Un bell’articolo pubblicato su Rugbryca

. Il tema è quello della “invasione” delle donne-fotografe intorno ai campi da rugby. Peccato non sia firmato… Comunque, chiunque tu sia, un “brava” non te lo leva nessuno
Sempre di tacchi si parla. O meglio di tacchetti. Perché dopo che rischi di perdere la sensibilità alle dita dei piedi, oppure di slogarti una caviglia, o nella migliore delle ipotesi di ritrovarti ricoperta di fango fino al ginocchio, anche la più femminile delle donne, la paladina del tacco sempre e comunque deve arrendersi nel nome di una passione più grande. Il Rugby. Ma non quello giocato. Quello vissuto di lato, appena dietro la linea di meta. Vissuto attraverso una lente, quella dell’obiettivo.
Negli ultimi anni il numero delle donne a bordo campo è aumentato esponenzialmente, se senti alcune, le più “anziane”, le precorritrici (parola abominevole) del movimento fotografico rosa, ti rispondono tutte con un: FINALMENTE.
E che finalmente sia detto. Le fotografe donna, soprattutto nel rugby, non sono mai state viste con occhio benevolo. Sempre in un uomo si insinua il dubbio che la donna “invada il campo” più per un’attrazione verso il rugbysta che per la passione della fotografia.
Chi scrive è una che in nome di quella passione sono anni che si prende acqua, neve, caldo asfissiante, afa e fango. Una di quelle fotografe fortunate, perché ha trovato chi, al di la dei preconcetti, ha creduto in lei e le ha permesso di crescere e di togliersi le proprie soddisfazioni. Una donna che adesso nei weekend se non può fotografare il rugby lo guarda in tv, lo cerca, lo respira e lo vive. Non è descrivibile la sensazione che si prova. Il profumo dell’erba del campo, il tacchettio delle scarpette negli spogliatoi, il brillare del sudore sulla pelle dei giocatori che risplende sotto il sole, le nuvole di fiato che riempiono le inquadrature in inverno, il calore dei terzi tempi. Il gruppo di fotografi a bordo campo, che prima di tutto è una famiglia, ci si aiuta, si scherza, ci si diverte. Il rugby è un mondo a sé. A discapito di denaro, fama, popolarità è pieno di sentimenti veri, di rapporti indissolubili. Non sempre si riesce a descriverlo, per questo ci sono le fotografie. Catturano attimi irripetibili.
Benvenute “colleghe” donne. Prima o poi anche voi, come me, cadrete dai vostri tacchi e infilerete le vostre scarpette con i 13 tacchetti. Io l’ho fatto ed è la sensazione più bella del mondo.
A questo link una gallery di scatti “femminili” sul rugby
