Prime impressioni sul Sei Nazioni

Articolo che ho scritto per la pagine web dedicate al rugby del sito di Radio R101

Tre partite e tre pronostici rispettati. Più o meno.
L’Inghilterra è andata a vincere in Galles ma certo non ha convinto. Bravo il Galles a rimanere in gara fin quasi alla fine e a mettere in difficoltà i favoritissimi inglesi, ma uomini e tecnica non si inventano e il proverbiale carattere del XV in maglia rossa non sempre è sufficiente. Gli uomini di Gatland, ancorché sconfitti, escono comunque a testa alta e hanno dimostrato di essere un osso davvero duro. Da vedere quale sarà la loro resa lontano da casa.
L’Inghilterra è… l’Inghilterra: non esalta, va intravedere la possibilità di fare grandi cose ma quasi mai mantiene quelle promesse. Eppure vince, o nella peggiore derlle ipotesi, ci arriva vicino. Ha una capacità di capitalizzare il poco o tanto che costrusice come nessun alto. Comunque quella vista a Cardiff è una delle migliori prestazioni degli ultimi due anni scarsi.

Francia e Scozia. I transalpini sono i detentori del titolo in carica: l’anno scorso hanno stravinto dominano il torneo. I test-match estivi ed autunnali hanno però regalato molte cocenti delusioni e sconfitte da dimenticare. Su tutte quella con l’Australia, con 59 punti subiti. Sabato a Parigi si è vista una Francia vogliosa anche se non bella come quella di un anno fa. Il talento e le soluzioni alternative sono però tali da far dormire sonni tranquilli al ct Lievremont. Certo se lo stesso ct decidesse di puntare su un determinato gruppo di atleti e diminuisse il numero di esperimenti e “tentativi”, la squadra ne avrebbe immediato vantaggio.
La Scozia esce invece ridimensionata dalla partita di Parigi. Un deciso passo indietro rispetto a quanto visto nei test autunnali. Certo la “vera” Scozia non è probabilmnte quella che ha battuto il Sudafrica, ma forse nemmeno quella di sabato.

Veniamo a Italia e Irlanda. Forse la partita che più ha confermato le idee che addetti ai lavori e tifosi si erano fatti delle due squadre. Gli irlandesi hanno dimostrato di essere in difficoltà quando si tratta di imporre il proprio gioco. Uomini e talento ci sono, ma l’età media comincia a farsi sentire un po’ troppo. I dualismi tecnici irrisolti (leggi Sexton-O’Gara) non aiutano e anzi alla lunga pesano parecchio. C’è l’esperienza e quella malizia che ha consentito al XV allenato da Declan Kidney di uscire vittorioso dal Flaminio, ma non può andare sempre così bene e l’Irlanda ha fatto l’Irlanda solo per 20 minuti. Troppo poco. L’Italia invece paga da parte sua l’assenza di quella malizia di cui si parlava prima. Ha giocato un’ottima partita, con gli avanti che hanno fatto un lavoro enorme. Castrogiovanni e Perugini nel primo tempo erano ovunque. Se avesse gestito con un po’ di freddezza in più gli ultimi minuti parleremmo sicuramente di risultato diverso. Da censurare la scelta di calciare il drop da così lontano da parte di Orquera, ma è anche vero che dalla tribuna è molto facile parlare. Bravissimo ancora una volta Alberto Sgarbi.
Per chiudere: uno come Tommaso Benvenuti nel secondo tempo avrebbe fatto comodissimo, speriamo che a Twickenham sia almeno in panchina.

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.