Right Rugby ci racconta – al meglio, as usual – una delle migliori tradizioni britanniche
Tra neve, freddo e ghiaccio, in Inghilterra non si sono fatti mancare nulla per queste feste di Natale. E per il Boxing Day, il giorno dopo i bagordi quando cominciano ufficialmente i saldi e la giornata è dedicata alla famiglia, nel senso che i papà accompagnano i figli allo stadio per le partite di calcio o di rugby. Ma alla fine ieri per l’Aviva Premiership sono scesi in campo solo a Wembley i Saracens contro iLondon Wasps per una partita non bellissima, vinta dai Sarries per 13-6 e che ha permesso al gallese Gavin Henson di tornare a giocare, sfiorando una meta pochi minuti dopo essere entrato nel secondo tempo.
Troppi gli errori da una parte e dell’altra nel corso del primo tempo perché la partita prendesse ritmo. Palloni persi in avanti, calci di spostamento e squadre sulla difensiva, con un sempre giovane Serge Betsen: la terza linea francese che milita nei Wasps ha targettato per 40 minuti filati la giovane apertura saracena Owen Farrell, portandogli addosso una grande pressione in occasione di ogni rinvio. Non muore mai nemmeno Simon Shaw: alla lunga le gambe rallentano, ma in alcuni tratti di gara ha la lucidità e la potenza messa in mostra quando faceva l’apripista con la maglia dei British & Irish Lions nel tour sudafricano.
Quanto ai “padroni di casa”, possono contare su un tallonatore mobilissimo come Schalk Brits e su un bello spilungone come Hugh Vyvyan: entrambi elementi importanti per riuscire a guadagnare terreno in un match molto statico, almeno all’inizio. Tanto che il primo tempo si chiude sul 3-0, con il solo calcio di Farrell al 35′ da posizione centrale per un fuorigioco. L’apertura potrebbe anche allungare di altri tre punti, ma non ha la mira giusta.
Nella ripresa, i Sarries intuiscono di avere la superiorità in campo, nonostante un pacchetto di mischia – dove in prima linea c’è l’italiano Carlos Nieto – che soffre in fase ordinata contro quello dei Wasps. Ma l’abbrivio complessivo è quello giusto e così al 47′ arriva la meta della partita, con la terza linea appena entrata Andy Saull (nella foto) che buca una molle difesa avversaria servito e riverito da un perfetto off load del mediano Neil de Kock che gli apre la strada. Sul 10-0, i gialloneri si svegliano, non dopo aver rischiato il colpo del ko.
Henson entra al 51′ per il secondo centro Michael Tagicakibau e dopo pochi minuti afferra l’ovale intercettato nel corso di una trasmissione al largo troppo lenta dei Wasps. Aziona le gambe e va per marcare, ma c’è il provvidenziale ritorno del mediano di mischia Joe Simpson che mette le mani sopra la palla che così non tocca mai terra. I piazzati dell’apertura Dave Walder servono per accorciare sul 10-6 al 58′.
Ma è Farrell tre minuti più tardi a riportare i Saracens sul +7 che garantisce una certa sicurezza, visto che grandissimi rischi non si corrono. Piuttosto sono il solito Britz e Saull a mettersi in mostra: il primo dando esplosività alle ripartenze, il secondo rubando due palloni sul finale di partita.
Seconda parte:
La tradizione britannica del Natale all’insegna dello sport di alto livello continua durante le Feste, tra Boxing Day e New Year’s Eve: un biglietto per la partita del cuore con papà è regalo natalizio lassù più gradito del nuovo giochino per la playstation.
Il vertice – forse calcio incluso – è stato raggiunto ieri dal derby di Premiership Harlequins – Irish, giocato ieri a Wembley davanti a quasi 75.000 spettatori. Una partita di media classifica senza assolutamente nulla in palio, giocata un lunedì pomeriggio: è un trionfo di quel gusto per lo sport “partecipato” che si estende con estrema difficoltà più a sud – basti leggere in giro alcune considerazioni allucinate sul doppio derby italo-celtico tra Benetton e Aironi in pieno periodo delle Feste, manco fossero turni serali in fabbrica. Se i Conservatori stanno in Gran Bretagna, pare siano i cu… di pietra la fauna endemica delle latitudini più calde. Fa ovviamente eccezione RR, che è stata e sarà presente live per i suoi lettori ai derby di Celtic menzionati.
Veniamo alle partite giocate in Inghilterra, che ancora NON completano l’undicesima giornata dell’Aviva Premiership, ultima di andata: si sono potute giocare solo tre partite su sei, dopo Saracens – Wasps giocata domenica han dovuto essere rinviate per maltempo Gloucester-Northampton, Bath-Exeter e anche Newcastle -Leeds prevista ieri.
Ieri in casa i Tigers hanno dilaniato con otto mete a tre gli Sharks da Sale che presentavano il nuovo allenatore Peter Anglesea: 54-21 il risultato finale di una partita dominata in lungo e in largo, a partire da mischia ordinata e ruck dove Martin Castrogiovanni ha imposto la sua legge (e la sua motivazione ad ottenere il rinnovo del contratto). Doppiette per Scott Hamilton– festeggiato a schizzi di birra dagli spettatori a due passi – e Manu Tuilagi, più 14 punti da trasformazioni per il redivivo Jeremy Staunton che ha lasciato in panchina il giovane centro Billy Twelvetrees, supplente all’apertura fino ad oggi. Quinta sconfitta in fila in tutti i tornei in cui partecipa per Sale, dall’organico certamente meritevole di una classifica migliore: tra gli altri l’attivissimo Cueto, il mediano gallese Dwayne Peel autore di una meta da cineteca, Tait, il veterano Ben Cohen.
L’altra partita giocata è stata il citato derby londinese Harlequins – Irish: è finita 28-18, coi Quins sempre avanti e una sola meta al 68′ del centro Lowe, ma è stata gara tutt’altro che noiosa per la folla che gremiva tutti gli ordini di posti a Wembley, tra due squadre che s’assomigliano nella veemente aggressività offensiva, non sempre attenta e razionale ma sicuramente molto spettacolare. La furia degli attacchi contrapposti genera un continuo botta e risposta al piede traNick Evans (23 punti) e Chris Malone (18 punti), rotto dalla meta del centro Lowe lanciato da un preciso assist del collega di reparto Turner-Hall. Eppure gli Irish parevano la squadra in grado di esercitare la maggior pressione nel secondo tempo ed erano andati vicinissimi alla meta, evitata da un fallo di Danny Care che si sacrificava al cartellino giallo per arrestare con un ingresso laterale sulla linea di meta la carica di Mapusua lanciato come un running back da football americano. Paradossalmente, le fasi migliori per entrambe le squadre – inizio del secondo tempo per gli Irish, a cavallo dell’ora di gioco per i Quins- coincidevano con situazioni di inferiorità numerica. Quarta sconfitta in fila per gli Exiles, ex capoclassifica, che devono riflettere sulla scarsa produttività del loro attacco che pure non si risparmia in quanto a capocciate.