Marco Ermocida di Rugby Union Times ci racconta la presentazione romana del Sei Nazioni
Pochi convenevoli e tante dichiarazioni importanti in una conferenza istituzionale (condotta da Francesco Pierantozzi e Tania Zamparo di Sky Sport) ma rivelatasi gradevolmente pepata per aver ufficializzato l’obbligo di vincere per l’Italrugby, rispolverato la grana Stadio Flaminio , sottolineato i problemi dell’attuale gestione Celtica e chiarito sull’affaire Brunel.
ItalRugby. Obbligo: vincere
Il primo ad esporsi, dopo una piccola intro di accoglienza, è stato il padrone di casa, il presidente del Coni Gianni Petricci: “Devo dare atto della crescita della FIR: c’è grande rilevanza mediatica ogni qual volta giocano gli azzurri, i tesserati aumentano ogni anno ed è una delle poche federazioni che ha sempre un gran numero di sostenitori anche all’estero. L’Italia nel 6 Nazioni migliora ogni volta di più. Ma stavolta non dico possiamo vincere: dobbiamo vincere.
Chiaro e diretto per un diktat ovviamente condiviso da Giancarlo Dondi che, con lo sguardo alla platea ma rivolgendosi direttamente a Nick Mallett, ha dichiarato: “Il periodo del ben figurare è finito. l’Italia è forte, è composta da tutti giocatori professionisti che giocano in Celtic League, in Inghilterra e in Francia. Bisogna mettercela tutta e a tutti i costi. Mallett, tu sei il responsabile. Ma chiunque scenderà in campo deve sentirsi tale – le parole del presidente FIR – . Non possiamo più parlare al futuro. Dobbiamo far vedere chi siamo e dare soddisfazione ai tifosi e chi ci segue. Dobbiamo metterci il 20% in più di squadre che per storia e tradizione sono più forti di noi.
Lo sapevamo.
Un 6Nazioni senza favorita
“Quest’anno non c’è una squadra più forte delle altre – ha dichiarato Nick Mallett – . Incontreremo nella partita d’esordio l’irlanda: è vero che ha molti infortunati (su tutti Trimble e Bowe, ndr), ma ha una rosa di giocatori di alto livello più ampia della nostra: dovremo fare del nostro meglio per vincere”.
Sapevamo pure questo.
L’Impegno di Sky
30 persone completamente dedicate all’evento, 15 partite trasmesse in diretta in HD, 60 ore di programmazione tra telecronache e magazines, l’utilizzo per la prima volta della Ipermotion Cam (un “mostro” in grado di catturare 2000 frame al secondo, contro i 25 delle normali telecamere, per offrire ai telespettatori rallenties ad alta definizione): questo l’impegno di Sky Sport, sempre più dedita alla palla ovale.
Grande novità quest’anno la 3a voce per le telecronache delle partite degli Azzurri. L’ex capitano Alessandro Moscardi farà compagnia a Antonio Raimondi e Vittorio Munari: avrà il compito di spiegare le azioni grazie all’ausilio di “Libero vision” una lavagna interattiva su cui indicare in diretta i movimenti e le giocate.
Bene così. Senza dimenticare anche La7 che, con la solita squadra di qualità, garantirà l’importantissima trasmissione in chiaro del Torneo.
La grana Flaminio
Assente il sindaco di Roma Gianni Alemanno (impegnato nelle manifestazioni per la Giornata della Memoria), stavolta è toccato al Presidente della Commissione Sport e Cultura di Roma Capitale On. Federico Mollicone rispondere sulla situazione attuale dello Stadio Flaminio. “Si sta lavorando affiinchè i lavori finiscano nei tempi dovuti. Martedì avremo una riunione con le soprintendenze. E’ importante per noi dimostrare la valenza di Roma Capitale nello scenario olimpico(Roma si appresta a candidarsi per le Olimpiadi 2020, ndr), garantendo alla città lo stadio che merita e in grado di ospitare 48000 (!!) spettatori.
Parole, parole, e parole, che seguono altre parole e parole di esattamente un anno fa durante la conferenza stampa in Campidoglio di presentazione del 6N 2010 quando Alemanno presentò addirittura le slides del nuovo progetto.
Peccato che da allora non sia stato mosso alcun mattone. Anzi, stando alle stesse parole di Mollicone, per almeno un anno ancora non si farà nulla; infatti, “se la riunione del 1° Febbraio andrà bene, i lavori partiranno tra 1 anno.”
Pensa un pò. Peccato che il 2013 scada la proroga del Board data all’Italia per l’adeguamento del Flaminio: dunque si dovrebbero completare in 1 anno soltanto le ristrutturazioni richieste. Utopia insomma, considerando i tempi italici.
Tanto che Dondi ha messo subito le mani avanti: “Noi non abbiamo voglia di andare via da Roma; ma se si verificheranno spiacevoli condizioni che ci porterebbero a farlo, dovremo avere altre soluzioni. Petrucci (intervenuto a riguardo poco prima, ndr) ci ha messo a disposizione lo Stadio Olimpico eventualmente. Noi comunque ci guardiamo intorno.“
Appunto. Ci si dia una mossa, altrimenti altro che Olimpico…Roma rischia di perderlo davvero il 6N.
Poca sinergia tra FIR e Aironi/Treviso
Presentarsi al 6 Nazioni con una nazionale imbottita di giocatori che nel club sono strautilizzati (per esempio Perugini, Zanni, Geldenhuys) o quasi mai impiegati (per esempio Gori, Canavosio) non è certo un bel viatico per Mallett. “Gli allenatori di Treviso e Aironi hanno le loro esigenze per il bene della propria squadra – ha spiegato il c.t. – . Sicuramente però serve un lavoro più ravvicinato tra il direttore Rugby d’alto livello dell’Italia (Checchianto, ndr) e quelli delle 2 Franchigie”
“Siamo partiti tardi – la giustificazione di Dondi – . Comunque siamo decisi che per il prossimo anno le cose devono andare meglio con un maggior controllo sui nostri giocatori. Sistemeremo poi ciò che quest’anno è andato male e faremo di tutto affinchè non si verificano più certe situazioni. Ci dovrà essere una comunione d’intenti, una riduzione del numero di stranieri e un rapporto più stretto tra i tecnici FIR e quelli di Benetton e Aironi”.
Non aspettiamo altro da tempo Presidente.
Brunel quando dove come
Jaques Brunel: lui sarà il successore di Nick Mallett sulla panchina azzurra. Doveva essere una mossa di mercato silenziosa e discreta: invece prima si trasformato nel segreto di Pulcinella, poi è diventato un tormentone sulla bocca di tutti; un tormentone che ha creato un ripetersi di domande – di stampo calcistico e poco consone alle abitudini di ovalia – assillanti e spesso banali che non certo producono tranquillità in una stagione chiave per il rugby italiano.
A saziare gli affamati di toto-c.t. ci ha pensato Dondi: “Abbiamo un contratto con Mallett fino alla fine della RWC 2011. Abbiamo però fatto dei sondaggi circa la disponibilità di allenare l’Italia su alcuni allenatori che riteniano adeguati; a questi abbiamo anche detto che parleremo con Mallett dopo il 6 Nazioni. La Fir ha il dovere di muoversi, chiaramente sempre con il rispetto dell’attuale c.t. Il signor Brunel ci ha solo ribadito che lui sarebbe disponibile anche dopo il 6N”.
Sipario.
