Coco e il suo Ambrogino d’Oro: Milano premia un flanker

Il 7 dicembre è Sant’Ambrogio e Milano festeggia il suo santo patrono. Ogni anno, oltre alla prima della Scala, vengono assegnati gli Ambrogini d’Oro, un riconoscimento ai milanesi benemeriti o a persone che hanno comunque fatto qualcosa per Milano pur non essendo nate in quella città. Bisogna dire che le settimane precedenti all’assegnazione dei premi da parte del Comune sono generalmente di una certa tristezza, con i veti incrociati dei partiti su questo o quel personaggio.
Quest’anno però c’è un Ambrogino d’oro particolare, viene infatti assegnato a un rugbista. Chi è e il perché del premio ce lo dice questo stralcio di un articolo di Marco Lombardi che trovate su Allrugby di dicembre.

Marco “Coco” Colombaioni è morto questa estate mentre cercava di salvare un giovane keniota che stava annegando nel mare di Marina di Ferrara. Tre ragazzi era riuscito a tirarli fuori, ma con il quarto, George Munya Gathuru, non ce l’ha fatta. E sono andati sotto insieme.
Marco era un giocatore di rugby. Era un flanker nella Stella Rossa Rugby di Milano, una squadra speciale, nata da poco, gestita dai ragazzi che l’hanno fondata, che stanno cercando di sviluppare un idea di rugby aperto, facile da avvicinare, naturale, così come è naturale per un giocatore di rugby sacrificarsi per un compagno. “Sostegno, ci sono, ci sono” sono le cose che gli allenatori insegnano ai ragazzi e che facciamo anche noi coi nostri della Stella. Marco l’aveva imparato benissimo, ma forse lo sapeva già di suo. (…)
Marco era a Ferrara con un gruppo di giovani artisti di strada africani con cui lavorava come volontario insieme all’Ong Amami. Artista pure lui, spendeva la propria vita a lavorare in posti difficili in Africa, come quelli da dove venivano i giovani kenioti. (…) Quando la bara è uscita dalla chiesa i compagni di squadra gli hanno fatto il corridoio. I ragazzi della Stella Rossa ritireranno la maglia numero 6.

5 pensieri su “Coco e il suo Ambrogino d’Oro: Milano premia un flanker”

  1. Esemplare.
    Immagino che la Stella Rossa, oltre che ad un amico e giocatore, abbia perso un grande Uomo.

    Forse però ritirarne il numero non è la cosa giusta, il rugby insegna che il numero non indica la persona ma il ruolo che essa ha in campo. I numeri da 1 a 15 responsabilizzano il giocatore ad onorare chi, prima di lui, ha indossato quella maglia nella storia della società.
    E sarebbe bello che i futuri numeri 6 della Stella Rossa abbiano l’onore e l’onere di portare Quella maglia.
    (NB questa vuole essere solo un opinione personale, la società saprà operare come meglio crede)

  2. lo spirito di sacrificio è tipico di noi che giochiamo a Rugby, si è visto anche durante il terremoto all’Aquila e durante l’alluvione a Genova: i primi ad intervenire da volontari sono stati i ragazzi delle squadre di rugby. Non voglio fare il solito snob, ma noi rugbisti abbiamo la generosità dentro che ci porta a dare sempre per primi. Chi non è generoso non riesce a giocare a rugby a lolte lo impara ad esserlo proprio giocando. Sono anch’io dell’idea di non ritirare la maglia numero 6 perchè Coco sarà sempre in quella maglia ad aiutare ed a spronare chi la indosserà.

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