Stare in panchina è brutto, ma per Jonny Wilkinson non essere titolare con l’Inghilterra al Sei Nazioni è anche peggio. Lo dice lo stesso Wilkinson in un’intervista riportata dal Sun. L’eroe della Coppa del Mondo del 2003 che col suo drop in finale portò il titolo in Inghilterra, nel match d’esordio col Galles è rimasto in panchina fino al 67′, una situazione del tutto inusuale per lui.
‘Con Toby Flood che gioca giocare così bene come mediano d’apertura, ora sono in un ruolo dove posso contribuire in maniera diversa, ma stare in panchina è un inferno’, dice Wilkinson alle prese con un ruolo difficile da gestire, quello del panchinaro di lusso. ‘Allo stesso tempo è però molto importante. Stare in panchina mi dà nuove lezioni, la disciplina di continuare a lavorare sodo come sempre per essere pronto, come è successo col Galles. È per questo che ti alleni’, sottolinea, anche se il suo malessere è difficile da nascondere.
‘I miei desideri non sono cambiati, continuo a lavorare per star meglio e, quando ho l’occasione, per scendere in campo’, continua rimarcando come il giocare in Francia l’abbia cambiato in meglio (milita nel Tolone ndr), ma che la continuità è fondamentale anche per tornare al 100% dopo i tanti infortuni che hanno costellato la sua carriera da record.
Per l’uomo che con la maglia dell’Inghilterra ha segnato 1.114 punti in 81 match dalla data del suo esordio (1998), battuto a livello internazionale solo da Dan Carter (1.118 punti per gli All Blacks in 79 gare), ora il futuro è fatto di obiettivi a breve termine. ‘Il mio desiderio è giocare per rendere di nuovo grande l’Inghilterra. Il prossimo? Battere l’Italia naturalmente’, conclude anche se a danno dei colori azzurri, prossimi sfidanti al Sei Nazioni.

intanto nell’ultima partita i suoi 3 punti li ha messi a segno comunque…
grandissimo Wilkinson, un esempio per tutti dentro e fuori dal campo!
parole sante. Non rompe quando sta fuori e sempre pronto quando lo chiamano