La rivolta dei manifesti di Mogliano

Alberto Dupré su Il Gazzettino di Treviso di oggi

D a ieri Mogliano è tappezzata da una cinquantina di strani manifesti. Su sfondo grigio scuro la foto di un signore in mezzo ai ragazzini dell’under 10 del Marchiol Mogliano Rugby e sotto il testo di una lettera aperta. Il signore e autore del testo del manifesto è Cesare Misserotti, 68 anni, residente a Mogliano, titolare di una galleria d’arte a Treviso in via Roggia, ex allenatore di minirugby della società trevigiana che milita nel campionato di Eccellenza. Lo scopo del manifesto, consegnato anche ai quotidiani locali e alla Federazione Italiana Rugby è quello di spiegare ai genitori e ai cittadini moglianesi il motivo del suo allontanamento dal Marchiol. Una clamorosa iniziativa di protesta che Misserotti si è pagato regolarmente versando al Comune la tassa di affissione che gli dà diritto all’esposizione dei manifesti per dieci giorni. Tutto in regola. Come ha confermato il sindaco Giovanni Azzolini che ha fatto controllare anche il testo dalla polizia municipale per verificare che non ci fossero gli estremi di una diffamazione. Misserotti l’ha fatta comunque grossa. E non se ne pente. «Ho dato la mia vita al rugby – ha spiegato ieri da Bologna dove si trova per lavoro – . Per 30 anni ho allenato il minirugby a Mogliano e anche in questa stagione avevo iniziato dando un mano come aiuto allenatore dell’under 10. Sennonché a fine ottobre mi ha chiamato il General manager Alessandro Moscardi comunicandomi l’esonero motivato dal fatto che offuscavo gli allenatori più giovani. Questo non è assolutamente vero pechè gli allenatori erano liberi di decidere. Io davo solo una mano perché dopo una vita passata nel rugby penso di sapere come si trattano i ragazzini. Sono stato un punto di riferimento per la società e lo sono tutt’ora per i genitori dei ragazzini. Non mi va giù il fatto che il signor Moscardi, solo perché è stato capitano della Nazionale, decida di fare piazza pulita mandando tutti a quel paese. Sono stato uno dei vecchi a fondare il rugby a Mogliano. Non ho mai percepito nessun rimborso spese perché la salvezza delle società dilettantistiche si fonda proprio sul volontariato”. Ma non era più semplice per Misserotti chiarirsi con i dirigenti evitando questo clamore? “Sono disposto ad un dibattito pubblico con i genitori presenti – ha ribattuto l’ormai ex allenatore – ma non mi interessa parlare a quattr’occhi solo con i dirigenti. Era giusto spiegare a tutti i motivi per cui sono stato allontanato e chi lo ha deciso ora deve prendersi le proprie responsabilità. Posso anche accettare la decisione di essere messo da parte ma non condivido né i tempi né i modi. Ho sofferto enormemente per questa decisione». E tale è stata l’amarezza che niente lo ha fermato. Men che meno la valutazione delle possibili conseguenze del suo gesto. «Mi aspetto azioni legali da parte del Marchiol ammette -ma il mio avvocato mi ha detto che non c’è nessun rischio visto che non ho offeso nessuno ma solo chiarito come stanno le cose»

Di seguito la risposta di Alessandro Moscardi, consigliere del Mogliano Rugby ed ex capitano azzurro, pubblicata sempre oggi sulle pagine dello stesso Gazzettino

L’accusato principale del manifesto affisso da Cesare Misserotti è il consigliere Alessandro Moscardi. L’ex capitano della nazionale italiana di rugby, responsabile dell’area tecnica, non vorrebbe parlare. Ma poi si sfoga: «Posso capire la delusione e lo sfogo della persona ma penso che questa volta Misserotti sia andato oltre i limiti». Poi il racconto di come sarebbero andate effettivamente le cose: «Gli avevamo proposto – ricorda Moscardi – di fare l’accompagnatore dell’under 12 ma lui seguiva tutti gli allenamenti mettendo in disparte l’allenatore. E’ stato richiamato ma lui continuava a fare di testa sua e a quel punto abbiamo deciso di allontanarlo. A Mogliano abbiamo un progetto tecnico sul settore giovanile che portiamo avanti da due anni. Tutti gli allenatori hanno condiviso questo progetto tranne lui. Posso anche capire che a quasi 70 anni sia difficile cambiare mentalità. Ma chi è inserito in una struttura deve anche rispettare le regole. Con lui non c’è stata mai nessuna lite. Ho ancora grande rispetto per lui e per quello che ha fatto. Penso però che il suo comportamento sia stato irrispettoso nei confronti della società»”. Amareggiato è il presidente Roberto Facchini: “E’ stata una scelta tecnica e non c’era nulla di personale nei suoi confronti. Penso sia anche giusto ringiovanire le file degli allenatori e in ogni caso gli era stato offerto un incarico nell’under 12. Tempo fa durante le nostre riunioni aveva fatto un paio di sceneggiate che non mi erano piaciute. Ho già incaricato il mio avvocato di verificare se ci sono gli estremi per una querela. Devo pensare a tutelare l’immagine della mia società. Questa sua uscita penso sia un danno anche per i ragazzini. Sono anche disponibile a dimettermi da presidente e lasciargli la squadra se lui ci mette

 

2 pensieri riguardo “La rivolta dei manifesti di Mogliano”

  1. Penso che il presidente del mogliano invece di pensare a querelare chi esprime la sua amarezza, dovrebbe far tesoro di quanto accaduto per riflettere sullo stile con cui sta dirigendo la societa’ , perche’ e’ evidente che l’ esonero di un allenatore che per trent’anni ha educato i ragazzini del mogliano sarebbe dovuto avvenire con tutt’altre modalità’. Se lo riteneva non idoneo all’allenamento bastava non riconvocarlo per la nuova stagione, ma non lo si puo’ esonerare dopo un mese dall’inizio della nuova stagione.
    Un Presidente che si rispetti avrebbe gestito la situazione in tutt’altra maniera preoccupandosi magari di ringraziare chi come Misserotti ha dato l’anima per il mogliano.

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