Francesco Perugini firma questo articolo oggi su “Libero” (Ho messo in grassetto la rte relativa al rugby). A me pare un calderone, e nel caso-Dondi le motivazioni adotte sono davvero deboli
Quanto sono comode le poltrone dello sport italiano. Tanto che nessuno vorrebbe mai staccarsene. A dare il cattivo esempio è il Coni, guidato da Gianni Petrucci dal 1999
(quarto mandato), ma il presidente più “incollato” è senza dubbio Giovanni Morzenti, a
capo della Fisi (Federazione italiana sport invernali) dal2007. Condannato in primo grado
a 4 anni e sei mesi per concussione, Morzenti guida ancora la federsci, ma si è autosospeso
dalla federazione internazionale. Una situazione che, se nulla cambierà, priverà del voto
italiano la candidatura di Cortina d’Ampezzo per i Mondiali 2017 nel consiglio Fis di maggio.
Dopo aver scampato nei giorni scorsi un riconteggio sulle ultime elezioni e lo “spettro”
di Manuela Di Centa (l’ex campionessa ha rigettato le ipotesi di una sua presidenza), Morzenti oggi a Cortina incontra la stampa per presentare le sue prossime mosse. E mentre i risultati latitano (4 podi nello sci alpino), anche gli organizzatori delle tappe italiane di CdM sono in rivolta. Il motivo? La richiesta del 50% dei loro introiti (oggi il 35%) da parte della Fisi. E la Val Gardena minaccia lo sciopero.
Non c’è, però, differenza tra presidenti “nuovi” e presidenti “vecchi”. Giancarlo Dondi – a capo della Federugby dal ’96 – è nella bufera per il fallimento di Dahlia tv (la pay-tv a cui la Fir aveva ceduto i diritti della Celtic League) e per la scelta del prossimo ct – il francese Brunel – a otto mesi dai Mondiali in Nuova Zelanda.
I guai di Alessia Filippi e la fuga di Federica Pellegrini dal tecnico Morini e da Verona (impianto costruito quasi solo per lei) sono invece sulle spalle di Paolo Barelli, a capo
della Fin dal 2000 e già criticato per i bilanci dei Mondiali di Roma 2009.
Alcune federazioni sono in crisi di risultati, come quella di atletica leggera (Franco Arese),
la Federghiaccio (Giancarlo Bolognini, in sella da 14 anni, ha dovuto assistere al crollo
di Fabris, Kostner e dello short track ai Giochi di Vancouver) o la Federcalcio. Superfluo ricordare l’esito del Lippi-bis voluto da Giancarlo Abete, presidente dal post-Calciopoli.
Anche dove ci sono i risultati, spesso non mancano le polemiche: Baldini, Montano,
Granbassi e Tagliariol sono i “casi” registrati negli ultimi anni dalla Federscherma di Giorgio Scarso. Il più longevo dei presidenti italiani, Sabatino Aracu, è a capo della Federpattinaggio dal 1993, mail suo maggior pensiero è il processo pendente per la Sanitopoli abruzzese.
Qualcun altro invece ha problemi tutti suoi, come la scarsezza di fondi (dopo 13 anni
di gestione di Lucio Felicita, la federazione di pentathlon moderno ha problemi nel rimborsare gli atleti) o come il doping. Ma alle recenti accuse del procuratore Torri, il presidente della Federciclismo D iRocco, ha risposto solo: «Così danneggiate la nostra immagine».
Avolte neanche un Mondiale in casa serve a raddrizzare le cose. Carlo Magri è presidente
della pallavolo dai tempi di Velasco e porta avanti serenamente il suo 5° mandato. Deve essere comoda la poltrona della Fipav…
