Crusaders e All Blacks nei guai: Israel Dagg fermo almeno tre mesi

Il giovanissimo e fortissimo estremo della franchigia di Christchurch lo scorso 7 maggio ha rimediato un infortunio al quadricipite sinistro durante la partita di Super Rugby con gli Stormers. Ieri la decisione di operarlo. I medici fanno sapere che ci vorranno almeno 3 mesi prima di rivederlo in campo, il che significa che dovrà saltare il Tri-Nations e che le speranze di essere convocato per i Mondiali sono davvero poche. Dagg aveva saltato il tour europeo con la Nuova Zelanda per i test-match autunnali a causa di un altro infortunio molto simile.

Confermato: il 22 luglio gli all-blacks contro Fiji a Dunedin

La Nuova Zelanda giocherà il 22 luglio contro Fiji al Carisbrook Stadium di Dunedin. Lo ha confermato poche ore fa la NZRU, la federazione all-blacks. Il match servirà per raccogliere fondi per la popolazione di Christchurch, colputa da una devastante sisma lo scorso 22 febbraio.

All Blacks ovunque, anche in cielo

Da La Gazzetta dello Sport di oggi

Gli All Biacks adesso diventano un logo, immagine della compagnia Air New Zeland nell’ambito della «Crazy About Rugby Campaign». L’Airbus 320 francese espone il logo con i colori della mitica squadra di rugby. intanto, Sonny Bill Williams torna oggi sul ring, il geniale centro degli Ali Biacks, già sul ring nell’estate scorsa come massimo, sfida a Newcastle (Aus), nella notte australe, il 36enne Scott Lewis, sulle 8 riprese. Tra il pubblico è annunciato Russell Crowe. «Nella vita bisogna correre dei rischi. E poi uno potrebbe farsi male anche giocando ad acchiapparella o correndo sul tapis roulant in palestra» ha detto Williams, mentre Lewis, 36 anni, ha già battuto un altro rugbysta, quel Cari Webb che gioca il 13 nella League a Parramatta. «Verrà contro di me a cento all’ora — ha detto Lewis — ma alla fine vincerò io».

Ma’a Nonu placca l’Adidas

Da Rugby 1823

Uno è stato appena nominato Pallone d’oro (tra le polemiche) ed è considerato il più forte calciatore in attività, un mix di classe e precisione. L’altro è un All Blacks, e nell’immaginario collettivo basta e avanza per dare l’idea di forza, potenza e sportività. Lionel Messi e Ma’a Nonu sono le due punte di diamante tra i testimonial di Adidas per la nuova linea di scarpe adizero. Insieme al cestista Derrick Rose dei Chicago Bulls, al tennista francese Jo-Wilfried Tsonga e alla campionessa serba Ana Ivanovic, infatti, Messi e Nonu solo gli uomini immagine di Adidas (sponsor tecnico, fra l’altro, degli Aironi). Il centro dalle treccine arcobaleno degli All Blacks, in particolare, lega il suo nome all’adizero RS7, una nuova scarpa da rugby particolarmente leggera, che come spiega lui stesso “mi permette di esprimere quella velocità che può fare la differenza tra il raggiungere una meta o lasciare la supremazia all’avversario”.
Ma, al di là dell’aspetto pubblicitario e commerciale, fa impressione vedere, uno a fianco a l’altro, due sportivi diametralmente opposti. La Pulce il soprannome di Messi, piccolo e agile; Rock, la roccia, quello di Nonu, possente e potente.

Ali Williams è tornato. Troppo tardi per gli All Blacks?

Stefania Mattana su Rugby 1823

Ali Williams ritorna sui campi da rugby. La seconda linea All Black haesordito ufficialmente a Billesley Common, in casa del Mosely, la settimana scorsa. Williams è entrato negliultimi 22 minuti, segnando così il suo definitivo rientro dopo l’infortunio al tendine d’ Achille, rimediato un anno fa durante una partita di preparazione alla stagione rugbistica australe. Un primo passo per la riconquista della maglia All Blacks in vista dei mondiali, come ci racconta Stefania Mattana.

Praticamente impossibilitato a giocare da quasi 24 mesi, il ventinovenne ha firmato la scorsa estate un contratto di 4 mesi con il Nottingham, con l’ obiettivo di ottimizzare la sua preparazione in vista del Super 15.
Al termine della partita (per la cronaca, Nottingham ha battuto Moseley 36-12), il veterano dei tuttineri si è detto felice e abbastanza soddisfatto della risposta del suo fisico alle prime sollecitazioni in partita. Giocare contro gli avversari e allenarsi non è la stessa cosa: i ritmi di gara e la resistenza aerobica e muscolo-tendinea possono dare risposte diverse durante una competizione ufficiale, e questo Williams lo sa bene.
“L’ idea è di crescere con costanza: prima 20 minuti, poi 40, 60, fino ad avere sulla gambe un’ intera partita – ha dichiarato il neozelandese al Post Birmingham –. Roma non è stata costruita in un giorno; devo solo avere pazienza e fare le cose con calma, senza esagerare”.
E se la pazienza è la virtù dei forti, la paura e il ricordo degli infortuni sono i fantasmi che accompagnano gli esordi di chi non entra in campo da un pezzo: “È stata davvero dura stare fuori per due anni. Ho subìto tre operazioni sempre alla stessa gamba e prima della partita mi sentivo molto nervoso. Non nascondo che ho sentito le farfalle nello stomaco: ho avuto paura per il mio tendine ricostruito, ma per fortuna è andato tutto bene. È importante stare bene anche a livello psicologico, specie quando si affrontano queste situazioni. Il bagaglio esperenziale e la condizione mentale possono essere determinanti”.
Sicuramente, Ali non ha perso la tenacia e la determinazione, e ora che ha superato questa settimana difficile si dice pronto a ricominciare per arrivare al 100%. E gli obiettivi che si è fissato non sono certo dei meno ambiziosi: “Credo che questo sarà un grande anno per me. Voglio riprendere i ruoli che avevo due anni fa e vestire le maglie che ho perso con gli infortuni”.
Una speranza per la Nuova Zelanda, che potrebbe ritrovarlo al massimo della forma per i Mondiali in casa.