Il Messaggero Veneto intervista Alessandro Zanni. La firma è di Roberto Calvetti
«Quasi non te ne accorgi, ma il tempo passa. Anche per me…». Lunedì Alessandro Zanni ha compiuto 27 anni e nella sua carriera ha già disputato cinque edizioni del torneo delle Sei Nazioni e sabato, sull’erba amica del Flaminio, affronterà il sesto. «Se guardo indietro ho avuto tante soddisfazioni, ma ho anche provato delusioni brucianti…» dice il flanker udinese che in azzurro ha già collezionato 42 caps. Sabato Zanni e compagni si troveranno di fronte l’Irlanda, un anticipo della sfida della Coppa del mondo del prossimo ottobre. «Saranno i nostri avversari inNuova Zelanda, anche per questo dovremo giocare una grande partita…». Partire con una vittoria in casa in un Flaminio che a tre giorni dall’incontro è quasi esaurito avrebbe l’effetto di una pozione magica. I verdi d’Irlanda arrivano con molte assenze a causa di infortuni (sono indisponibili Tommy Bowe, Andrew Trìmble, Kob Kearney, Geordan Murphy, Jamie Heaslip e Stephen Ferris), ma restano sempre una squadra formidabile… «Non dimentichiamo che due anni ha vinto il Sei Nazioni realizzando il grande slam: è una squadra dura con degli autentici fuoriclasse. Anche senza gli infortunati- Dovremo cercare di farli giocare il meno possibile e fare una grande difesa perchè l’Irlanda è una squadra che in campo aperto è molto pericolosa e se commetti un errore ti punisce. Il nostro obiettivo sarà perciò quello di aggredirli, senza aspettare». Non sarà cosa facile, ma l’Italia dovrà mettere insieme qualche vittoria anche per i tifosi che a lungo andare potrebbero stufarsi delle belle figure, di una squadra che cade in piedi e via dicendo. «Certo e noi vogliamo iniziare questo Sei Nazioni nel modo migliore e giocare a Roma davanti al nostro pubblico sarà uno stimolo in più per fare bene». Gli azzurri dovranno giocare anche per Nick Mallett, il loro commissario tecnico, la cui panchina dipenderà dall’andamento del torneo. Brunel ormai ex tecnico del Perpignan è dietro l’angolo. «L’esonero di Mallett? Sono soltanto voci esterne all’ambiente della Nazionale. La squadra è con lui, siamo tutti molto legati a Nick: ci ha fatto crescere come gruppo, ma più dell’aspetto tattico, la carta vincente di Mallett è il rapporto che ha con noi giocatori perchè lui è uno che si preoccupa per te, ogni giorno». Lo scorso anno nell’incontro con l’Inghilterra lei è stato votato “man of the match”, cosa si aspetta a livello personale? «Voglio dare il massimo, naturalmente. Ma il mio non è un obiettivo personale, vorrei giocare bene per contribuire ai progressi dell’Italia». Cinque tornei alle spalle, gioie e dolori… «Ho vissuto momenti splendidi, ma ho provato anche delusioni cocenti per certe partite che avremmo potuto vincere con soluzioni diverse». Effetto Celtic League sulla Nazionale? «La base si è allargata e nei prossimi anni si sentiranno i benefici anche in Nazionale. Ci sono già dei giovani che si sono messi in luce come Benvenuti e Gori». Qua! è la squadra favorita per il successo finale de! Sei Nazioni 2011? «Il torneo non è mai stato così equilibrato come quest’anno credo addirittura che si deciderà nell’ultima giornata. Comunque l’Inghilterra è molto cresciuta e si fa preferire alla Francia che un poco è ealata, mentre le incognite sono Scozia e Galles». E l’Italia? «Non dobbiamo pensare al risultato finale, dobbiamo giocare ogni partita come se fosse l’ultima. Strada facendo vedremo dove potremo arrivare». Si parla di una raduno premondiale a Lignano il prossimo agosto prima della partenza per la Coppa de! mondo in Nuova Zelanda… «Ne sarei felice perchè le strutture sono ottime. Sono il primosponsor di questa soluzione».
