L’annuncio è stato dato in Nuova Zelanda. Al fortissimo giocatore si erano interessati alcuni club francesi, ma il numero 10 ha rinnovato il contratto con la federazione “maori” e con il suo club. Nel nuovo contratto ci sarebbe però una clausola che permetterebbe a Carter di prendersi una sorta di “anno sabbatico”.
Questo il video dell’annuncio
Categoria: Nuova Zelanda
Nuova Zelanda: 5 milioni di perdite ma sguardo sereno sul futuro
Una perdita netta di 9,4 milioni di dollari neozelandesi, un po’ meno di 5 milioni di euro. Questo il passivo annunciato dalla NZRU – la federazione neozelandese – per il 2009. Un dato salutato però positivamente dal presidente Mike Eagle, che evidentemente si aspettava qualcosa di peggio vista la crisi internazionale (gli introiti commerciali sono scesi da 79 a 72 milioni), gli esborsi per l’organizzazione del Mondiale che prenderà il via il prossimo settembre e che si è affrettato a chiarire che la federazione deve continuare “to practice responsibility”.
Un koru di nome Christchurch
Altre scosse a Christchurch. Forti scosse. Per fortuna non hanno causato i danni di quella che ha colpito la città neozelandese lo scorso 22 febbraio.
Stefania Mattana ha scritto questo articolo, davvero bello e sentito. Non perdetevelo
Era l’ora di pranzo, la più viva della giornata, quando la “Garden City” Christchurch ha iniziato a tremare. Un interminabile minuto e mezzo che ha trasformato e riempito di orrore una città. La scossa di magnitudine 6.4 ha spezzato il silenzio di chi qui in Italia, per qualche ragione, non riusciva a prendere sonno, e magari faceva distrattamente refresh sul suo sito di informazione preferito, o su Facebook, come per contare le pecorelle.
Un silenzio come quello che alle 3.32 ha cambiato per sempre le vite degli aquilani.
2 anni, 2 mesi, 20 mila chilometri che dividono due popoli così diversi, ma uniti e vicini nella stessa passione, nella stessa paura di quando la terra trema. Quella terra che sembra l’unica cosa certa che si ha, fino a quando non crolla anch’essa, e distrugge.
Z. era a Dunedin dove vive e lavora. Mangiava nel suo ufficio quando ha avvertito la scossa, quel maledetto 22 febbraio. Un attimo di paura, un balzo fuori dalla stanza, uno sguardo con i colleghi atterriti, e un unico pensiero: speriamo che non sia Christchurch, di nuovo. E invece il terremoto ha colpito di nuovo la gente di Canterbury, dopo che il 4 settembre un miracolo aveva causato “solo” due morti, dopo una lunga scossa di una forza inaudita: 7.1, uno dei sismi più forti degli ultimi tempi.
“In una nazione che è grande quanto Milano e il suo hinterland – scrive Z. – tutti per forza conoscono o hanno qualche caro a Christchurch. E l’angoscia sale.”
Lo spirito solidale dell’uomo sa essere enorme nei momenti di calamità e di bisogno. Il popolo neozelandese si è dimostrato preparato e unito davanti alla tragedia di Christchurch: gente che spala il fango, scava a mani nude, offre il suo letto o la sua casa. Gente che ha fatto 5, 10 ore di macchina per portare un pasto “caldo” a chi non ha più nulla. “La cosa bella di essere kiwi è che ci supportiamo vicendevolmente, tutti. Viviamo avvolti da un autentico spirito confortante, e sono così orgogliosa di farne parte.”, ha scritto Kelly nel suo blog. Kelly vive a Hastings, nell’Isola del Nord, ma il 24 febbraio era già a Christchurch. Gesti che sono globali, e che mi piace pensare siano ovvi per tutti, perchè significherebbe che questo cinico mondo in continua evoluzione non sta fagocitando del tutto la nostra umanità.
Cosa è cambiato in 2 mesi in Nuova Zelanda, dopo questi terribili eventi? Dal 4 settembre si sono registrate più di 5 mila scosse. Tra le più forti, l’ultima è stata registrata proprio sabato scorso, il 16 aprile: 5.4. Ed è tornato l’incubo.
Le iniziative di solidarietà e raccolta fondi in favore delle vittime del sisma si rincorrono e attraversano trasversalmente tutti i campi del vivere quotidiano, dai notiziari alle manifestazioni sportive. La felce d’argento degli All Blacks si tingerà di rosso per sostenere i terremotati, e ricordare loro che se hanno perso il Mondiale di Rugby in casa, la gente che “fa” il mondiale non si è dimenticata di loro.
Anche i blogger si sono mossi a favore di Christchurch: nel mese di marzo gli scrittori del web sono stati invitati ad aderire a “Blog4NZ”: scrivere un articolo sulle bellezze della Nuova Zelanda per aiutare il Paese a riprendersi dallo shock del terremoto, motivando i turisti a visitare la terra kiwi, nonostante il sisma.
Solidarietà significa anche fare qualcosa di concreto “sul campo” per riniziare a vivere, a lavorare, a far muovere il denaro. Così si aprono di nuovo i negozi, le caffetterie e i ristoranti, senza magari qualche muro o vetrata che prima c’era e ora non c’è più. L’importante è ripartire.
Il mio lavoro mi porta spesso a viaggiare per le lande internettiane di “settore”, tra comparti di grafici, scrittori e creativi. E mentre cercavo proposte e input interessanti mi è spesso capitato di trovare sui network internazionali banner di questo tipo.
La traduzione dice più o meno così: “Hai lavoro? Aiuta la tenere viva la comunità creativa di freelance di Christchurch. Se hai lavoro in eccesso o un progetto che può essere spedito, visita chchcreative. Scegli qualcuno dal nostro database di talentuosi designer, illustratori, fotografi e copywriter. Troverai la creatività giusta per il tuo lavoro, e ci aiuterai a rimetterci in piedi.” Christchurch non è quindi solo paura, distruzione, macerie, dolore. É soprattutto speranza. E la si percepisce nell’aria, nelle cose di tutti i giorni. O nei filmati che si rincorrono nella rete, come questo qui sotto.
E il rugby? Cosa c’entra tutto questo con la palla ovale? Chi conosce la Nuova Zelanda almeno un pochino sa che il rugby è parte del cuore di Christchurch, un cuore rosso come i colori della contea di Canterbury, rosso come le stelle della Croce del Sud sulla bandiera nazionale. E di questo grande cuore, il rugby è l’atrio più grande, quello che quando pulsa dà una bella spinta al sangue. E non è un caso che il premier John Key, in visita nelle zone terremotate, si sia presentato con la maglia dei Crusaders.
La terra della lunga nuvola bianca ha incontrato un temporale, ma lo sta superando con orgoglio e pazienza, come si fa con le brutte tempeste. La stampa e l‘opinione pubblica ha riconosciuto nella cattedrale ferita di Christchurch il simbolo di questi ultimi due mesi.
A me, invece, piace pescare nella splendida cultura maori, ed affiancare a questi fatti il Koru. É un germoglio che si srotola, una piccola felce pronta a vivere. Una nuova vita, un nuovo inizio.
E quando penso ai miei amici kiwi, voglio pensare che ognuno di loro sia una felce d’argento capovolta e adagiata su un sentiero. La tradizione maori vuole che queste felci illuminate dal chiarore della luna indichino la giusta via, riflettendo sulla strada la loro luce argentea. Christchurch will rise again.
Video: le prime foto dall’AMI Stadium di Christchurch
Il terremoto del 22 febbraio lo ha reso inagibile per Super Rugby e Mondiali. Finora non erano circolate immagini, ecco le prime…
Christchurch e il Mondiale, una tragedia e una opportunità
I problemi tragici, imprevisti e imprevedibili legati al terremoto di Christchurch sono superati e il Mondiale ci aiuterà a superare il momento difficile. Questo a spanne il pensiero di Martin Snedden, responsabile del comitato organizzatore del torneo iridato di rugby che inizierà il prossimo 9 settembre in Nuova Zelanda.
In una intervista alla Reuters Snedden ha detto che “il modo migliore per guardare avanti è coinvolgere la città devastata, ma il Mondiale sarà un vero e proprio impulso”. Qualche dubbio ancora sull’impatto economico dell’evento: “Se tutto va per il verso giusto, si avrà un impatto limitato. Ma questo potremo dirlo solo a dopo il torneo”. I circa 170mila biglietti venduti per le sette partite inizialmente previste a Christchurch sono stati rimborsati per un totale di 19,5 milioni di dollari.
