Il rugby, fuori dal campo

da Laborsport.it

Il 20 aprile scorso a Rapolano Terme si è tenuto un convegno dal titolo “L’importanza del rugby nell’età evolutiva. Integrazione, solidarietà e formazione” con la presenza  di vari relatori, tra i quali anche il Prof. Vincenzo Ieracitano della FIR. Tale importanza non sfugge se si pensa ad un fattore scientifico fondamentale: il bambino ha un numero di sinapsi quasi doppio rispetto ad un adulto ed è in quella fase che avviene l’imprinting di ciò che sarà nell’età adulta.  Al convegno era presente anche Laboratorio Sportivo Asd.

E’ stato il convegno “L’importanza del rugby nell’età evolutiva – Integrazione, solidarietà e formazione” organizzato dal Presidente delle Crete Senesi, Donato Vassalli, ad offrirmi l’occasione di riflettere su questo argomento per il mio intervento. Ho iniziato a pensare a quali potevano essere i valori educativi del rugby da sottolineare, li ho scelti e vi ho collegato l’infinità di evidenze empiriche che si possono legare a questo splendido sport e al suo essere “intrinsecamente educativo”, non fosse altro perché è quello sport nel quale il rispetto parte da se stessi e arriva fino all’arbitro passando per compagni, avversari e tifosi avversari. Talvolta è fin troppo facile parlare del rugby e dei suoi valori educativi; se non si trasformano questi in comportamenti da portare “sul campo” ogni giorno, allora si rischia di parlarci addosso e di non considerare che ogni giorno è importante riempire la “forma” dei valori con la “sostanza” dei comportamenti. E’ stato Massimo Mascioletti il primo incontro fortunato con il rugby ed è suo il concetto che traccia la direzione giusta quando parla del rugby dello sport della palla ovale come “progetto uomo”.

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