Gisborn. Alzi la mano chi prima d’ora ha mai sentito nominare questa cittadina neozelandese. Quasi nessuno immagino. Gisborn si trova nella parte nord-orientale dell’isola settentrionale. Quella dove si trova Auckland, tanto per intendersi, ma dall’altra parte rispetto a quest’ultima.
E Gisborn tra il 17 e il 20 febbraio sarà la sede del Te Matatini, il più importante festival di danze e maori “performing arts”, come le chiamano quelli fighi. Quattro giorni in cui le principali scuole di haka del paese buttato laggiù, in mezzo all’Oceania, si danno battaglia a colpi di haka – appunto- Waiata e Poi. Un appuntamento importante e atteso a quelle latitudini: nel 2009 (il festival si tiene una volta ogni due anni) a Tauranga accorsero oltre 50mila persone, a Gisborn le attese sono per almeno il doppio di quella cifra. Su una popolazione totale di circa 4 milioni di anime non è male.
Arrivare però ad esibirsi al Te Matatini (prima edizione nel 1972) non è semplice: i vari gruppi Haka Kapa sono impegnati per mesi in una selezione impegnativa. Un centinaio quelli che partono – compreso uno in Australia – 42 quelli che arrivano ad esibirsi al festival. Toa Whakaihuwaka è poi chi si aggiudica la vitoria.
E a gestire il festival è la Te Matatini society, nata negli anni ’60 del secolo scorso con l’obiettivo di promuovere, salvaguardare e diffondere la cultura maori. Ogni edizione della kermesse è però guidata da un Mana, un’autorità scelta tra le varie tribù (iwi, in lingua maori) della regione che ospita l’evento., aperto con il powhiri, la canzone di benvenuto che l’Haka Kapa ospitante “regala” a tutte le altre.
Tante le discipline che vanno a comporre la gara: c’è il Whakaeke, la “canzone di presentazione”, con cui i vari Haka Kapa spiegano chi sono e da dove vengono, le storie che li contraddistinguono.
Oppure la “canzone dell’azione”, in maori Waiata-a-ringa. Molto simile alla haka che vediamo sui campi di rugby, una danza dove le espressioni del viso e i movimenti del corpo sono molto importanti.
La Poi è invece tradizionalmente effettuata da donne, ma possono prendervi parte anche gli uomini. Mosse aggraziate e poco violente.
Il Kakahu invece è la competizione che riguarda gli abiti indossati dai vari gruppi, tatuaggi compresi.
Segnaliamo infine la Whakawatea, la gara che riguarda la canzone con cui gli Haka Kapa chiudono la loro esibizione.
A proposito. Il nome Te Matatini venne deciso dal professore di chiara origine maori Wharehuia Milroy, un gioco di parole tra l’espressione “Te Mata” che significa faccia, e “tini” che sta indicare una moltitudine: quindi “molte facce”. Un nome scelto appositamente vista l’importanza delle espressioni del viso nella haka e nella cultura maori in generale.
Tutte le info le trovate sul sito ufficiale del Te Matatini.

Vorrei tanto venire a vivere in Nuova Zelanda .