Tese forse sì, ma dal punto di vista tecnico sono state a dir poco modeste. Rilanciare il campionato pescando stranieri di buon livello? Se non abbiamo soldi per stare in celtic possiamo ingaggiare All Blacks o nazionali australiani?
    Rinunciare alla Celtic farebbe retrocedere il livello del nostro rugby. Sarebbe un po’ come se si uscisse dall’euro e si tornasse alla lira.
    Ultima considerazione. È giusto essere nazional-dipendenti? Se i club non sono di livello continueremo solo a contenderci il penultimo posto.

  2. certe boutade forse bisognerebbe evitarle se non si conosce minimamente la ragione del disquisire. Il ritmo del campionato eccellenza è di 40/ 45 minuti giocati in una partita. Quello del Robodirect Pro 12 di circa 10/15 minuti in più. Come si fa a pensare di avere atleti in grado di competere se non hanno i ritmi nelle gambe?
    Una selezione dei migliori dell’attuale eccellenza (stranieri compresi) non sarebbe competitiva contro un Bnetton se non per un tempo….

  3. E’ fastidiosa la sufficenza/imprecisione con cui tratta tutta l’esperienza Celtic, sugli Aironi: “ho forse visto un paoio di partite.il derbi con il treviso ci saranno state 2500 persone..”. Cavoli era il 23 dicembre la sera, c’erano come minimo – 3 gradi, cosa ti aspetti?!
    Un bel’ po’ di banalità tipo “rilanciare il campionato, puntare su stranieri forti e giovani….”.
    LA differenza con gli interventi di Munari è ABISSALE

  4. io in linea di massima concordo .. giusto tenere 2 squadre in celtic benetton e una di mergenti da fare crescere.. con l’eccellenza da fare da serbatoio…e per essere un serbatoio credibile bisogna investire sul campionato ( anche .. ed in maniera massiccia ) , ritengo che dal campionato possano (come quest’anno ) crescere dei giovani interessanti , molto + che dalle accademie.
    alcuni nr dell’anno celtico appena concluso
    44 partite disputate
    11 vittorie
    33 perse
    63 mete fatte
    111mete subite
    ultimi e terzultimi in classifica con una differenza punti di -401…(meno quattrocentouno!!!)

    a me così sembra un fallimento totale…

    serve un’inversione di rotta ed una struttura piramidale SERIA , che parta dalla nazionale , le due celtiche ed un campionato d’eccellenza di livello superiore..

    ma se non si investe andremo sempre a pescare l’oriundo o il naturalizzato di turno…

  5. beh “questo qui” è uno dei giornalisti sportivi italiani che meglio conoscono la storia dello sport (vedi i suoi due libri su atletica e rugby) e su una cosa ha ragione: non si poteva andare avanti con le prospettive di nuovi fallimenti finanziari degli aironi. che le big celtiche tendano a preservare i migliori nella fase centrale del pro12 è altrettanto vero, perché per Leinster, Munster etc puntano all’Heineken come priorità di stagione. ed anche edimburgo di quest’anno insegna. sull’eccellenza invece non mi trova particolarmente d’accordo…

    1. Con tutto il rispetto, mi sembrano ragionamenti validi per il rugby di 30 anni fa. Un confronto col “Munster B” è più utile di una partita con i Crociati. Ci manca solo di tornare al Super 10 per affossare qualsiasi crescita. E poi dire che il rugby italiano è basato sulla nazionale è vero, ma se si mantiene questo trend non si crescerà mai.

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