D’accordo, tutto il mondo è paese. Però. Sarà per i soliti luoghi comuni o giù di lì, ma pensavo che la terra dei mille campanili pronti a scannarsi anche quando si trovano a un chilometro di distanza fosse il nostro. Invece ogni tanto la cronaca ci riferisce di storie molto “italiane” che arrivano da migliaia di chilometri di distanza dallo Stivale. Ok, a volte basterebbe un po’ di naso per rendersi conto che certe cose possono facilmente prendere una determinata piega. Ma se di mezzo c’è una bella quantità di danari…
Prendiamo la Nuova Zelanda, ad esempio. Tra pochi mesi ospiterà i mondiali di rugby, terzo evento sportivo del mondo in assoluto, dopo Olimpiadi e mondiali di calcio. E da sempre uno dei momenti di maggiore attenzione mediatica – ovviamente oltre alla finalissima – è la cerimonia inaugurale. Fin qui tutto bene. Ma che ti combinano i kiwi nel nome dell’ingresso di investimenti stranieri in quella lontana terra? Affidano l’organizzazione di quella cerimonia alla David Atkins Enterprises, azienda capacissima ed esperta (nel suo curriculum anche l’organizzazione della cerimonia inaugurale dei Giochi di Sydney 2000 e di Vancouver 2010), con il “difetto” però di essere australiana.
Apriti cielo e polemiche a non finire…
