Una lettera-appello accorata e bella pubblicata oggi dalle pagine astigiane de La Stampa
MarziaFossa, appassionata del rugby astigiano e già dirigente accompagnatrice delle formazioni giovanili dei galletti, ci ha inviato questo intervento sul difficile momento della palla ovale astigiana, contrassegnato anche da liti e spaccature. Il suo è un richiamo a «fare gruppo» nel nome di uno sport che unisce come pochi altri, senza mai dividere.
“Mi ricordo del giorno in cui ho visto la mia prima partita di rugby e mi sono innamorata di questo sport. Mi ricordo di un tempo in cui si era tutti uniti. Mi ricordo di una grande
squadra guidata da un grande capitano. Mi ricordo di fango, sangue, sudore, lacrime e risate. Mi ricordo di un grande cuore bianco rosso. Mi ricordo di tutti i miei bambini che ho tesserato e che adesso vedo uomini. Mi ricordo delle centinaia di maglie lavate. Mi ricordo di terzi tempi e torte fatte dalle mamme. Mi ricordo di umiltà e amicizia. Mi ricordo di feste che qualunque scusa era buona. Mi ricordo del giorno in cui abbiamo tirato su i pali nel nuovo campo a Lungotanaro e mi vengono ancora i brividi. Mi ricordo di vittorie e di
terribili sconfitte. Mi ricordo di tutti i ragazzi che ci hanno messo la faccia. Mi ricordo di grandi allenatori che ci hanno fatto crescere. Mi ricordo del campo di patate su cui i ragazzi giocavano. Mi ricordo le ginocchia dei bambini che si sbucciavano sul campo ghiacciato. Mi ricordo i pullman per le trasferte dei tifosi e di chi arrivava sempre in ritardo. Mi ricordo di terribili discussioni e di allegre riappacificazioni. Mi ricordo chi segnava i campi, chi puliva gli spogliatoi, chi spalava la neve chi faceva da mangiare, chi gestiva la club house, chi preparava le borse delle maglie, chi, chi, chi, chi.
Mi ricordo il campo di sabbia del circolo, poi lo stadio, il campo di Costigliole e finalmente
il nostro campo da rugby. Mi ricordo la serie C, la serie B e la sofferta serie A. … e poi non mi ricordo più come siamo arrivati a questo punto o forse sì. Vorrei tornare indietro. Vorrei nuovamente la società per cui tutti noi abbiamo lottato e sudato, chi sul campo, chi fuori. Vorrei di nuovo una società che lavora insieme.
