Andrea Passerini, il suo articolo su La Tribuna di Treviso di oggi
«Sciopài». La battuta del tifoso all’uscita da Monigo inchioda i Leoni peggio di una sentenza: il Benetton non riesce più a tenere i ritmi dell’Europa per un match intero. Celtic o Heineken, cambia poco. Quattro mesi di rugby stellare — la Grande Centrifuga mai sperimentata sin qui da alcun rugbista italiano – hanno finito per logorare il Benetton. Era scontato che l’incrocio poco magico di Celtic e nazionale avrebbe creato problemi: forse meno prevedibile l’entità del vistoso calo nel rendimento della squadra. Sembrano esauriti anche gli assi nella manica di coach Smith: gli innesti dalla panchina nell’ultima mezzora (la seconda prima linea) o il turn over nella sconfinata rosa di 42 giocatori non riescono più a invertire la tendenza, a dare segni di freschezza. Anzi. Sia chiaro: al giro di boa, o giù di lì, il bilancio è straordinario, in Celtic: 6 vittorie, chi avrebbe scommesso un euro su Treviso vincitore nel 50% dei match giocati? Meno roseo il quadro in Heineken, dove l’unico punto pesante di bonus ha anche il sapore della beffa atroce, perché un minuto prima erano 4, un successo che avrebbe sconvolto il Vecchio continente. A rivederlo oggi, quel sorpasso incompiuto all’ultimo metro sui Tigers, sembra preistoria. Era il momento magico di una squadra partita strategicamente sulle ali dell’entusiamo e dell’effetto sorpresa in Celtic (mossa fondamentale), e che esplorava frontiere inebrianti nel gioco, magari più a Monigo che fuori. Una mischia spregiudicata, ancorata ai fondamentali della conquista, trequarti in grado di piazzare zampate letali. E un carattere in grado di tenere a galla i Leoni nei momenti difficili, strappando la vittoria dopo strepitose rimonte (Leinster e i due derby con gli Aironi). Oggi il gioco si è appesantito, la meta è sempre più una chimera (due da più di due mesi), lo smalto preoccupa. E vacillano pesantemente le certezze, a cominciare dalla testa di mischia. Ci sono fotogrammi, nei match, che valgono più di mille sedute tecniche al video: Nitoglia che a Viadana si sciroppa due volte il campo, e poi si ritrova senza compagno nel raggio di 8 metri, dice che le gambe non girano più. Lo spaventoso carrettino del pack di Perpignan incrina l’autocoscienza della mischia. Sul piano tattico, la manovra biancoverde si è fatta sterile, troppe linee orizzontali, per produrre calci troppo spesso prevedibili. E anche quando si supera la linea del vantaggio, o si creano sovrannumeri, non si segnano mete, per scelte suicide o per carenza di intese. A proposito di calci, la fatica nel trovare la touche (vero, De Waal?) fa diventare sempre più problematico risalire il campo e aumenta la sofferenze della squadra. La ricetta? E’ nelle mani di Smith e dello staff dei preparatori. Certo, c’è bisogno di rifiatare. Ma incombe il Sei Nazioni, per un buon terzo della rosa resta solo il tempo di risintonizzarsi sulle nuove frequenze per due mesi. Per l’altra metà, ricomincia la Grande Centrifuga. Andrea Pas