Filippo Mazzoni su La Nazione – Prato
Quando lo sport diventa integrazione. Non sarà il primo caso, come ci auguriamo che non sia l’ultimo esempio di integrazione, ma il caso del tredicenne Jhonny Yu, giovane rugbista dei Cavalieri è probabilmente esemplificativo. Da due anni, il giovane rugbysta di origini cinesi ha iniziato a giocare a rugby nelle fila dei Cavalieri Junior, integrandosi nel migliore dei modi e dimostrando di avellniier 14 Jhonny ha iniziato éue anni fa con i Cavalieri Junior e ora è nella selezione regionale re attitudine alla disciplina tanto da meritarsi la convocazione nella selezione regionale Under 14. Una integrazione che procede nel migliore dei modi e che vede coinvolti, nell’ambito sempre delle formazione giovanili dei Cavalieri, anche per vicinanza geografica, altri tre ragazzi cinesi. Quello di Yu non è l’unico caso, nel panorama sportivo pratese in generale e nel rugby in particolare. Saranno proprio i principi di questo sport, il gruppo, l’idea che si vince solo tutti insieme, l’unione, ma in effetti il rugby si sta dimostrando disciplina che aiuta questo tipo di integrazioni in ogni categoria, dal minirugby alle squadre senior. Anche il Gispi Rugby Prato, l’altra società pratese che si occupa dell’attività giovanile fino alla categoria Under 16, è in effetti una vera e propria “multinazionale”. Nelle proprie categorie militano bambini cinesi, rumeni, albanesi, marocchini, inglesi, brasiliani e addirittura del Bangladesh che si sono integrati nel migliore dei modi. Spesso le barriere linguistiche sono un problema insormontabile, ma con una palla in mano o tra i piedi tutto diventa più facile e da questo punto di vista i grandi dovrebbero imparare dai bambini cosa vuole dire integrazione. Dal punto di vista seniores in ambito rugbistico a farla da protagonisti sono i giocatori di origine argentina (Villagra, Poloni, Bocca, Otano, Murgier e Canale), ben sei. Non manca un sudafricano Moore, un tedesco (caso strano in effetti per il rugby) Von Grumbkov e una buona rappresentanza di Neozelandesi o isolani come Wakarua e Ngawini (neozelandesi appunto), Mafi (tengano) e Soqeta (fijiano). Casi simili a quegli dei giovani rugbisti in erba sono i ventenni Majstorovic (di origini croate) e Rodwell (nato negli Usa da padre inglese e madre tedesca) cresciuti rugbisticamente e non solo proprio in Italia. Oggi intanto, nella sala giunta del palazzo comunale, è in programma la conferenza stampa di presentazione della sfida delle coppe europee di sabato tra Cavalieri e Harlequins e di tutti gli eventi collaterali, il Cavalieri Village, il pranzo prepartita e il mercatino dei prodotti tipici organizzati in via Firenze, nella zona antistante lo stadio, proprio in occasione della sfida contro la blasonata formazione inglese che chiamerà a Prato, 500 tifosi dall’albione e tanti appassionati della pallaovale da tutta la Toscana.
