Antonio Liviero per Il Gazzettino di Treviso
Il giorno dopo l’impresa sul Munster il Treviso si guarda dentro. E trova nuove certezze. In sei mesi ha sconfitto tutta l’alta classifica della Celtic (Scarlets, Leinster, Munster). E ciò
non fa che alzare la temperatura in vista dell’arrivo degli Ospreys (sabato alle 17,30). «Vogliamo fare uno scherzetto anche ai gallesi – confida il capitano Antonio Pavanello -. Ci siamo parlati, ci crediamo. Se domenica abbiamo dato il 110%, ora non possiamo tornare
al 90. Ci proviamo». I primi cinque uomini del pack sono il maggior punto di forza della squadra e la base dei successi: mischie dominate, touche rubate, maul penetranti,
distribuzione offensiva efficace su tutta la larghezza del terreno. «Il nostro segreto è la coesione – spiega Pavanello -. Individualmente ci sono giocatori più forti in Celtic, ma noi
facciamo la differenza nel rendimento collettivo». Tanto che da più parti si invoca un ricorso al blocco Benetton da parte dell’Italia specie per risolvere i problemi della touche. Van Zyl
con i suoi 2,01 metri per 110 chili da quest’anno è eleggibile per la Nazionale non avendo presenze con il Sudafrica. Una candidatura considerata interessante in vista della Coppa del
Mondo visti anche il carisma e le doti di regista della rimessa laterale. «Per me sarebbe un grande onore potermi misurare ad alto livello internazionale con la maglia azzurra» dice Cornie, che a 32 anni continua a farsi apprezzare per mobilità e presenza difensiva oltre che nelle battaglie aere. Ma il discorso azzurro vale per Cittadini (gran match domenica), Rouyet, lo stesso Sbaraglini, finora quasi ignorati da Mallett. «Se ci chiamano siamo
prontissimi, già in questo Sei Nazioni – assicura Pavanello-. La maglia azzurra è il sogno di tutti noi e non temiano certo il confronto con avversari che ormai conosciamo benissimo grazie alla Celtic League». Van Zyl intanto si concentra sulla sfida gli Ospreys. «Sarà una partita più dura di quella col Munster – avverte – non solo per l’ampiezza e la qualità dell’organico gallese, ma perchè loro adesso ci temono di più e ci studieranno per bene». Ma assicura: «Noi come sempre cambieremo parte del nostro gioco, a cominciare dalle touche. Non ci piace essere prevedibili».
