Quella sosta che fa discutere. E anche arrabbiare

Il Gazzettino di oggi. La firma è quella della brava Alice Sponton

Comincia il Sei Nazioni, si ferma il campionato. Con il Prato in testa alla classifica, dopo il primo turno di ritorno disputato, l’Eccellenza tornerà il prossimo 12 marzo. Una decisione che destato non pochi malumori tra gli allenatore veneti. «Bisogna rivedere l’organizzazione del campionato», questo il loro pensiero unanime. Se fino allo scorso anno, mentre gli azzurri partecipavano al torneo i club disputavano la Coppa Italia, oggi non si giocheranno più partite per oltre un mese. Umberto Casellato allenatore del Marchiol Mogliano (nella foto di Alfio Guarise insieme al collega rodigino Polla Roux ieri dopo la sfida fra le due squadre) la pensa cosi: «La Fir deve pensare che Celtic League e Nazionale seguono un percorso, il campionato un altro. La programmazione dovrebbe essere pluriennale e siccome il rugby in Italia sta diventando semiprofessionistico bisogna anche fare i conti in termini economici: un mese di stipendio, casa, luce, gas e acqua pagati ad un giocatore come possono essere ammortizzati da un club? Siamo prossimi alla Coppa del Mondo e non si sa come sarà impostata la prossima stagione. Anche le società hanno grosse responsabilità sulla mala organizzazione del campionato, dovrebbero fare valere le loro ragioni. Se voglio che i miei giocatori in campo siano rigorosi, disciplinati e organizzati, io per primo devo dare loro l’esempio». Pasquale Presutti, allenatore del Petrarca Padova afferma: «Accettiamo le decisioni di chi ha pensato che fosse giusto così, probabilmente non p’era nessuna altra soluzione. È certo però che, come allenatore, organizzo meglio il mio lavoro se come obiettivo ho la partita nel fine settimana. Un mese di stop mi complica un pò le cose. In tutti gli altri paesi che disputano il Sei Nazioni i campionati non si fermano. Qui sì, anche se nessun giocatore delle squadre di Eccellenza è stato convocato da Mallett». Anche Polla Roux della Femi Cz Rugby Rovigo Delta spiega: «Ho un pensiero negativo sul fatto che il campionato si fermi così a lungo. Rompe il ritmo di gioco acquisito dalle squadre in questi mesi. Quando si riprenderà si dovrà cominciare tutto da capo: forma, attitudine, mentalità. Può essere favorevole solo ad una squadra che si ritrova con molti infortunati. La mia soluzione? Giocare da marzo a settembre dopo il Sei Nazioni e prima dei test match: clima migliore e quindi campi più praticabili e meno infortuni, più rugby spettacolo e gente allo stadio, nei mesi più caldi si potrebbe scendere in campo anche in notturna». Mauro Marcuglia, allenatore del Casinò di Venezia Mestre dice: «Quando manca la continuità si perde il ritmo. Credo che questa impostazione sia dunque negativa per il nostro campionato. Quasi nessuna squadra dell’Eccellenza ha giocatori in Nazionale, quindi perché non continuare a giocare? Inoltre 18 partite sono poche e potrebbero essere distribuiti in un altro arco temporale, per esempio da marzo a settembre. Ogni anno invece smettiamo di giocare quando le condizioni dei campi sono migliori e il brutto tempo impervia. Reputo pertanto che sia necessario rivedere l’orga-nizzazione generale dell’Eccellenza»

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