E’ una Italia interessante quella appena annunciata dal nuovo team manager Troiani per la sfida di sabato al Flaminio con l’Irlanda.La formazione annunciata:
15 Luke McLean (24 anni, Benetton) ; 14 Andrea Masi (30 anni, Racing Métro), 13 Gonzalo Canale (29 anni, Clermont), 12 Alberto Sgarbi (25 anni, Benetton), 11 Mirco Bergamasco (28 anni, Racing Métro); 10 Kris Burton (31 anni, Benetton), 9 Edoardo Gori (21 anni, Benetton); 8 Sergio Parisse (28 anni, Stade Francais), 7 Alessandro Zanni (27 anni, Benetton), 6 Josh Sole (31 anni, Aironi); 5 Quintin Geldenhuys (30 anni, Aironi), 4 Santiago Dellapé (33 anni, Racing Métro); 3 Martin L. Castrogiovanni (30 anni, Leicester), 2 Leonardo Ghiraldini (capitano, 27 anni, Benetton), 1 Salvatore Perugini (33 anni, Aironi).
A disposizione: Fabio Ongaro (34 anni, Aironi), Andrea Lo Cicero (35 anni, Racing Métro), Carlo Del Fava (30 anni, Aironi), Valerio Bernabò (27 anni, Benetton), Pablo Canavosio (30 anni, Aironi), Luciano Orquera (30 anni, Brive), Gonzalo Garcia (27 anni, Benetton).
Dunque una cabina di regìaGori – Burtonquasi “imberbe” – nel senso dell’esperienza accumulata (sono esordienti al 6Nazioni), con l’interessante opzione offerta dal secondo di finalizzare coi drop le sovente farraginose iniziative d’attacco nostrane; forse potrebbe rappresentare un passetto indietro rispetto alla affidabilità difensiva offerta dall’infortunato Gower in quel punto cruciale della linea: superlavoro annunciato per l’openside flanker (e per l’inside centre).
Altro aspetto interessante delle scelte operate da coach Mallett è al centro: Canaleintraprendente e in forma degli ultimi tempi, sia in Coppa che in campionato, viene affiancato all’interno da Sgarbi, uno sfondatore relativamente giovane (secondo gli standard italici, non solo nel rugby) ma anche un solido placcatore per quanto detto su Burton, mentre i muscoli di Masi vanno al largo, a far da diga in una fascia spesso la più perforata della nostra difesa. Il resto dietro è standard, con McLean in fondo e Mirco Bergamasco al lato chiuso.
Anche nei back forwards ci sono delle novità: gli infortuni chiamano Sole dalla Nazionale A ad affiancare al lato cieco Zanni e Parisse, mentre in seconda linea ai centimentri di Geldenhuys si affianca la muscolarità sovente trasbordante di Dellapè. In prima linea tutto standard, Perugini, Ghiraldini e Castrogiovanni per quello che è il nostro classico punto di forza: in generale, con l’Irlanda in particolare ma ancor di più date le assenza dei verdi; speriamo tale superiorità non sia solo sulla carta e non rimanga sterile. Soprattutto auspichiamo che tutti i nostri avanti non trascurino di allenarsi nellerimesse laterali (lì sarà dura in ogni caso), nel velocizzare i pick&go negli ultimi 5 metri e nel mettere a punto finalmente qualche fott…imo driving maul.
In panchina lo schema è il solito 1 back – 2 halfbacks – 4 forwards, con dietro un centro difensore più che ala d’attacco (Garcia), due mediani (gli esperti Canavosio eOrquera), un tallonatore (Ongaro, pronto a entrare quando ci sarà da lancare le rimesse laterali che contano) e un pilone (LoCicero); la scelta dei due back forwards –Del Fava e Bernabò – vede due lock nominali ma col secondo più versatile; del resto contro gli irlandesi sovente fetenti (nel senso della fisicità e dei trick), le dimensioni contano.
La gara sarà guidata dal francese Romain Poite, uno che da bravo francese, di mischia ne capisce e soprattutto non ha quelle remore tutte anglosassoni-pacifiche a fischiare lemete di penalità. Si spera sia molto attento anche nel breakdown: lì gli irlandesi tirano fuori tutto il loro immenso bagaglio di trick borderline per rallentare, fregare e innervosire. Fortunatamente per noi sotto questo profilo, Flannery s’è ritirato, mancano Ferris e Stringer e O’Gara, uno che sta molto “simpatico” anche a Castro., è in panca.
Infine, una nota per Mallett: aveva iniziato la sua avventura Azzurra proprio contro l’Irlanda, a Dublino all’apertura del torneo 2008, rimediando una sconfitta mai in discussione ma per soli 5 punti di scarto. Dopo quell’interessante presentazione, non è mai riuscito a far decollare la sua Italia; forse l’ha presa troppo “larga” (tutti in Magners perchè in Italia non sapete giocare a rugby, prima la difesa poi il resto, etc.etc.) o forse, speriamo, è stato tutto un gran foundation finalizzato all’anno di grazia 2011. Tra l’altro, tra polemiche e preannunciati addii, l’anglo-sudafricano è arrivato al suo quarto anno alla guida della nazionale: è un record assoluto.
In bocca al lupo.
