O’Driscoll scommette: “Vinciamo noi 3 a 0”

Nicola Melillo per La Gazzetta dello Sport

Hotel Westin Excelsior, Via Veneto, trenta metri dall’ambasciata americana. L’Irlanda ha scelto una tana di lusso per il soggiorno a Roma. Tutto intorno cominciano a pascolare rappresentanti dei 4000 tifosi irlandesi annunciati. Ma gli occhi di staff e giocatori tradiscono una tensione prepartita mai vista finora. La stella Capitan O’Driscoll scherza: «Come finisce? Vinciamo noi. Quanto? 3-0». Come 3-0? Nessuna meta? «Beh, l’Italia prima o poi una partita la deve vincere, dopo 14 anni. Speriamo non sia questa la loro volta. Il Flaminio è uno stadio fantastico per giocare, col pubblico raccolto che ti spinge a due passi. A Roma abbiamo sempre dovuto soffrire per venire a capo delle partite. L’Italia è cresciuta ogni anno di più e per noi sarà la solita faticaccia. Qui abbiamo offerto, anche per merito dell’Italia, alcune prove assai deludenti, ma abbiamo sempre vinto. Abbiamo visto il loro match con l’Australia a novembre: gli hanno messo una pressione incredibile». infortuni La sensazione è che l’Irlanda tema soprattutto di non poter offrire il meglio del suo formidabile potenziale. Il et. Declan Kidney ha impiegato buona parte della conferenza stampa a spiegare alla decina di giornalisti irlandesi le difficoltà di questi giorni: «Siamo parecchio sfortunati. Abbiamo impiegato il 90% del nostro tempo a fare in modo che le nostre cose andassero a posto, fra infortuni e acciacchi vari. Certo al Flaminio non sarà un happening. Oltretutto un ulteriore salto di qualità l’hanno fatto giocando in CelticLeague. Hanno una grande prima linea con un Castrogiovanni che ogni allenatore vorrebbe avere come pilone». Forza ragazzi O’Driscoll, che ha appena rinnovato l’accordo con la nazionale fino al 2013 e che in questo Sei Nazioni punta a diventare il capitano di più lungo corso della storia (è a 72 caps, il sudafricano John Smit è a 75), fa il suo lavoro da leader: «Vediamo di vincere questo match. Gli infortuni? Può essere una grande opportunità per i giovani di mettersi in mostra e far vedere cosa sanno fare. Penso a McFadden, o a Ross, che debuttano nel Torneo. Faranno bene. Loro stanchi per l’impegno coi club in Celtic League a cui non erano abituati? Non ci credo: sono professionisti e sanno come gestirsi. I loro infortuni? Pensiamo ai nostri e a offrire una prestazione di qualità per partire col piede giusto».

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