Spot Nike: le tardive scuse della federazione inglese

Da la Gazzetta dello Sport

La federazione inglese si è dovuta scusare, ieri, con quella irlandese, dopo che sul web è iniziato a girare lo spot che la Nike aveva preparato per il Grande Slam degli uomini di Johnson. Il video, che ha tra i protagonisti Flood, Ashton e Foden, era stato girato per motivi commerciali alla vigilia della partita di sabato, che i Verdi hanno vinto 24-8, negando quindi lo Slam all’Inghilterra. «Non abbiamo sottovalutato l’Irlanda – ha scr i t to in un  c omunicato la Rfu – siamo stati battuti da una squadra che ha giocato meglio di noi e abbiamo un grande rispetto per il  tecnico Kidney e per i suoi giocatori»

Questo il video “incriminato”

Inghilterra, fotografia di una rivoluzione

Guido Alessandri su Tuttosport

L’Inghilterra del rugby sta completando la seconda rivoluzione in quindici anni. Alla fine degli Anni 90 ha ridisegnato organizzazione federale, struttura tecnica e formazione per andare a vincere – quattro anni dopo – il Mondiale d’Australia.
Stavolta Martin Johnson, lo skipper di allora, ha messo mano all’operazione ormai tre anni fa e ora ha costruito una corazzata. Sicuramente la fragile Italia vista sabato a Twickenham lo ha aiutato, ma uomini nuovi in mischia (il pilone Corbisiero, ad esempio), una mediana da paura puntata su Youngs e Flood e soprattutto il killer Ashton all’ala sono la virata europea verso il rugby dell’emisfero Sud, quello ispirato al più dinamico e rapido gioco a XIII. L’Inghilterra vista sabato è la migliore dell’ultimo decennio e raccoglie i frutti di un movimento che – stando a sondaggi e statistiche pubblicate nei giorni scorsi nel Regno
Unito – con un tesseramento balzato a oltre due milioni e mezzo di tesserati ha nuovamente
preso la supremazia intema nei confronti nientemeno che del calcio. E così passano anche i tuffi in meta di Ashton, laddove il rigore e la tradizione avrebbero fatto inorridire i puristi del secolo scorso. Anzi, quei tuffi piacciono e fanno godere come minimo tutti gli 80.810
di Twickenham. E’ anche un’Inghilterra capace di vincere a Cardiff, come non accadeva
dal 2003. Guardacaso, otto mesi dopo gli uomini in maglia bianca festeggiavano il loro primo titolo iridato.
Fra due settimane c’è il primo esime vero: la Francia arriva qui dentro ed è la Francia che nell’ultimo Sei Nazioni ha dominato realizzando il Grande Slam. Sarà questo il vero duello di quest’inverno, un confronto che anticiperà almeno in parte il futuro immediato ma che
probabilmente accenderà la luce sui destini del rugby internazionale.

Un po’ yankee, un po’ paesà. Di sicuro tutto inglese

Da Tuttosport

C’è un a novità nella lista dei convocati dell’Inghilterra per la partita di sabato a Twickenham, contro l’Italia, valida per la seconda giornata del Sei Nazioni. Il ct Martin Johnson ha infatti chiamato il 23enne italo-americano Alex Corbisiero. Ha giocato contro l’Italia nel Sei Nazioni under 20 del 2008, segnando una meta. Il nonno di Corbisiero, Riccardo, è napoletano e ha lasciato l’Italia negli anni ’50 per andare a New York dove poi per anni ha gestito un ristorante. Suo figlio è nato nella Grande Mela, e prima di vestire la maglia dell’Inghilterra ha vestito quella degli Usa fino all’under 19.

L’Inghilterra che affronterà il Galles: ecco i titolari

Dal sito della federazione inglese

England Team to face Wales
Player Club
15 Ben Foden Northampton Saints
14 Chris Ashton Northampton Saints
13 Mike Tindall (C) Gloucester Rugby
12 Shontayne Hape Bath Rugby
11 Mark Cueto Sale Sharks
10 Toby Flood Leicester Tigers
9 Ben Youngs Leicester Tigers
1 Andrew Sheridan Sale Sharks
2 Dylan Hartley Northampton Saints
3 Dan Cole Leicester Tigers
4 Louis Deacon Leicester Tigers
5 Tom Palmer Stade Francais
Tom Wood Northampton Saints
7 James Haskell Stade Francais
8 Nick Easter Harlequins
Replacements
Player Club
16 Steve Thompson Leeds Carnegie
17 David Wilson Bath Rugby
18 Simon Shaw London Wasps
19 Joe Worsley London Wasps
20 Danny Care Harlequins
21 Jonny Wilkinson RC Toulon
22 Matt Banahan Bath Rugby

Cose da fare per far tornar grande l’Inghilterra

Da Right Rugby

Sei punti chiave per mettere le cose al loro posto e fare bene nel 6 Nations 2011alle porte. Mike Catt, uno che la maglietta dell’Inghilterra l’ha indossata 75 volte tra il 1994 e il 2007, con 142 punti all’attivo e unaCoppa del Mondoin bacheca (nella foto durante i festeggiamenti), quella del 2003, ha fatto una lista dall’alto anche del ruolo di manager in campo per i London Irish. E promette dalle colonne internettiane del Daily Telegraph che sarà un 6 Nazioni ottimistico per i tifosi della squadra allenata da Martin Johnson.

  1. L’esempio – Mike Tindall come capitano e uomini che riescano a trascinare il gruppo. Catt punta l’attenzione soprattutto a Nick Easter, Numero 8 degli Harlequins, che avrà il compito di coprire tra gli avanti il vuoto lasciato dall’assenza causa infortunio diLewis Moody. Giocatore fisico e con un gioco base semplice e concreto, Easter deve servire da esempio quando conta: “The key is to have a man who leads by example, and Easter is that man“.
  2. Seconde e terze linee – C’è una vecchia guardia alle spalle. Oltre a Moody, è ko anche il versatile Tom Croft, ma coach Johnson secondo Catt può contare sulle prestazioni di gente come Joe Worsley, che ha mostrato di essere in forma con il proprio club, iLondon Wasps. E ci sarebbe l’opzione Hendre Fourie, che con Catt condivide l’origine sudafricana: se tornerà a completa disposizione, garantirà ancora maggiore fisicità al gruppetto di mischia inglese. Quanto alle rimesse laterali, ci sono il solito Easter oltre che Simon ShawTom Palmer e se le cose non dovessero mettesi per il meglio causa assenza di uomini, l’Inghilterra può optare per una linea di rimessa con quattro/cinque giocatori.
  3. La trasferta a Cardiff – Questo tema lo abbiamo già stressato abbastanza anche noi. Chi ben comincia è a metà dell’opera, non solo secondo Catt, ma secondo il dire comune. Anche perché poi l’Inghilterra avrà tre partite in casa, a Twickenham, tra cui lo scontro diretto con la Francia detentrice del titolo.
  4. Dimenticare Wilko, o meglio pensare ad altri – Ben YoungsToby Flood dovranno fare bene, nel gioco tattico al piede. Ed entrambi si stanno ben comportando con i Leicester Tigers. Ergo, per quanto l’assistenza di Youngs farebbe solo del bene a Jonny Wilkinson, capace com’è il mediano di mischia di assorbire e sopportare la pressione, concedendo vita più facile all’apertura del Tolone, c’è un Flood – assicura Catt – che sa rivelarsi una garanzia.
  5. Job opportunities – Ci sono infortunati e squalificati, d’accordo, ma le loro assenze possono rivelarsi positive per altri giocatori in vista del gruppo che verrà chiamato a disputare la Coppa del MondoTom WoodPhil DowsonNick Abendanon potrebbero sfruttare l’occasione dei Six Nations per dire: guardate, ci siamo anche noi.
  6. Be conservative – Almeno sul piano del gioco, affidandosi a delle ali che sappiano pungere, ma anche difendere. “England don’t need to play a hugely expensive game“, scrive Catt. Un altro detto d’Oltremanica forse riassume meglio il concetto: simple minds, please, simple things.