Doping: assolti Basson e Ralepelle

Da Rugby 1823

Abili e arruolati. Chiliboy RalepelleBjorn Basson possono tornare immediatamente a giocare a rugby. I due giocatori sudafricani, trovatipositivi a un test antidoping, sono stati scagionati, in quanto non potevano sapere e, quindi, non hanno barato. A questo punto, però, nasce un dubbio: perché in alcune discipline la squalifica scatta comunque, automatica?

Chiliboy Ralepelle e Bjorn Basson non si volevano dopare e non volevano imbrogliare. Questo è certo e la commissione giudicante non ha dubbi in proposito. Lo stimolante Methylhexaneamine trovato nei contolli antidoping era presente in un integratore che era stato dichiarato legale e, quindi, i due giocatori, così come la federazione sudafricana, non potevano immaginare contenesse una sostanza vietata. Assoluzione, quindi, concettualmente ineccebile, anche considerato che i due atleti sono comunque rimasti fermi per più di due mesi, da novembre a oggi.
Ma, qualcuno obietta, già in passato alcuni atleti di altre discipline sono stati squalificati pur avendo assunto il Methylhexaneamine involontariamente. Ralepelle e Basson hanno scampato la squalifica perché questa sostanza è stata declassata dalla Wada da stimolante non specifico a stimolante specifico proprio a partire dal primo gennaio 2011. Questo permette all’Irb di diminuire, o addirittura annullare, la squalifica, che altrimenti sarebbe stata tra i 3 mesi e i 2 anni. Ma proprio qui sta il punto. Se la Wada dichiara che gli atleti sono responsabili di ciò che assumono, che devono sapere se un prodotto è legale o meno, e che vengono condannati anche se l’assunzione risulta involontaria, è giusto che il declassamento di una sostanza sia retroattivo?

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